macroinvertebrati acquatici e direttiva 2000/60/ec (wfd) - IRSA - Cnr
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delle comunità macrobentoniche del fiume Po a<br />
Pontelagoscuro (Battegazzore, 1991; Battegazzore<br />
et al., 1992). Successivamente, tra giugno e luglio<br />
del 1990, sono state campionate di<strong>ec</strong>i località<br />
presenti lungo l’intera l’asta fluviale, da Villafranca P.<br />
a Pontelagoscuro (Battegazzore, 1991;<br />
Battegazzore et al., 1992). In entrambi gli studi sono<br />
stati utilizzati campionatori a lamelle di masonite<br />
come substrati artificiali. Tra l’estate del 1992 e<br />
quella del 1993 è stata effettuata un’altra indagine<br />
sui <strong>macroinvertebrati</strong> bentonici nel nodo Lambro-Po<br />
(Battegazzore et al., 1997), raccolti mediante la<br />
stessa t<strong>ec</strong>nica. Successivamente, CNR-<strong>IRSA</strong> ha<br />
condotto un analogo studio tra 1995 ed il 1996, nello<br />
stesso tratto (Galli et al., 1996), che ha pr<strong>ec</strong>eduto la<br />
conduzione di un’intensa campagna di studio degli<br />
aspetti qualitativi dell’intera asta fluviale del Fiume<br />
Po, con l’inclusione delle comunità di<br />
<strong>macroinvertebrati</strong> bentonici (Buffagni et al., <strong>2000</strong>a;<br />
<strong>2000</strong>b). Nel corso di tale studio, è stata fornita una<br />
lettura omogenea della qualità biologica di alcune<br />
aree del fiume Po, in riferimento sia alle variazioni<br />
longitudinali (11 stazioni lungo il fiume) sia alle<br />
differenze stagionali (4 diverse stagioni) (Buffagni et<br />
al., <strong>2000</strong>a; <strong>2000</strong>b). Successivamente<br />
(estate/inverno 2004), CESI Spa, in collaborazione<br />
con CNR-<strong>IRSA</strong>, ha condotto un’ulteriore campagna<br />
di campionamento nel nodo Lambro-Po, al fine di<br />
valutare lo stato di qualità delle acque del Po e di<br />
testare nuovi metodi per l’implementazione della<br />
WFD nei grandi fiumi (Buffagni et al., in<br />
preparazione). Complessivamente, le campagne di<br />
studio e monitoraggio sopra elencate hanno<br />
condotto alla raccolta nel fiume Po di oltre 200<br />
campioni di fauna bentonica mediante la t<strong>ec</strong>nica di<br />
substrati artificiali a lamelle.<br />
Altre ricerche, effettuate mediante l’impiego di<br />
substrati artificiali di natura differente, il cui utilizzo in<br />
alternativa al retino è stato comunque suggerito<br />
(Solimini et al., <strong>2000</strong>), sono state effettuate nel tratto<br />
cittadino del fiume Tevere.<br />
Da un punto di vista metodologico, è stato<br />
ripetutamente evidenziato come diverse t<strong>ec</strong>niche di<br />
raccolta del campione biologico e diversi criteri di<br />
applicazione di indici biotici nei grandi fiumi possano<br />
condurre a giudizi di qualità molto differenti tra loro.<br />
Risulta quindi importante giungere ad un sufficiente<br />
livello di standardizzazione nella raccolta del<br />
campione per poter poi correttamente stimare la<br />
qualità biologica (e.g. Buffagni et al., <strong>2000</strong>b). Gli<br />
studi e le sperimentazioni effettuati hanno<br />
dimostrato, oltre alla validità t<strong>ec</strong>nico-scientifica<br />
dell’uso dei substrati artificiali a lamelle, la sua reale<br />
applicabilità su larga scala e per studi di routine.<br />
Peraltro, tale t<strong>ec</strong>nica, nonostante gli indiscussi<br />
vantaggi brevemente riassunti nel presente<br />
contributo, è stata solo saltuariamente impiegata per<br />
Notiziario dei Metodi Analitici n.1 (2007)<br />
73<br />
il monitoraggio biologico standard dei grandi fiumi<br />
italiani, anche per l’assenza di un protocollo<br />
facilmente utilizzabile. Il protocollo qui presentato<br />
potrà costituire una base comune per l’acquisizione<br />
delle informazioni richieste per l’implementazione<br />
della WFD ad opera delle Agenzie operanti sui<br />
grandi fiumi, che risultano tuttora sprovviste di un<br />
metodo standard di raccolta dei <strong>macroinvertebrati</strong><br />
bentonici.<br />
1.7 Riassunto operativo della procedura<br />
Il tipo di campionamento proposto è quantitativo,<br />
poiché la superficie da campionare è definita dal<br />
numero e dalla superficie dei substrati artificiali<br />
immessi nel fiume. Si tratta inoltre di un<br />
campionamento habitat sp<strong>ec</strong>ifico.<br />
La t<strong>ec</strong>nica di campionamento prevede:<br />
• l’uso di substrati artificiali (SA) a lamelle di faesite<br />
grezza;<br />
• il posizionamento di gruppi di SA appesi a<br />
strutture galleggianti e sospesi in acqua;<br />
• il r<strong>ec</strong>upero, dopo circa un mese, dei gruppi di SA<br />
pr<strong>ec</strong>edentemente posizionati e lo smistamento<br />
degli invertebrati ad essi adesi;<br />
• il trattamento, in campo e/o in laboratorio, dei<br />
taxa catturati.<br />
In funzione del tipo di monitoraggio, potrà essere<br />
richiesto il campionamento con un numero diverso<br />
di SA e l'eventuale integrazione con campioni<br />
raccolti su macrofite acquatiche.<br />
2. STRUMENTI PER IL CAMPIONAMENTO<br />
2.1 I substrati artificiali per il campionamento<br />
degli organismi macrobentonici nei fiumi non<br />
guadabili<br />
I substrati di cui si suggerisce l’utilizzo per i<br />
campionamenti nei fiumi non guadabili sono del tipo<br />
Hester-Dendy modificato (e.g. Cairns & Dickson,<br />
1971; Battegazzore, 1994). In particolare, la<br />
versione qui descritta è quella già estesamente<br />
utilizzata in studi nei fiumi Po (Battegazzore et al.,<br />
1991; Buffagni et al., <strong>2000</strong>b) e Tevere (Battegazzore<br />
et al., 1995).<br />
Ogni singolo substrato artificiale è costituito da di<strong>ec</strong>i<br />
lamelle quadrate di faesite grezza o masonite, di<br />
100 cm 2 di superficie per ciascuna delle due facciate<br />
e 2-3 mm di spessore (Fig. 1).<br />
Le lamelle sono fissate al centro da una o due barre<br />
filettate metalliche (lunghe 10-12 cm e con diametro