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macroinvertebrati acquatici e direttiva 2000/60/ec (wfd) - IRSA - Cnr

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mare, i fiumi di risorgiva, rogge e canali a rive<br />

scoscese o particolarmente profondi, etc.<br />

É importante ricordare come la scelta del metodo di<br />

campionamento debba sempre n<strong>ec</strong>essariamente<br />

tener conto delle finalità del monitoraggio per il<br />

quale il campione viene raccolto. Ciò premesso, nei<br />

casi in cui uno stesso fiume o settore fluviale<br />

presenti situazioni molto diverse tra loro nelle<br />

diverse stagioni - con l’ovvia esclusione dei periodi<br />

di piena - si suggerisce di selezionare una sola<br />

t<strong>ec</strong>nica di campionamento che consenta la raccolta<br />

di invertebrati in tutti i diversi periodi previsti per il<br />

campionamento, anche nel caso in cui tale t<strong>ec</strong>nica<br />

non fosse la più idonea a descrivere nei dettagli il<br />

sito (e.g. nei termini del numero di taxa<br />

effettivamente presenti).<br />

Spesso, i tratti di pianura dei grandi fiumi e i grandi<br />

canali artificiali sono difficilmente campionabili in<br />

modo del tutto rappresentativo a causa della<br />

profondità dell’acqua, della dispersione su ampi<br />

spazi dei microhabitat, delle differenze di qualità fra<br />

le due sponde, etc.<br />

Una t<strong>ec</strong>nica spesso applicata in ausilio o in<br />

sostituzione al retino immanicato, è quella che<br />

utilizza substrati artificiali (campionatore a cestello,<br />

multipiastre o altro) quali strumenti di cattura in<br />

grado, nel giro di circa un mese, di venire<br />

stabilmente colonizzati dai <strong>macroinvertebrati</strong><br />

<strong>acquatici</strong> (e.g. Solimini et al., <strong>2000</strong>).<br />

In particolare, i substrati artificiali a lamelle di<br />

masonite (Cairns & Dickson, 1971), d'ora in poi<br />

indicati anche come SA, hanno avuto negli ultimi<br />

anni un notevole impiego nel tratto medio-basso del<br />

Fiume Po, dove il campionamento mediante retino<br />

non consente di norma una sufficiente ripetibilità dei<br />

risultati. Questo tipo di substrato artificiale presenta<br />

alcune caratteristiche che ne giustificano l’impiego in<br />

tale tipo fluviale: permette un campionamento<br />

standard, seppure limitato ad un solo microhabitat, e<br />

quindi la confrontabilità dei campioni; fornisce<br />

prevalentemente informazioni relative ai taxa<br />

dominanti, o comunque più rappresentativi, della<br />

comunità bentonica presente nella colonna d’acqua,<br />

in linea con gli assunti della WFD; consente di<br />

catturare i taxa più sensibili all’inquinamento<br />

dell’acqua, di norma legati ai substrati duri, presenti<br />

negli ambienti potamali (e.g. Efemerotteri del<br />

Genere Heptagenia); può fornire informazioni di tipo<br />

quantitativo. Nonostante ciò, nell’uso di questi<br />

substrati bisogna sempre ricordare che: non si potrà<br />

definire la struttura dell’intera comunità bentonica<br />

del fiume, in quanto si campiona un solo<br />

microhabitat, sottostimando così la ricchezza<br />

globale di unità sistematiche. Tale microhabitat può<br />

non essere rappresentativo dell'intero sito. Inoltre, è<br />

noto che i substrati artificiali sono selettivi nei<br />

Notiziario dei Metodi Analitici n.1 (2007)<br />

70<br />

confronti dei diversi taxa bentonici, che non riescono<br />

a colonizzarli con la stessa facilità.<br />

1.2 Obiettivo del lavoro<br />

La t<strong>ec</strong>nica di raccolta degli invertebrati <strong>acquatici</strong> qui<br />

descritta si propone di soddisfare almeno tre punti<br />

fondamentali:<br />

2. rispondere alle richieste della Direttiva Quadro<br />

sulle Acque (WFD) per quanto riguarda<br />

l’informazione ottenibile da campioni di<br />

<strong>macroinvertebrati</strong> bentonici;<br />

3. consentire la raccolta di campioni standard, che<br />

risultino quindi sufficientemente comparabili tra<br />

loro;<br />

4. descrivere adeguatamente una porzione della<br />

comunità macrobentonica, al fine di poter<br />

successivamente formulare giudizi di qualità<br />

corrispondenti allo stato <strong>ec</strong>ologico del sito fluviale<br />

in esame.<br />

Più in generale, l’obiettivo del lavoro è di descrivere<br />

un metodo per la raccolta dei <strong>macroinvertebrati</strong><br />

<strong>acquatici</strong> in fiumi non guadabili ai fini dell’<br />

applicazione della WFD.<br />

1.3 Che t<strong>ec</strong>nica di raccolta dei <strong>macroinvertebrati</strong><br />

usare nei grandi fiumi?<br />

La n<strong>ec</strong>essità di confrontare i giudizi di qualità<br />

espressi mediante l’uso di indici biologici richiede<br />

che i campioni siano raccolti con metodologie e<br />

strategie il più possibile standardizzate. La maggior<br />

parte dei metodi biologici di classificazione e le<br />

relative modalità di campionamento sono stati<br />

messi a punto per i corsi d’acqua guadabili. I<br />

grandi fiumi presentano in molti casi rive scoscese<br />

ed elevata profondità dell’acqua, che rendono<br />

inaccessibile l’alveo per i campionamenti mediante<br />

retino immanicato o rete Surber (Battegazzore,<br />

1991; Buffagni et al., <strong>2000</strong>a; Buffagni & Erba,<br />

2007; Solimini et al., <strong>2000</strong>), e per il tradizionale<br />

retino immanicato. Si manifesta quindi la n<strong>ec</strong>essità<br />

di ricorrere a t<strong>ec</strong>niche diverse di prelievo degli<br />

organismi bentonici, quale quella dei substrati<br />

artificiali. Questi ultimi possono in effetti costituire<br />

un buon metodo per la raccolta di campioni<br />

standard ma, in alcuni casi, non risolvono in modo<br />

del tutto soddisfacente i problemi legati alla<br />

raccolta di campioni utili alla formulazione di un<br />

giudizio di qualità effettivamente rappresentativo<br />

del fiume in oggetto. La maggior parte dei sistemi<br />

di valutazione di qualità proposti per la WFD si<br />

basa sull’approccio multihabitat proporzionale, che<br />

prevede la raccolta di organismi da tutti i principali<br />

microhabitat presenti nel tratto di fiume studiato<br />

(Ghetti, 1997; APAT & <strong>IRSA</strong>-CNR, 2003; Buffagni

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