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del sedile, visto come ci si tiene
aggrappata. Mi sorprende anche che abbia
rinunciato per un attimo alla facciata di
quella che è sempre troppo figa per avere
debolezze.
Deve essere proprio terrorizzata.
Eppure per una che può arrivare a nuotare
alla velocità di cinquanta nodi, un giro in
macchina in una zona residenziale
dovrebbe essere una passeggiata. Ma c’è
anche da dire che zia Rachel guida come
se stesse a bordo di una macchina da
corsa e non di una station wagon mezza
scassata. Io ormai ci sono abituata. O se
non altro chiudo gli occhi.
Quando parcheggiamo davanti al liceo
di Seaview nello spazio riservato ai
visitatori, Doe è diventata una statua. Io
scendo e con lo zaino su una spalla apro
la portiera posteriore. Lei resta immobile.
«Guarda che puoi scendere adesso», le
dico, cercando di nascondere la risatina