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DECAMERON di Giovanni Boccaccio - Vastacom.org

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<strong>Giovanni</strong> <strong>Boccaccio</strong> – Decameron<br />

come fila d'oro, e co' capelli tutti inanellati e sopr'essi<br />

sciolti una leggiera ghirlandetta <strong>di</strong> provinca, e nelli lor<br />

visi più tosto agnoli parevan che altra cosa, tanto gli<br />

avevan <strong>di</strong>licati e belli; ed eran vestite d'un vestimento <strong>di</strong><br />

lino sottilissimo e bianco come neve in su le carni, il<br />

quale dalla cintura in su era strettissimo e da in<strong>di</strong> giù<br />

largo a guisa d'un pa<strong>di</strong>glione e lungo infino a' pie<strong>di</strong>. E<br />

quella che <strong>di</strong>nanzi veniva recava in su le spalle un paio <strong>di</strong><br />

vangaiole,le quali con la sinistra man tenea, e nella destra<br />

aveva un baston lungo. L'altra che veniva appresso aveva<br />

sopra la spalla sinistra una padella, e sotto quel braccio<br />

medesimo un fascetto <strong>di</strong> legne, e nella mano un treppiede,<br />

e nell'altra mano uno utel d'olio e una facellina accesa. Le<br />

quali il re vedendo si maravigliò, e sospeso attese quello<br />

che questo volesse <strong>di</strong>re. Le giovinette, venute innanzi<br />

onestamente e vergognose, fecero la reverenzia al re; e<br />

appresso là andatesene onde nel vivaio s'entrava, quella<br />

che la padella aveva, postala giù e l'altre cose appresso,<br />

prese il baston che l'altra portava e amendune nel vivaio,<br />

l'acqua del quale loro infino al petto aggiugnea, se<br />

n'entrarono. Uno de' famigliari <strong>di</strong> messer Neri<br />

prestamente quivi accese il fuoco, e posta la padella sopra<br />

il treppiè e dell'olio messovi,cominciò ad aspettare che le<br />

giovani gli gittasser del pesce. Delle quali, l'una frugando<br />

in quelle parti dove sapeva che i pesci si nascondevano e<br />

l'altra le vangaiole parando, con gran<strong>di</strong>ssimo piacere del<br />

re, che ciò attentamente guardava,in piccolo spazio <strong>di</strong><br />

tempo presero pesce assai; e al famigliar gittatine che<br />

quasi vivi nella padella gli metteva, sìcome ammaestrate<br />

erano state, cominciarono a prendere de' più belli e a<br />

gittare su per la tavola davanti al re e al conte Guido e al<br />

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<strong>Giovanni</strong> <strong>Boccaccio</strong> – Decameron<br />

padre. Questi pesci su per la mensa guizzavano, <strong>di</strong> che il<br />

re aveva maraviglioso piacere, e similmente egli<br />

prendendo <strong>di</strong> questi,alle giovani cortesemente gli gittava<br />

in<strong>di</strong>etro; e così per alquanto spazio cianciarono, tanto che<br />

il famigliare quello ebbe cotto che dato gli era stato, il<br />

qual più per uno intramettere, che per molto cara o<br />

<strong>di</strong>lettevol vivanda, avendol messer Neri or<strong>di</strong>nato, fu<br />

messo davanti al re. Le fanciulle, veggendo il pesce cotto<br />

e avendo assai pescato, essendosi tutto il bianco<br />

vestimento e sottile loro appiccato alle carni, né quasi<br />

cosa alcuna del <strong>di</strong>licato lor corpo celando, usciron del<br />

vivaio, e ciascuna le cose recate avendo riprese,davanti al<br />

re vergognosamente passando, in casa se ne tornarono. Il<br />

re e 'l conte e gli altri che servivano, avevano molto<br />

queste giovinette considerate, e molto in sé medesimo<br />

l'avea lodate ciascuno per belle e per ben fatte, e oltre a<br />

ciò per piacevoli e per costumate, ma sopra ad ogn'altro<br />

erano al re piaciute. Il quale sì attentamente ogni parte del<br />

corpo loro aveva considerata, uscendo esse dell'acqua,<br />

che chi allora l'avesse punto non si sarebbe sentito. E più<br />

a loro ripensando, senza sapere chi si fossero né come, si<br />

sentì nel cuor destare un ferventissimo <strong>di</strong>sidero <strong>di</strong> piacer<br />

loro, per lo quale assai ben conobbe sé <strong>di</strong>venire<br />

innamorato, se guar<strong>di</strong>a non se ne prendesse,né sapeva<br />

egli stesso qual <strong>di</strong> lor due si fosse quella che più gli<br />

piacesse, sì era <strong>di</strong> tutte cose l'una simiglievole all'altra.<br />

Ma, poi che alquanto fu sopra questo pensier <strong>di</strong>morato,<br />

rivolto a messer Neri, il domandò chi fossero le due<br />

damigelle; a cui messer Neri rispose:- Monsignore,<br />

queste son mie figliuole ad un medesimo parto nate, delle<br />

quali l'una ha nome Ginevra la bella e l'altra Isotta la<br />

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