macroinvertebrati acquatici e direttiva 2000/60/ec (wfd) - IRSA - Cnr
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2.1 Normalizzazione<br />
Il primo passaggio richiesto, dopo il calcolo delle<br />
metriche, è quello di normalizzare ciascuna metrica,<br />
cioè dividere il valore osservato per il valore della<br />
metrica che rappresenta le condizioni di riferimento.<br />
La normalizzazione garantisce la comparabilità dei<br />
risultati ottenuti in aree diverse, dato che la<br />
composizione faunistica, e quindi il valore assoluto<br />
delle singole metriche, possono risultare molto<br />
diversi tra idro<strong>ec</strong>oregioni e tra tipi fluviali differenti.<br />
Inoltre, in accordo con la WFD, è n<strong>ec</strong>essario<br />
esprimere lo stato <strong>ec</strong>ologico in termini di Ecological<br />
Quality Ratio (EQR). I valori di indice rappresentativi<br />
della qualità <strong>ec</strong>ologica devono essere rapportati ad<br />
una scala ideale da 0 a 1, dove 0 rappresenta il<br />
minor valore ottenibile (i.e. la peggiore qualità),<br />
mentre 1 corrisponde alla migliore situazione<br />
osservabile (i.e. la più alta qualità, che include le<br />
condizioni di riferimento). Un ulteriore concetto per<br />
derivare i valori di EQR è la n<strong>ec</strong>essità di confrontare<br />
i singoli valori osservati, e.g. per un dato sito, con le<br />
condizioni di riferimento pr<strong>ec</strong>edentemente stabilite,<br />
nei termini di un rapporto Osservati/Attesi. I due<br />
principi, i.e. il riferimento ad una scala 0-1 ed il<br />
confronto con le condizioni di riferimento,<br />
costituiscono un nodo cruciale per la classificazione<br />
di qualità. La combinazione dei due principi porta<br />
alla definizione dei limiti tra le classi (class boundary<br />
setting), almeno per quanto riguarda i limiti<br />
Elevato/Buono e Buono/Moderato.<br />
Una corretta definizione delle opzioni di<br />
normalizzazione è quindi di fondamentale<br />
importanza per rendere confrontabili giudizi espressi<br />
in differenti contesti ambientali (e.g. diverse<br />
Regioni), anche attraverso l’utilizzo di metriche ICM<br />
e di ICMi.<br />
Il valore di riferimento per il calcolo degli EQR<br />
dovrebbe sempre essere il valore mediano ottenuto<br />
per i campioni raccolti - in numero sufficiente - in siti<br />
di riferimento. È chiaro che il “valore mediano”<br />
calcolato per i siti di riferimento per un dato tipo<br />
fluviale potrà variare, ad esempio, aumentando il<br />
numero di campioni inclusi nel dataset in esame. Da<br />
ciò deriva che per il calcolo ufficiale di valori di<br />
STAR_ICMi validi per la classificazione di qualità a<br />
norma di legge sarà n<strong>ec</strong>essario utilizzare un valore<br />
mediano (i.e. le “condizioni di riferimento” biologiche<br />
per quell’Elemento di Qualità) formalmente<br />
riconosciuto dalle Autorità competenti.<br />
2.2 Peso delle ICMs<br />
Il presente paragrafo descrive come i pesi debbano<br />
essere attribuiti alle singole metriche affinchè esse<br />
possano essere combinate ad ottenere il valore<br />
dello STAR_ICMi.<br />
Notiziario dei Metodi Analitici n.1 (2007)<br />
97<br />
Come visto, le metriche sono raggruppate in tre<br />
categorie, in accordo con le indicazioni della<br />
Direttiva Quadro: Tolleranza, Abbondanza/Habitat e<br />
Ricchezza/Diversità. Alle singole metriche è<br />
attribuito un peso diverso (Tab. 1) mentre le tre<br />
categorie generali di metriche ricevono ciascuna lo<br />
stesso peso (0.333). In taluni casi, l’attribuzione<br />
delle metriche ad un pr<strong>ec</strong>iso gruppo risulta difficile o<br />
non univoco, in quanto alcune di esse forniscono<br />
informazioni ascrivibili a più gruppi concettuali.<br />
All’interno di ciascun gruppo, un peso maggiore è<br />
stato attribuito alle metriche più robuste (e.g. che<br />
prendono in considerazione l’intera comunità o che<br />
presentano di norma una minor variabilità naturale).<br />
Il valore normalizzato di ciascuna metrica è<br />
moltiplicato per il suo peso. I pesi delle sei metriche<br />
sono di seguito riportati:<br />
ASPT * 0.333<br />
Log10(sel_EPTD+1) * 0.266<br />
1-GOLD * 0.067<br />
N-taxa * 0.167<br />
EPT * 0.083<br />
Shannon-Wiener * 0.083<br />
2.3 Calcolo dell’indice STAR_ICMi<br />
L’Indice Multimetrico finale (STAR_ICMi) è ottenuto<br />
dalla somma delle sei metriche normalizzate,<br />
ciascuna delle quali è moltiplicata per il proprio<br />
peso. Dopo il calcolo della media ponderata delle<br />
sei metriche, i valori risultanti vengono nuovamente<br />
normalizzati - sul valore mediano di STAR_ICMi<br />
osservato per i siti di riferimento - per ricondurre ad<br />
un ambito di variazione comune le situazioni<br />
rinvenibili in aree e circostanze differenti.<br />
Per il calcolo corretto di questo indice – e di altri<br />
analoghi - è stato sviluppato dal CNR-<strong>IRSA</strong> e<br />
dall’Università della Tuscia un apposito software<br />
(Buffagni & Belfiore, 2007), disponibile<br />
gratuitamente per chi lo desiderasse. Le<br />
informazioni n<strong>ec</strong>essarie al software per poter<br />
calcolare lo STAR_ICMi sono la lista tassonomica a<br />
livello di famiglia per i vari siti/campioni e<br />
l’informazione su quali siti siano i siti di riferimento<br />
nel dataset in esame. Ulteriori dettagli sull’utilizzo<br />
del software possono essere rinvenuti nel prossimo<br />
contributo del presente numero del Notiziario,<br />
dedicato alla descrizione del software (Buffagni &<br />
Belfiore, 2007).<br />
2.4 Alcuni concetti chiave nel calcolo dello<br />
STAR_ICMi<br />
La Direttiva Quadro chiede di sviluppare sistemi di<br />
valutazione tipo sp<strong>ec</strong>ifici, basati sul confronto con<br />
condizioni di riferimento e che considerino la