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macroinvertebrati acquatici e direttiva 2000/60/ec (wfd) - IRSA - Cnr

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di campionamento viene effettuata in modo<br />

proporzionale in un generico tratto rappresentativo<br />

del fiume.<br />

In alcuni tipi fluviali, la complessità in habitat<br />

riscontrabile in alveo richiederebbe il campionamento<br />

sia nelle aree di pool sia in quelle di riffle (cioè 10+10<br />

unità di campionamento), tenendo sempre e<br />

comunque separati i campioni raccolti nelle due aree.<br />

Alcuni esempi sono riportati nel seguito:<br />

• fiumi di dimensioni medio/grandi e.g. con<br />

distanza dalla sorgente > 75 km;<br />

• fiumi a morfolologia di alveo a canali<br />

intr<strong>ec</strong>ciati, anastomizzati o semiconfinati (e<br />

con distanza dalla sorgente > 25 km);<br />

• in tutti i grandi fiumi di pianura, nei tratti/corpi<br />

idrici in cui non debba essere applicata la<br />

t<strong>ec</strong>nica di campionamento per i fiumi non<br />

guadabili e.g. Ticino, Po, Adda, Tevere, Crati,<br />

Flumendosa.<br />

Peraltro, in una prima fase di monitoraggio per la<br />

WFD, si ritiene accettabile effettuare le raccolte in<br />

una sola delle due aree, come sopra indicato.<br />

La definizione dell’area di campionamento (i. e. pool,<br />

riffle o generico), nonché della superficie (i.e. 0.5 m 2 ,<br />

in corsi d’acqua di pianura), dovrà avvenire a livello<br />

di HER e/o di tipo fluviale trasversalmente – se<br />

possibile - alle Regioni/Provincie in modo da<br />

garantire uniformità di interpretazione dei dati<br />

raccolti. Una volta definiti, il settore fluviale dove<br />

operare il campionamento e la superficie resteranno<br />

costanti per tutti i campionamenti effettuati in quella<br />

IdroEcoregione/Tipo fluviale, per tutti i tipi di<br />

monitoraggio. È quindi chiaro che tale d<strong>ec</strong>isioni<br />

devono essere assunte a livello centrale, prima di<br />

operare il campionamento, e non da ciascun singolo<br />

operatore/unità dipartimentale in campo.<br />

2.3 Lista e descrizione sommaria dei microhabitat<br />

fluviali<br />

In Tab. 2 viene riportata la lista dei principali<br />

microhabitat rinvenibili nei fiumi italiani. Tale lista è<br />

stata derivata, con alcune modifiche, da AQEM<br />

consortium (2002) e Hering et al. (2004c). Nella parte<br />

alta della tabella vengono elencati gli habitat minerali,<br />

mentre nella parte bassa sono elencati gli habitat<br />

biotici.<br />

Notiziario dei Metodi Analitici n.1 (2007)<br />

8<br />

Gli habitat minerali vengono classificati in base alle<br />

dimensioni del substrato che sono determinate<br />

stimando la lunghezza dell’asse intermedio di<br />

pietre, ghiaia, etc. In Tab. 2 essi sono elencati<br />

partendo dal microhabitat con substrato a<br />

granulometria più piccola per arrivare fino a<br />

megalithal, costituito da grossi massi (diametro ><br />

40 cm) o substrato roccioso. Il microhabitat<br />

artificiale è costituito da manufatti di origine<br />

antropica e.g. alveo cementificato, blocchi di<br />

cemento posizionati in alveo per rinforzarlo. Il<br />

microhabitat igropetrico - l’ultimo riportato tra i<br />

microhabitat minerali - è in genere poco frequente e<br />

si rinviene in condizioni di scarsità d’acqua in fiumi<br />

mediterranei o in corsi d’acqua montani.<br />

I microhabitat biotici sono catalogati in base al fatto<br />

che si tratti di alghe, macrofite emergenti, macrofite<br />

sommerse, frammenti vegetali, etc. Xylal<br />

rappresenta substrato legnoso (e.g. rami del<br />

diametro di un braccio o più), CPOM (coarse<br />

particulate organic matter) rappresenta detrito<br />

vegetale grossolano, principalmente fogliare (i.e.<br />

foglie e piccoli rametti) e infine FPOM (fine<br />

particulate organic matter) rappresenta detrito<br />

vegetale che ha subito dei processi di<br />

trasformazione/d<strong>ec</strong>omposizione che ne hanno ridotto<br />

le dimensioni. Il substrato costituito da film batterici<br />

è generalmente poco frequente, con l’esclusione<br />

dei siti fluviali caratterizzati da forte inquinamento,<br />

dove tale substrato può diventare dominante.<br />

Come sopra sp<strong>ec</strong>ificato, la lista dei microhabitat<br />

descritti fa riferimento a quelli selezionati per il<br />

progetto AQEM (AQEM Consortium, 2002) ripresi<br />

nello standard europeo attualmente in fase di<br />

approvazione a livello comunitario (CEN, 2006),<br />

con leggere modifiche:<br />

- i microhabitat argilla e limo sono stati<br />

accorpati in un unico microhabitat. Tale<br />

categoria comprende sia i microhabitat di<br />

natura inorganica che organica<br />

caratterizzati da particelle a diametro molto<br />

piccolo (minore di 6 μm);<br />

- gli habitat artificiali sono stati aggiunti come<br />

microhabitat separato;<br />

- il microhabitat alghe accorpa le micro e le<br />

macro alghe non strutturate;<br />

- il microhabitat debris (substrato costituito<br />

da un accumulo di gusci vuoti di molluschi)<br />

è stato eliminato, perché generalmente<br />

poco rappresentato.

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