Un secolo di traduzioni letterarie in esperanto - Federazione ...
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Dr. Esperanto <strong>in</strong><strong>di</strong>cando la loro <strong>di</strong>sponibilità ad imparare la l<strong>in</strong>gua se altri lo avessero fatto, o<br />
<strong>di</strong>chiarando <strong>di</strong> averla già imparata rapidamente. C'è qu<strong>in</strong><strong>di</strong> già un pubblico <strong>di</strong> cultori della<br />
l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong>ternazionale, ai quali è naturale rivolgersi nella l<strong>in</strong>gua stessa. Il Secondo libro<br />
contiene un commento a proposte <strong>di</strong> riforma della l<strong>in</strong>gua pervenute all'autore, esercizi e frasi,<br />
e ancora brani letterari: una favola <strong>di</strong> Andersen, il Gaudeamus igitur e ancora una poesia <strong>di</strong><br />
He<strong>in</strong>e 10 , tradotta tuttavia non più dallo Zamenhof, ma da un poeta, giornalista e saggista<br />
polacco, l'ebreo Leo Belmont 11 . Ci sono anche alcuni proverbi, altra colonna portante <strong>di</strong> una<br />
qualsiasi civiltà; lo Zamenhof vuole creare attraverso la traduzione <strong>di</strong> proverbi una tra<strong>di</strong>zione<br />
l<strong>in</strong>guistica, e a questa raccolta <strong>di</strong> pillole <strong>di</strong> saggezza resterà sempre affezionato 12 .<br />
Ancora letteratura dunque, e ancora brani <strong>di</strong> autori <strong>in</strong>ternazionalmente noti. Andersen viene<br />
tradotto non dall'orig<strong>in</strong>ale (Zamenhof non conosceva il danese), ma dalla versione <strong>in</strong><br />
tedesco 13 . Ancora un riferimento centro-europeo, nonostante il fatto che i primi cultori, che<br />
hanno comperato la prima grammatica <strong>in</strong> libera ven<strong>di</strong>ta <strong>in</strong> librerie e stazioni, fossero<br />
pr<strong>in</strong>cipalmente polacchi e russi, spesso <strong>di</strong> etnia ebraica. Ma presto si aggiunsero numerosi<br />
tedeschi, a volte già adepti <strong>di</strong> una l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong>ternazionale, il Volapük, che aveva avuto un rapido<br />
successo <strong>in</strong> quegli anni, seguito da un decl<strong>in</strong>o ancor più rapido, e che aveva già <strong>di</strong>mostrato la<br />
sua carenza fondamentale: la <strong>di</strong>fficoltà del suo lessico 14 . Questo proveniva generalmente dalle<br />
l<strong>in</strong>gue germaniche, ma le ra<strong>di</strong>ci erano fortemente deformate f<strong>in</strong>o ad essere irriconoscibili;<br />
veniva qu<strong>in</strong><strong>di</strong> meno uno degli elementi fondamentali per una l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong>ternazionale: il potervi<br />
trovare, almeno per i popoli europei, un <strong>di</strong>screto numero <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci della propria l<strong>in</strong>gua 15 .<br />
Con il 1889 la "L<strong>in</strong>gua Internazionale del dr. Esperanto" com<strong>in</strong>cia ad essere chiamata<br />
semplicemente con lo pseudonimo del suo <strong>in</strong>iziatore, e gli adepti si chiameranno<br />
esperantisti 16 . I centri <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione sono a Varsavia, dove vivono Zamenhof e Belmont, a<br />
Odessa, a Norimberga, dove <strong>in</strong>izia le pubblicazioni il primo giornale <strong>in</strong> <strong>esperanto</strong>, La<br />
Esperantisto, a Uppsala. Lo spostamento dell'asse verso l'Europa occidentale si ha negli anni<br />
imme<strong>di</strong>atamente successivi, con la <strong>di</strong>ffusione dell'<strong>esperanto</strong> <strong>in</strong> Francia, dapprima nella<br />
posteriori, <strong>Un</strong>ua libro (Primo libro). La numerazione cont<strong>in</strong>uò per alcuni anni, f<strong>in</strong> quando la grande abbondanza<br />
<strong>di</strong> pubblicazioni <strong>in</strong> vari luoghi rese impossibile il controllo.<br />
10 Si tratta <strong>di</strong> Lieb Liebchen, legs Händchen aufs Herze me<strong>in</strong>, messa successivamente <strong>in</strong> musica da Schumann.<br />
11 Pseudonimo <strong>di</strong> Leopold Blumenthal (1865 - 1940). La traduzione citata è firmata con le <strong>in</strong>iziali K.D., sigla mai<br />
chiarita; <strong>in</strong> pubblicazioni successive che riprendono la stessa poesia il nome del traduttore appare <strong>in</strong>vece<br />
esplicitamente.<br />
12 Il padre, Markus, aveva <strong>in</strong> mente una fraseologia russa-polacca-tedesca-francese che raccogliesse proverbi e<br />
mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>re <strong>di</strong> tutte le provenienze, e ne com<strong>in</strong>ciò la pubblicazione <strong>in</strong> <strong>di</strong>spense nel 1905; a questa raccolta lo<br />
Zamenhof propose <strong>di</strong> aggiungere le massime <strong>in</strong> <strong>esperanto</strong>. Per la morte <strong>di</strong> Markus le pubblicazioni si<br />
<strong>in</strong>terruppero, e poi uscì unicamente la parte <strong>in</strong> <strong>esperanto</strong> nel 1910.<br />
13 Zamenhof tradurrà l'<strong>in</strong>tera raccolta delle Fiabe <strong>di</strong> Andersen, che uscirà dopo la sua morte: i primi tre volumi<br />
tra il 1923 e il 1932 e il quarto e ultimo soltanto nel 1963.<br />
14 L'ideatore del Volapük fu l'abate tedesco Johann Mart<strong>in</strong> Schleyer (1831-1912), che lo pubblicò nel 1879.<br />
Godette <strong>di</strong> successo per circa 10 anni, con numerosi corsi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento e club <strong>di</strong> adepti. Nel 1890 <strong>in</strong>iziò un<br />
decl<strong>in</strong>o rapi<strong>di</strong>ssimo, tuttavia ancora adesso esistono gruppi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi e una rivista; una ricerca con Google dà<br />
per Volapük 1.770.000 citazioni (per confronto, la voce Esperanto ne dà 109 milioni).<br />
15 Il lessico era basato pr<strong>in</strong>cipalmente su quello <strong>in</strong>glese, la struttura grammaticale più su quella tedesca. Il nome<br />
stesso deriva dai vocaboli <strong>in</strong>glesi world e speak: Volapük = l<strong>in</strong>gua del mondo. Vi furono tre congressi, <strong>in</strong> cui<br />
pr<strong>in</strong>cipalmente si parlò <strong>in</strong> tedesco.<br />
16 La term<strong>in</strong>ologia moderna <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guerà poi, circa un <strong>secolo</strong> dopo, gli <strong>esperanto</strong>foni, cioè i semplici utenti della<br />
l<strong>in</strong>gua per qualsiasi scopo, dagli esperantisti, term<strong>in</strong>e a cui si attribuisce anche un significato ideologico <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>vulgatori della l<strong>in</strong>gua e <strong>di</strong> ideali <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> uguaglianza tra i popoli. Gli esperantisti tra loro si sono sempre<br />
chiamati samideanoj (plurale <strong>di</strong> samideano = sam-ide-an-o = membro della stessa idea); un calco <strong>di</strong> tale term<strong>in</strong>e<br />
è usato dagli esperantisti anche <strong>in</strong> italiano (samideano, con il suo plurale samideani) e compare per la prima volta<br />
nel <strong>di</strong>zionario <strong>di</strong> Bruno Miglior<strong>in</strong>i. <strong>Un</strong>a ricerca attuale su Google riporta tale term<strong>in</strong>e usato anche da organismi<br />
non legati all'<strong>esperanto</strong>, ad esempio <strong>in</strong> giornali che parlano <strong>di</strong> manifestazioni <strong>di</strong> esperantisti.<br />
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