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2° – Merito e arbitrarietà<br />
Come cercherò di chiarire, la meritologia fornisce una chiave di lettura del comportamento umano per la<br />
quale tutto quello che pensiamo, diciamo e facciamo di giusto o di sbagliato, di corretto o di scorretto, di ut<strong>il</strong>e<br />
o di svantaggioso può essere rapportato al b<strong>in</strong>omio merito/demerito, e per com<strong>in</strong>ciare a ragionare <strong>in</strong> questi<br />
term<strong>in</strong>i <strong>in</strong> questo paragrafo ho cercato di <strong>in</strong>cludere vari ostacoli al merito, che poi corrispondono a degli<br />
ostacoli alla salute non solo del s<strong>in</strong>golo uomo, ma anche di un gruppo di persone più o meno <strong>numero</strong>so e del<br />
mondo <strong>in</strong>tero<br />
In base a come pensano, a quello che dicono e a come si comportano, le persone si dist<strong>in</strong>guono tra<br />
di loro per la diversa concezione del merito (►27), e alla f<strong>in</strong>e le divergenze di qualsiasi tipo<br />
possono essere ricondotte alla concezione del merito che ognuno ha, che dipende a sua volta dalla<br />
logica adottata che può essere più o meno distante da quella di altre persone con cui si confronta,<br />
come del resto è normale. Nei confronti pacifici, <strong>in</strong> caso di divergenze, ognuno cerca sia di<br />
dimostrare come tra <strong>il</strong> proprio pensiero, le proprie parole e i propri comportamenti ci sia una<br />
coerenza <strong>in</strong>attaccab<strong>il</strong>e, sia di far capire all’altra o alle altre persone che la loro logica non è<br />
altrettanto valida, per cui sarebbero gli altri a essere del tutto o <strong>in</strong> parte <strong>in</strong>coerenti.<br />
27 – Dist<strong>in</strong>zione tra le persone <strong>in</strong> base al merito – le persone si dist<strong>in</strong>guono tra di loro <strong>in</strong> base a<br />
come ragionano e <strong>qui</strong>ndi a come concepiscono <strong>il</strong> merito, nel senso che ciò che è meritato per<br />
alcune può non esserlo per altre, e da queste divergenze possono nascere dei confronti tra le<br />
rispettive logiche che le hanno portate a certe conclusioni, confronti <strong>in</strong> cui ogni persona cerca<br />
esplicitamente o implicitamente di conv<strong>in</strong>cere l’altra o le altre persone <strong>della</strong> migliore validità<br />
<strong>della</strong> propria logica e <strong>della</strong> propria concezione del merito.<br />
I problemi possono nascere <strong>in</strong> due casi (►28): (1) quando i criteri di partenza delle op<strong>in</strong>ioni, delle<br />
scelte e <strong>in</strong> generale delle posizioni assunte non sono rigorosi e liberi da condizionamenti, cioè non<br />
sono frutto di un ragionamento coerente ma dipendono o dall’<strong>in</strong>tenzione di giustificare ciò che<br />
altrimenti sarebbe o potrebbe essere <strong>in</strong>accettab<strong>il</strong>e, o dagli obiettivi che ci si propone di raggiungere;<br />
(2) quando una delle persone per avere la meglio sulle altre passa dal confronto allo scontro. Una<br />
persona può fare ricorso a criteri improvvisati o arbitrari (►29) per far valere le sue<br />
argomentazioni deboli rispetto a quelle più forti <strong>della</strong> controparte, f<strong>in</strong>o a quando può succedere<br />
che perda la pazienza e che trasformi <strong>il</strong> confronto <strong>in</strong> uno scontro, verbale o nei casi peggiori fisico.<br />
28 – Dal confronto all’arbitrarietà e allo scontro – f<strong>in</strong>o a quando le persone si confrontano<br />
civ<strong>il</strong>mente e senza pregiudizi di sorta <strong>il</strong> dialogo è <strong>in</strong>evitab<strong>il</strong>mente costruttivo, anche quando<br />
nessuna cambia le sue posizioni e tutte prendono atto delle divergenze – se <strong>in</strong>vece nel confronto<br />
una o più persone sono chiuse nelle rispettive ragioni o se si rendono conto che i loro criteri<br />
soggettivi non premiano <strong>il</strong> merito ma servono solo per assecondare i loro desideri o le loro<br />
aspettative, a volte possono fare passi <strong>in</strong>dietro correggendosi, ma più spesso <strong>in</strong>terrompono <strong>il</strong><br />
confronto civ<strong>il</strong>e o cercano di <strong>in</strong>staurare una specie di legge relazionale del più forte, <strong>in</strong> cui si<br />
cerca di avere la meglio con metodi irrazionali, per esempio facendo ricorso a criteri privi di un<br />
sufficiente sostegno logico, cioè a criteri arbitrari, o alzando la voce – se questi non funzionano i<br />
peggiori passano allo scontro aperto.<br />
29 – Arbitrarietà – strumento antimeritocratico che prende <strong>il</strong> posto <strong>della</strong> coerenza o nelle persone<br />
ignoranti o <strong>in</strong> quelle che, di fronte alla <strong>in</strong>consistenza delle proprie argomentazioni, improvvisano<br />
più o meno ab<strong>il</strong>mente dei criteri f<strong>in</strong>alizzati unicamente a dar loro ragione, ma ostacolando <strong>il</strong><br />
riconoscimento del merito, riferito sia alle persone da premiare o punire che alle scelte da<br />
preferire.<br />
In questi casi le giustificazioni e gli obiettivi (►30), personali o di altre persone che si vorrebbe<br />
avvantaggiare, sono considerati prioritari rispetto al rigore che richiederebbe una scelta<br />
meritocratica. Ecco <strong>qui</strong>ndi che ogni persona, consapevolmente o meno, può essere vittima di quei<br />
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