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DECAMERON di Giovanni Boccaccio - Vastacom.org

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<strong>Giovanni</strong> <strong>Boccaccio</strong> – Decameron<br />

camera fare nel meno <strong>di</strong>sagiato luogo della casa; e quasi<br />

già <strong>di</strong>venuto uno siniscalco dello abate, sì come colui che<br />

molto era pratico, come il meglio si potè per la villa<br />

allogata tutta la sua famiglia chi qua e chi là, avendo<br />

l'abate cenato e già essendo buona pezza <strong>di</strong> notte e ogni<br />

uomo andato a dormire, Alessandro domandò l'oste là<br />

dove esso potesse dormire. Al quale l'oste rispose:- In<br />

verità io non so; tu ve<strong>di</strong> che ogni cosa è pieno, e puoi<br />

veder me e la mia famiglia dormir su per le panche;<br />

tuttavia nella camera dello abate sono certi granai, à quali<br />

io ti posso menare e porrovvi su alcun letticello, e quivi,<br />

se ti piace, come meglio puoi questa notte ti giaci. A cui<br />

Alessandro <strong>di</strong>sse: - Come andrò io nella camera dello<br />

abate, che sai che è piccola e per istrettezza non v'è<br />

potuto giacere alcuno de' suoi monaci? Se io mi fossi <strong>di</strong><br />

ciò accorto quando le cortine si tesero, io avrei fatto<br />

dormire sopra i granai i monaci suoi e io mi sarei stato<br />

dove i monaci dormono. Al quale l'oste <strong>di</strong>sse: - L'opera<br />

sta pur così, e tu puoi, se tu vuogli, quivi stare il meglio<br />

del mondo: l'abate dorme, e le cortine son <strong>di</strong>nanzi; io vi ti<br />

porrò chetamente una coltricetta, e dormiviti. Alessandro,<br />

veggendo che questo si poteva fare senza da re alcuna<br />

noia allo abate, vi s'accordò, e quanto più cheta mente<br />

potè vi s'acconciò. L'abate, il quale non dormiva, anzi alli<br />

suoi nuovi <strong>di</strong>sii fieramente pensava, u<strong>di</strong>va ciò che l'oste e<br />

Alessandro parlavano, e similmente avea sentito dove<br />

Alessandro s'era a giacer messo; per che, seco stesso forte<br />

contento, cominciò a <strong>di</strong>re: - Id<strong>di</strong>o ha mandato tempo a'<br />

miei desiri: se io nol prendo, per avventura simile a pezza<br />

non mi tornerà - E <strong>di</strong>liberatosi del tutto <strong>di</strong> prenderlo,<br />

parendogli ogni cosa cheta per lo albergo, con sommessa<br />

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<strong>Giovanni</strong> <strong>Boccaccio</strong> – Decameron<br />

voce chiamò Alessandro e gli <strong>di</strong>sse che appresso lui si<br />

coricasse; il quale, dopo molte <strong>di</strong>sdette spogliatosi, vi si<br />

coricò. L'abate postagli la mano sopra 'l petto, lo<br />

'ncominciò a toccare non altramenti che sogliano fare le<br />

vaghe giovani i loro amanti; <strong>di</strong> che Alessandro si<br />

maravigliò forte e dubitò non forse l'abate, da <strong>di</strong>sonesto<br />

amore preso si movesse a così fattamente toccarlo. La<br />

qual dubitazione, o per presunzione o per alcuno atto che<br />

Alessandro facesse, subitamente l'abate conobbe, e<br />

sorrise; e prestamente <strong>di</strong> dosso una camicia, che avea,<br />

cacciatasi, prese la mano d'Alessandro e quella sopra il<br />

petto si pose, <strong>di</strong>cendo: - Alessandro, caccia via il tuo<br />

sciocco pensiero, e, cercando qui, conosci quello che io<br />

nascondo. Alessandro, posta la mano sopra il petto dello<br />

abate, trovò due poppelline tonde e sode e <strong>di</strong>licate, non<br />

altramenti che se d'avorio fossono state; le quali egli<br />

trovate e conosciuto tantosto costei esser femina, senza<br />

altro invito aspettare, prestamente abbracciatala, la voleva<br />

baciare, quando ella gli <strong>di</strong>sse: - Avanti che tu più mi<br />

t'avvicini, atten<strong>di</strong> quello che io ti voglio <strong>di</strong>re. Come tu<br />

puoi conoscere, io son femina e non uomo; e pulcella<br />

partitami da casa mia, al papa andava che mi maritasse. O<br />

tua ventura o mia sciagura che sia, come l'altro giorno ti<br />

vi<strong>di</strong>, sì <strong>di</strong> te m'accese Amore, che donna non fu mai che<br />

tanto amasse uomo; e per questo io ho <strong>di</strong>liberato <strong>di</strong> volere<br />

te avanti che alcuno altro per marito; dove tu me per<br />

moglie non vogli, tantosto <strong>di</strong> qui ti <strong>di</strong>parti e nel tuo luogo<br />

ritorna. Alessandro, quantunque non la conoscesse,<br />

avendo riguardo alla compagnia che ella avea, lei estimò<br />

dovere essere nobile e ricca, e bellissima la vedea; per<br />

che, senza troppo lungo pensiero, rispose che, se questo a<br />

109

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