macroinvertebrati acquatici e direttiva 2000/60/ec (wfd) - IRSA - Cnr
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debba essere campionata (i.e. pool o riffle) dipende<br />
dal tipo fluviale nel quale si sta operando.<br />
La sequenza riffle/pool si riconosce nel fiume per<br />
essere costituita da due aree contigue che<br />
presentano caratteristiche di turbolenza, profondità,<br />
granulometria del substrato e carattere<br />
deposizionale/erosionale comparativamente diverso<br />
(Fig. 2). L’area di pool presenta minor turbolenza e<br />
substrato a granulometria più fine rispetto all’area di<br />
riffle e, di norma, prevalente carattere deposizionale:<br />
nel complesso può essere considerata un’area<br />
lentica, senza con questo intendere un’area dove la<br />
velocità di corrente sia nulla. L’area di riffle si<br />
presenta inv<strong>ec</strong>e come caratterizzata da un<br />
prevalente carattere erosionale, da una minor<br />
profondità e da una turbolenza più elevata rispetto<br />
alla pool: nel complesso si può considerare come<br />
un’area lotica. La chiave del riconoscimento di tale<br />
sequenza è la comparazione fra due aree adiacenti<br />
che presentano caratteristiche di flusso differenti.<br />
Una descrizione dettagliata dei vari tipi di flusso, la<br />
cui identificazione è di supporto alla corretta<br />
individuazione della sequenza riffle/pool, è riportata<br />
al paragrafo 3.4.<br />
La Fig. 3 rappresenta un esempio di sequenza<br />
riffle/pool dove vengono indicati i tipi di flusso rilevati<br />
lungo un transetto trasversale posizionato in<br />
FLUSSO<br />
Notiziario dei Metodi Analitici n.1 (2007)<br />
Fig. 2. Esempio di sequenza riffle/pool nel fiume Trebbia (Appennino Settentrionale).<br />
10<br />
ciascuna delle due aree. Questa figura serve a<br />
chiarire meglio il concetto di confronto fra le due<br />
aree. Dalla figura si evidenzia che l’area di pool è<br />
caratterizzata da flussi comparativamente meno<br />
turbolenti rispetto all’area di riffle e inoltre presenta<br />
un carattere prevalentemente deposizionale come<br />
dimostrato dall’accumulo di CPOM. Si nota inoltre<br />
come anche nell’area di pool si possano registrare<br />
flussi caratterizzati da una certa turbolenza (i.e. RP:<br />
flusso leggermente increspato).<br />
In relazione al tipo fluviale in alcuni casi è difficile<br />
riconoscere la sequenza riffle/pool. Questo è vero ad<br />
esempio nei torrenti montani in area alpina in cui è<br />
possibile riconoscere una sequenza ‘a salti’ che spesso<br />
comprende, tra un salto e l’altro, delle aree di pool.<br />
Questa sequenza dà origine ad un mosaico di substrati<br />
e flussi irregolarmente distribuiti, per cui l’identificazione<br />
di una sequenza regolare riffle/pool è pressoché<br />
impossibile (Fig. 4). Tale morfologia è legata alla<br />
naturale elevata pendenza che di solito caratterizza<br />
questa categoria fluviale. Il riconoscimento di una<br />
sequenza riffle/pool è ugualmente difficile, ad esempio,<br />
nei piccoli fiumi di pianura con scarse variazioni di<br />
portata (e.g. di origine sorgiva) che sono caratterizzati<br />
da substrato uniforme e uniforme tipologia di flusso<br />
(Fig. 5).<br />
POOL<br />
RIFFLE