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scientificamente certo, si apre ad <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ite<br />

possib<strong>il</strong>ità.<br />

Cos’è la morte? Perché moriamo? Esiste<br />

l’immortalità? Come si raggiunge?<br />

E’ op<strong>in</strong>ione comune che la morte sia<br />

l’est<strong>in</strong>zione <strong>della</strong> vita, <strong>il</strong> suo opposto, la sua<br />

negazione. La l<strong>in</strong>ea di conf<strong>in</strong>e tra la vita e la<br />

morte appare come un muro che separa l’attimo<br />

<strong>in</strong> cui le funzioni vitali sono attive, da quello<br />

<strong>della</strong> loro cessazione def<strong>in</strong>itiva, che divide <strong>il</strong><br />

momento <strong>in</strong> cui l’orologio <strong>della</strong> vita scandisce i<br />

suoi m<strong>in</strong>uti, da quello <strong>in</strong> cui esaurisce la sua<br />

carica e le lancette si fermano <strong>in</strong> un<br />

immob<strong>il</strong>ismo irreversib<strong>il</strong>e.<br />

Il nostro corpo fisico ci dà una precisa<br />

sensazione di località. La sua natura<br />

tridimensionale spazio –temporale ci colloca <strong>in</strong><br />

un luogo preciso <strong>in</strong> un determ<strong>in</strong>ato tempo, <strong>in</strong><br />

accordo con le leggi del mondo fisico che ci<br />

ospita, cosicché nel corso <strong>della</strong> nostra vita<br />

sperimentiamo cont<strong>in</strong>uamente la percezione<br />

<strong>della</strong> posizione del nostro corpo e dei suoi<br />

spostamenti nello spazio <strong>in</strong> relazione allo<br />

scandire del tempo. Le frequenze del nostro<br />

corpo carnale derivano dalla vibrazione degli<br />

elementi chimici che compongono la materia<br />

vivente (carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto),<br />

una vibrazione piuttosto lenta e densa, adatta<br />

alla comprensione di punti di riferimento come<br />

sopra e sotto, destra e s<strong>in</strong>istra, nord e sud che,<br />

per nostra convenienza, ci collocano appunto <strong>in</strong><br />

uno spazio-tempo ben preciso e codificato.<br />

Alla morte i nostri sensi ord<strong>in</strong>ari perdono <strong>il</strong><br />

contatto con la realtà fisica diventando sempre<br />

più deboli ed offuscati. Immag<strong>in</strong>i, colori,<br />

sensib<strong>il</strong>ità nervosa e tatt<strong>il</strong>e, odori e suoni<br />

scompaiono uno ad uno, i recettori sensoriali si<br />

<strong>Madaat</strong> - www.kabbaland.com 39<br />

sconnettono dal mondo degli oggetti e non<br />

sono più <strong>in</strong> grado di trasferire al cervello<br />

<strong>in</strong>formazioni ricettive da elaborare e restituire<br />

poi come sensazioni oggettive.<br />

A differenza <strong>della</strong> nascita, la morte non viene<br />

considerata un miracolo dal comune sentire,<br />

perché mentre la prima esprime <strong>il</strong> prodigio di<br />

una nuova vita autonoma e completa che <strong>in</strong>izia<br />

a partire da una s<strong>in</strong>gola cellula fecondata che si<br />

divide più volte seguendo un programma di<br />

strab<strong>il</strong>iante precisione e coord<strong>in</strong>azione, la<br />

seconda pone term<strong>in</strong>e a tutte le funzioni vitali<br />

per le quali la nascita ha combattuto<br />

faticosamente. La prima costruisce, la seconda<br />

demolisce, almeno materialmente parlando.<br />

Si parla di "morte biologica" quando <strong>il</strong> tracciato<br />

del battito cardiaco si appiattisce e diventa<br />

immob<strong>il</strong>e, gli alveoli polmonari non pompano<br />

più ossigeno, i cento m<strong>il</strong>iardi di neuroni<br />

cerebrali <strong>in</strong>terrompono le loro attività elettriche,<br />

le svariate migliaia di m<strong>il</strong>iardi di cellule che<br />

compongono <strong>il</strong> corpo umano ricevono<br />

l’<strong>in</strong>formazione che la loro missione è f<strong>in</strong>ita e<br />

nelle successive 24-48 ore i tessuti degenerano,<br />

ogni s<strong>in</strong>gola cellula muore e l’<strong>in</strong>tero organismo<br />

arriva alla cosiddetta “morte assoluta”.<br />

In una visione materialistica, che associa la vita<br />

esclusivamente al corpo fisico, la morte è l’oblio<br />

<strong>in</strong> cui tutto si dissolve, la l<strong>in</strong>ea del traguardo, <strong>il</strong><br />

punto f<strong>in</strong>ale dell’esistenza e pertanto è un<br />

nemico da combattere, da esorcizzare, almeno<br />

da ignorare o comunque da allontanare <strong>il</strong> più<br />

possib<strong>il</strong>e dal proprio orizzonte temporale.<br />

La durata <strong>della</strong> vita dell’uomo è estremamente<br />

variab<strong>il</strong>e ed è mutata enormemente nel corso<br />

<strong>della</strong> storia. Il capitolo 5 <strong>della</strong> Genesi descrive la<br />

posterità dei nostri patriarchi antid<strong>il</strong>uviani,

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