macroinvertebrati acquatici e direttiva 2000/60/ec (wfd) - IRSA - Cnr
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3.3 Allocazione di unità di campionamento<br />
integrative per il monitoraggio di sorveglianza o<br />
investigativo e per la valuatazione della<br />
biodiversità del sito fluviale<br />
Per il monitoraggio di sorveglianza e investigativo, è<br />
prevista la raccolta di 4 unità di campionamento<br />
addizionali rispetto alle 10 previste dal metodo per il<br />
monitoraggio operativo. Tali repliche addizionali<br />
sono da raccogliere negli habitat che risultino più<br />
diversi rispetto a quelli già campionati, in termini di<br />
substrato e tipo di flusso. In altre parole, si dovrebbe<br />
aver cura di posizionare le repliche in associazione<br />
a tipi di flusso e substrato che siano il più possibile<br />
diversi rispetto a quelli delle 10 unità di<br />
campionamento del monitoraggio operativo. Se, ad<br />
esempio, il substrato microlithal non fosse mai stato<br />
campionato perché presente con percentuali inferiori<br />
al 10%, esso potrebbe/dovrebbe essere incluso fra<br />
le 4 repliche aggiuntive da campionare. Inoltre, dal<br />
momento che il campionamento standard per il<br />
monitoraggio operativo richiede la raccolta delle<br />
unità di campionamento nella sola area di pool o nel<br />
solo riffle, le 4 repliche addizionali dovranno essere<br />
raccolte nell’area fra le due che non sia stata già<br />
campionata, in modo da garantire una copertura più<br />
ampia degli habitat del sito.<br />
Un caso particolare è costituto dai fiumi alpini, per i<br />
quali per il monitoraggio operativo è previsto il solo<br />
campionamento nei substrati minerali e il<br />
riconoscimento della sequenza riffle/pool non è<br />
possibile. Le 4 unità di campionamento addizionali<br />
per il monitoraggio di sorveglianza/investigativo, o<br />
una parte di esse in funzione delle caratteristiche del<br />
tratto selezionato, dovrebbero essere raccolte su<br />
substrati biotici.<br />
Fondamento logico<br />
Il campionamento standard per la valutazione della<br />
qualità <strong>ec</strong>ologica richiede la raccolta di sole 10 unità<br />
di campionamento (dove non diversamente<br />
sp<strong>ec</strong>ificato), da posizionare in relazione alla<br />
presenza percentuale degli habitat. Tale tipo di<br />
campionamento è sufficiente se l’obiettivo è legato<br />
alla determinazione della qualità <strong>ec</strong>ologica, cioè alla<br />
classificazione in uno dei cinque livelli di ‘stato<br />
<strong>ec</strong>ologico’ previsti dalla WFD e ottenuti mediante il<br />
monitoraggio operativo. Con tale tipo di<br />
campionamento però, alcuni habitat potenzialmente<br />
rilevanti nel determinare la ricchezza tassonomica<br />
globale del sito, ma poco rappresentati<br />
percentualmente, possono venire trascurati con<br />
conseguente sottostima della biodiversità. Inoltre, il<br />
campionamento di habitat minoritari può risultare<br />
fondamentale nel monitoraggio di sorveglianza, ove<br />
uno degli obiettivi principali è valutare gli effetti a<br />
lungo termine delle alterazioni ambientali o di e.g.<br />
Notiziario dei Metodi Analitici n.1 (2007)<br />
17<br />
variazioni climatiche, o per identificare la possibile<br />
causa del degrado nel monitoraggio investigativo.<br />
Per ovviare a tali limitazioni pur conservando un<br />
buon livello di standardizzazione, il metodo prevede<br />
quindi - per il monitoraggio di sorveglianza e<br />
investigativo - la raccolta di 4 unità di<br />
campionamento addizionali rispetto alle 10 previste<br />
dal protocollo per il monitoraggio operativo.<br />
Infatti, i presupposti teorici e gli obiettivi pratici per<br />
cui predisporre e realizzare un piano di monitoraggio<br />
ed impostare il relativo campionamento possono<br />
essere molteplici. Essi possono prevedere la<br />
redazione di una lista faunistica esaustiva del sito,<br />
operazione complessa che di norma non è<br />
realizzabile mediante un solo tipo di<br />
campionamento, oppure possono prevedere la<br />
compilazione di una lista faunistica semplificata, ma<br />
sufficiente e.g. per la formulazione di un giudizio di<br />
qualità del sito.<br />
La raccolta di 10 unità di campionamento per la<br />
formulazione del giudizio di qualità (monitoraggio<br />
operativo) e di 10+4 per la compilazione della lista<br />
faunistica del sito (monitoraggio di sorveglianza e<br />
investigativo) è, ad esempio, comparabile nella sua<br />
impostazione generale con il metodo di<br />
campionamento proposto in Francia per la WFD<br />
(Usseglio-Polatera et al., 2007). Il metodo francese<br />
prevede che gli habitat vengano quantificati a step<br />
del 5%. Si richiede poi di raccogliere un primo<br />
gruppo di quattro unità di campionamento negli<br />
habitat marginali (i.e. con frequenza inferiore al 5%).<br />
Un s<strong>ec</strong>ondo gruppo di quattro unità di<br />
campionamento dovrà essere effettuato in funzione<br />
di ciò che i francesi definiscono “abitabilità” degli<br />
habitat. Viene cioè fornita una lista di priorità degli<br />
habitat da campionare. Infine, la raccolta di un terzo<br />
gruppo di quattro unità di campionamento deve<br />
essere effettuata in modo strettamente<br />
proporzionale. Le tre liste tassonomiche risultanti<br />
devono essere tenute separate e successivamente<br />
combinate in vario modo per la definizione della lista<br />
faunistica del sito e per la valutazione della qualità.<br />
In termini generali, per quanto riguarda:<br />
- numero di taxa che si rinvengono nei diversi<br />
microhabitat nei siti di riferimento;<br />
- frequenza con cui i diversi microhabitat sono<br />
rinvenuti nei vari siti fluviali,<br />
occorre segnalare come i microhabitat ‘parti vive di<br />
piante terrestri’ (TP), ‘macrolithal’ (MAC) e CPOM<br />
siano habitat molto importanti per la stima della<br />
ricchezza tassonomica delle comunità bentoniche<br />
dei fiumi italiani.