macroinvertebrati acquatici e direttiva 2000/60/ec (wfd) - IRSA - Cnr
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letto fluviale - non sono di norma visibili per la<br />
scarsa trasparenza dell’acqua. L’uso dei substrati<br />
artificiali, inv<strong>ec</strong>e, riduce fortemente la soggettività<br />
di campionamento, offrendo un campione di<br />
fauna bentonica dallo stesso habitat in ogni<br />
stazione (Cairns & Dickson, 1971);<br />
• il campionamento rappresenta un'integrazione di<br />
tutto il periodo di permanenza dei substrati (circa<br />
30 gg.), fornendo un quadro complessivo dei<br />
fattori di qualità dell’acqua che determinano le<br />
variazioni nella struttura della comunità, senza<br />
risentire in modo troppo marcato di eventuali<br />
variazioni a carico delle caratteristiche<br />
dell’habitat fisico (con l’esclusione della velocità<br />
di corrente e del trasporto solido). La variabilità<br />
delle caratteristiche del substrato in un dato sito<br />
fluviale è in genere fonte primaria di variabilità<br />
nella ricostruzione delle liste tassonomiche; nel<br />
caso di uso degli SA, il substrato è<br />
rigorosamente lo stesso in tutti i siti comparati. In<br />
questo caso, la rinuncia ad un campionamento<br />
multihabitat è un vantaggio, poiché con tale<br />
approccio due siti diversi non verrebbero<br />
comunque campionati nello stesso modo, non<br />
n<strong>ec</strong>essariamente perché non siano presenti gli<br />
stessi habitat nell’ambiente, ma perché essi non<br />
saranno ugualmente raggiungibili;<br />
• i campioni raccolti contengono solitamente<br />
quantità di detrito organico e limo trascurabili,<br />
permettendo così un’agevole separazione degli<br />
organismi;<br />
• i substrati artificiali sono facili da costruire ed<br />
hanno costi molto contenuti.<br />
La t<strong>ec</strong>nica dei substrati artificiali presenta però<br />
alcuni svantaggi, tra cui:<br />
• è stato ampiamente dimostrato che i substrati<br />
artificiali sono soggetti ad una colonizzazione<br />
preferenziale di alcuni taxa (e.g. Anfipodi,<br />
Chironomidi, Efemerotteri del genere Baetis)<br />
rispetto ad altri che colonizzano maggiormente i<br />
substrati naturali o di altra natura (e.g.Tubificidi,<br />
Lumbricidi, Simulidi, Gasteropodi, Odonati<br />
Anisotteri); altri gruppi tassonomici sembrano<br />
inv<strong>ec</strong>e essere meno dipendenti dalle variazioni di<br />
substrato. Questo significa che il prelievo con i<br />
substrati artificiali può non essere indicativo dei<br />
rapporti reali di abbondanza dei vari taxa<br />
nell’ambiente considerato, a causa appunto della<br />
selettività di tale t<strong>ec</strong>nica di campionamento. Ciò,<br />
peraltro, non impedisce un adeguato confronto<br />
tra siti e una corretta definizione della qualità<br />
dell’acqua su base biologica; sono però<br />
certamente n<strong>ec</strong>essari l’uso e la taratura di metodi<br />
biologici di valutazione espressamente dedicati al<br />
tipo fluviale e alla t<strong>ec</strong>nica di campionamento;<br />
Notiziario dei Metodi Analitici n.1 (2007)<br />
72<br />
• i substrati artificiali possono andare persi in<br />
seguito ad eventi di piena del fiume, per atti di<br />
vandalismo, oppure possono essere coperti dalla<br />
vegetazione fluitante e dal limo che ostacolano la<br />
presenza dei taxa più reofili; inoltre, durante il<br />
regime di magra, i substrati possono andare in<br />
s<strong>ec</strong>ca; peraltro, nel caso di substrati in faestite,<br />
qualora essi dovessero essere dispersi nel fiume<br />
e.g. in seguito ad eventi di piena,<br />
determinerebbero un danno molto modesto<br />
all’<strong>ec</strong>osistema, essendo quasi interamente<br />
biodegradabili;<br />
• è n<strong>ec</strong>essario un periodo relativamente lungo di<br />
immersione dei substrati (circa 30 giorni),<br />
affinché la colonizzazione ad opera dei vari<br />
gruppi di organismi macrobentonici – che segue,<br />
tra l’altro, una fase di “stabilizzazione” e<br />
“maturazione” dei SA stessi, e.g. ad opera delle<br />
comunità batteriche e algali - possa considerarsi<br />
completa.<br />
Nonostante queste limitazioni, i substrati artificiali<br />
permettono di ottenere per i grandi fiumi di pianura –<br />
più di ogni altra t<strong>ec</strong>nica con costi e tempi<br />
comparabili (e.g. escludendo t<strong>ec</strong>niche quali<br />
l’aspirazione di substrato fluviale mediante pompe<br />
installate su barche espressamente predisposte) -<br />
dati confrontabili nello spazio e nel tempo. Tali dati<br />
saranno quasi esclusivamente determinati dalle<br />
variazioni strutturali delle biocenosi legate alle<br />
variazioni di qualità dell’acqua; infatti, come visto,<br />
essi consentono di svincolarsi dal grado d’incertezza<br />
legato alla soggettività di campionamento nei diversi<br />
microhabitat presenti che, oltretutto, in questo tipo<br />
fluviale non risultano quasi mai visibili e quantificabili<br />
al momento del campionamento.<br />
Sarà comunque importante ricordare come, in un<br />
grande fiume di pianura, le informazioni ottenibili<br />
mediante lo studio dei <strong>macroinvertebrati</strong> <strong>acquatici</strong><br />
alla scala considerata nel presente lavoro<br />
consentiranno di ottenere principalmente<br />
informazioni sulla componente di qualità più legata<br />
all’acqua. Non sarà cioè possibile derivare<br />
informazioni sostanziali sulle alterazioni di tipo<br />
morfologico delle stazioni fluviali studiate, se non nel<br />
caso di importanti sbarramenti trasversali del fiume.<br />
1.6 Principali esperienze italiane di applicazione<br />
dei substrati artificiali a lamelle<br />
La t<strong>ec</strong>nica di raccolta degli invertebrati qui descritta<br />
ha visto una buona applicazione in alcuni grandi<br />
fiumi italiani, in particolare nel Fiume Po, sebbene<br />
non sia ancora stata utilizzata come metodo di<br />
routine dalle Agenzie per l’Ambiente. Già tra il<br />
dicembre del 1988 e il luglio del 1990, è stato<br />
effettuato uno studio volto a seguire le variazioni