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Qu<strong>in</strong>di, stante quanto anzidetto, prima di tutto è bene fare la seguente e generale constatazione,<br />
che consiste nel denom<strong>in</strong>are <strong>il</strong> Creato come l'Esistente Diacronico. Infatti, ciò che esiste<br />
rappresenta, ovviamente, anche ciò che noi, <strong>in</strong> qualche modo, percepiamo, ossia <strong>il</strong> cosiddetto<br />
Tempo Presente del <strong>qui</strong> ed ora. Quest'ultimo si palesa come un qualcosa di tangib<strong>il</strong>e o comunque<br />
un icastico <strong>qui</strong>d che naturalmente, <strong>in</strong> uno specifico processo evolutivo, arriva a costituire la Realtà.<br />
Tanto è vero che anche la scienza ufficiale si occupa di ciò che l'occhio non vede ma che determ<strong>in</strong>a<br />
dei chiari effetti sul mondo. Qu<strong>in</strong>di, non tutto ciò che è visib<strong>il</strong>e conclude <strong>il</strong> presente anzidetto ma,<br />
per converso, si può def<strong>in</strong>ire <strong>in</strong> tale modo, tutto ciò che <strong>in</strong>fluenza <strong>il</strong> nostro stato del momento, sia<br />
<strong>in</strong>direttamente che direttamente.<br />
Orbene, procedendo ulteriormente e accostando <strong>il</strong> concetto di esistenza appena menzionato<br />
all'aspetto tanatologico <strong>della</strong> Realtà stessa, si potrebbe anche def<strong>in</strong>ire la Morte come quella<br />
funzione naturale che Cancella l'esistenza nel Tempo. Ossia la Morte può essere paragonata ad<br />
una sorta di processo connaturato destruente, <strong>in</strong>dovato a un tempo <strong>in</strong> ciò che poco prima <strong>in</strong>vece era<br />
costruente, poiché <strong>il</strong> vivere, l'esserci significa <strong>in</strong> qualche modo, avere un effetto, un potenziale di<br />
azione. La Morte levando l'effetto e <strong>il</strong> potenziale suddetto, si qualifica pr<strong>in</strong>cipalmente <strong>in</strong> un puro<br />
atto del cancellare. Possiamo def<strong>in</strong>ire l'atto costruente, del mettere, ossia l' hic et nunc, come <strong>il</strong><br />
vitale, mentre l'atto destruente, evolutivo o del levare, come <strong>il</strong> Morire. Tutto questo, naturalmente,<br />
<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i generali senza la necessità di entrare, per capirci, <strong>in</strong> ulteriori dettagli.<br />
E' <strong>in</strong>teressante vedere adesso, <strong>in</strong> questa ottica specifica, cioè olistica, come anche la vita umana si<br />
può <strong>il</strong>lustrare, idealmente, <strong>in</strong> queste condizioni appena espresse del concetto del mettere e levare.<br />
Ovviamente, ora <strong>il</strong> f<strong>in</strong>e è quello di <strong>in</strong>dagare se nel nostro seno esistenziale è r<strong>in</strong>venib<strong>il</strong>e<br />
l'espressione, <strong>in</strong> ogni attimo diveniente, di un concetto di legge degli opposti che possa darci<br />
ulteriori delucidazioni di cosa c'è al di là <strong>della</strong> vita umana e, soprattutto, se sia possib<strong>il</strong>e stab<strong>il</strong>ire<br />
una formula evocativa per <strong>il</strong> concetto di esistenza.<br />
Ossia una sorta di rappresentazione s<strong>in</strong>tetica, come detto sopra, idealmente matematica.<br />
Dopo questa premessa necessaria, <strong>in</strong>iziamo ora a costruire un diagramma (vedi grafici n.1/A,B,C)<br />
di un essere umano nel proprio ciclo vitale: l'essere umano trova l'abbrivio concreto <strong>in</strong> un punt<strong>in</strong>o<br />
che simboleggia lo zigote orig<strong>in</strong>ario, poi segue un neonato <strong>in</strong> culla, <strong>qui</strong>ndi, <strong>in</strong> successione, l'<br />
<strong>in</strong>fante, l'adolescente, <strong>il</strong> giovane adulto, l'adulto maturo che lavora, l'anziano, <strong>il</strong> vecchio col<br />
bastone e ovviamente, <strong>in</strong> conclusione del ciclo vitale, <strong>il</strong> Morto. Questa è la storia st<strong>il</strong>izzata<br />
dell'uomo, <strong>il</strong> ciclo dell'esistenza entro una mirab<strong>il</strong>e parabola. Il punto più elevato <strong>in</strong> questa<br />
parabola <strong>della</strong> vita umana, sarà dato dall'età di mezzo, cioè dai 40-45 anni, che rappresentano<br />
idealmente l'apice di tutte le prestazioni psicologiche e fisiche. Ma a questo punto <strong>in</strong>terroghiamo<br />
questo tipo di raffigurazione, secondo quanto stab<strong>il</strong>ito precedentemente, cioè sia secondo la legge<br />
<strong>della</strong> vita sia secondo la legge degli opposti, cioè del mettere e del levare. Qu<strong>in</strong>di, agevolmente,<br />
osserviamo che ogni fase che possiamo, <strong>in</strong> qualche modo, considerare di questo grafico non è<br />
sostanzialmente r<strong>in</strong>venib<strong>il</strong>e altro che un punto di Realtà, che possiamo astrattamente stab<strong>il</strong>ire, di<br />
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