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deve aver avuto una vita facile, si
direbbe.
Gli occhi però sono sempre gli stessi.
Di un azzurro chiarissimo, come nel punto
in cui il cielo incontra l’orizzonte. Non ho
mai conosciuto nessun altro con quel
colore. In quegli occhi c’è ancora il
guizzo birichino che mi ricorda i nostri
giochi da bambini.
Un tempo giocavamo insieme quasi tutti
i giorni, da mattina a sera. Poi un giorno è
sparito, l’hanno riportato al suo regno.
Papà mi disse che c’era stato un diverbio
col padre di Tellin e che non sarebbero
tornati di lì a breve. Non tornarono mai
più.
«Anche tu sei cresciuta. Sono passati
più di dieci anni. Tu avevi sette anni,
credo, e io otto», dice ridendo.
«Incredibile che sia passato tutto questo
tempo. Che ci fai qui? Credevo che i
nostri padri non si parlassero.»