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«Dunque è qui che vivi?» domanda
beffarda mentre con quei suoi occhi
azzurri squadra la cucina di zia Rachel.
«Non ci hai proprio guadagnato, se pensi
che prima stavi in un palazzo reale.»
Quel suo giudizio negativo mi fa
osservare quella stanza con uno sguardo
diverso. Lo stesso che avevo la prima
volta che ci sono entrata, e ormai sono già
passati tre anni.
Zia Rachel venne a prendermi in
spiaggia, dove papà, con gli occhi lucidi,
mi affidò a lei. Fino a quel momento era
riuscito a mantenere un atteggiamento
regale in tutta quella situazione, per cui
giustificò le lacrime dicendo che gli era
entrato qualcosa nell’occhio. Zia Rachel
mi portò a casa a bordo della sua station
wagon tutta scassata – non ero mai salita
su una macchina prima di allora – e una
volta arrivate a destinazione mi fece
entrare dalla cucina. Dallo sguardo si