Versione Pdf - FeDerSerd
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Questo lavoro è il risultato di una ricerca sui pazienti<br />
in trattamento con metadone a mantenimento presso<br />
i due Servizi per le Tossicodipendenze di Mestre e<br />
Venezia dell’A.ULSS 12 Veneziana. Esso è parte di un<br />
Progetto più ampio finanziato dalla Regione Veneto,<br />
Assessorato alle Politiche Sociali, Direzione dei Servizi<br />
Sociali, Servizio Prevenzione Devianze e affidato alla<br />
U.O. Riabilitazione Dipendenze dell’A.ULSS 12 Veneziana.<br />
L’uso del metadone nei Ser.T.<br />
Il metadone è il farmaco più usato nella terapia della<br />
Dipendenza da oppiacei, in un numero minore di casi<br />
vengono usati l’agonista-antagonista buprenorfina e<br />
l’antagonista naltrexone.<br />
Il metadone, farmaco agonista degli oppiacei, può<br />
essere usato nella terapia della dipendenza da eroina<br />
con due modalità:<br />
1. nel trattamento della sindrome d’astinenza;<br />
2. nel trattamento di mantenimento.<br />
Si tratta di un farmaco con te seguenti caratteristiche:<br />
• Agonista puro dei recettori degli oppiacei;<br />
• Assunzione orale;<br />
• Durata d’azione protratta nell’astinenza da oppiacei<br />
(24136 ore);<br />
• Proprietà analgesiche simili alla morfina.<br />
Quando tale farmaco viene utilizzato in un programma<br />
di mantenimento viene somministrato quotidianamente<br />
per via orale in dosi sufficienti per bloccare i<br />
recettori oppioidi (in modo che il soggetto non avverta<br />
gli effetti euforizzanti dell’eroina), ma non tali da<br />
provocare effetti tossici.<br />
Tate dosaggio va individualizzato sulla base della<br />
risposta del paziente, può essere continuato anche per<br />
lunghi periodi fino a che non si ritenga che il paziente<br />
abbia raggiunto un sufficiente grado di recupero<br />
personale e sociale, tale da far ritenere opportuno il<br />
progressivo abbandono del metadone.<br />
La terapia di mantenimento con il metadone in dosi<br />
adeguate, in modo controllato e associata ad adeguati<br />
trattamenti di supporto produce una serie di vantaggi:<br />
• riduzione del danno e quindi diminuzione dell’uso di<br />
sostanze illecite da strada;<br />
• riduzione delle attività criminose legate all’uso di<br />
sostanze illecite;<br />
• contrasto della diffusione dell’HIV, HBV e HCV;<br />
• miglioramento dell’intervento diagnostico e terapeutico<br />
dei malati di HIV, HBV, HCV;<br />
• miglioramento della risposta ad interventi psicodiagnostici<br />
e terapeutici;<br />
METADONE E LAVORO<br />
INDAGINE TRA GLI UTENTI DEI SER.T. DELL’AZIENDA ULSS 12 VENEZIANA<br />
A cura di<br />
M. DeAngeli, Psicologa, Consulente Dipartimento Dipendenze A. ULSS 20<br />
L. Suardi, Medico Tossicologo Ser.T Dolo A. ULSS 13<br />
M. Zotta, Sociopsicologo Responsabile U.O.R.D A. ULSS 12<br />
N. 3 - OTTOBRE 2004<br />
13<br />
• facilitazione del reinserimento socio-familiare e<br />
inserimento lavorativo.<br />
Va quindi smentita l’opinione diffusa anche in campo<br />
sanitario: che il trattamento con metadone diminuisca<br />
la capacità lavorativa. Questo farmaco se dato a dosi<br />
adeguate non provoca sedazione, sonnolenza, rallentamento<br />
dei riflessi e dei tempi di reazione, diminuzione<br />
dell’attenzione. Un soggetto stabilizzato con<br />
metadone è in genere in grado di eseguire compiti<br />
anche impegnativi fisicamente o intellettualmente.<br />
Tali condizioni vengono ovviamente meno se il soggetto<br />
assume eroina o altre sostanze.<br />
1. Introduzione<br />
Abbiamo ritenuto preliminarmente necessario analizzare<br />
i dati della realtà dei due Ser.T dell’A. Ulss 12,<br />
osservandone l’utenza negli anni `97 e `98, focalizzando<br />
alcuni aspetti di tipo socio-lavorativo: l’età, la<br />
scolarità, l’attività lavorativa, distinta in attività stabile<br />
o precaria, intendendo con questo termine attività<br />
part-time, a tempo determinato, contratti di tipo stagionale,<br />
lavoro nero.<br />
Vorremmo prendere in esame alcuni dati quantitativi<br />
che ci sembrano offrire uno spunto di riflessione.<br />
Il primo di questi è l’aumento dell’età media degli<br />
utenti dei due Ser.T. Negli ultimi due anni, la fascia di<br />
età più rappresentata è ormai quella che va dai 30 ai<br />
34, segnata da un maggior numero di anni di dipendenza,<br />
le cui cause sono molteplici. Tra queste vanno<br />
annoverati: gli interventi di prevenzione sulla diffusione<br />
delle malattie infettive più strettamente legate<br />
all’uso di sostanze per via iniettiva, le nuove terapie<br />
antiretrovirali - che hanno prodotto un notevole<br />
allungamento dell’aspettativa di vita dei sieropositivi -<br />
la maggiore disponibilità di terapie farmacologiche,<br />
per il trattamento dei tossicodipendenti da eroina, con<br />
farmaci sostitutivi (metadone, buprenorfina) o con<br />
farmaci antagonisti (Dole, 1978).<br />
II secondo dato è il numero degli utenti con un’attività<br />
lavorativa precaria o stabile, che supera ampiamente il<br />
dato della letteratura. Nell’anno 1997 gli utenti in carico<br />
al Ser.T di Mestre con un’occupazione precaria<br />
erano il 13,9%, mentre nell’anno successivo il 16,7%.<br />
A fronte del dato che vedeva negli anni `96 e ‘97 un<br />
incremento del numero degli utenti con un’attività<br />
lavorativa stabile, passati da una percentuale del<br />
19,2% al 23,9%; nel ‘98, tale percentuale è ridiscesa al<br />
18,1% (questo dato è da mettere in relazione con il<br />
calo degli utenti del Ser.T , passati da 474 a 436 unità<br />
nel giro di tre anni). La situazione lavorativa degli uten-<br />
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