Causa per il Maggiorasco di Cristoforo Colombo - Cuccaro e Colombo
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<strong>Causa</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> maggiorasco <strong>di</strong> <strong>Cristoforo</strong> <strong>Colombo</strong>; domande <strong>di</strong> Baldassarre <strong>Colombo</strong> <strong>di</strong> <strong>Cuccaro</strong><br />
lavorato nel suo stu<strong>di</strong>o durante alcuni anni, si era messo al servizio <strong>di</strong> Ambrosio Spinola 23 , come<br />
capitano <strong>di</strong> una sua galera.<br />
Infine Canova risponde all’ultimo quesito 24 <strong>di</strong>chiarando che tutto ciò che ha detto risponde a<br />
verità, come è risaputo in tutt’Italia e particolarmente a Genova, e che non ci sarà nessuno (italiano e<br />
non) che possa <strong>di</strong>re altrimenti.<br />
Bartolomeo Poggio, <strong>di</strong> quarantacinque anni, genovese, che vive a Madrid presso l’abitazione<br />
dell’ambasciatore <strong>di</strong> Venezia, <strong>di</strong>chiara che, pur essendo parente in quarto grado della sposa <strong>di</strong><br />
Baldassarre <strong>Colombo</strong> ciò non gli impe<strong>di</strong>rà <strong>di</strong> esporre la verità. Al secondo quesito, afferma che gli unici<br />
<strong>Colombo</strong> presenti a Genova sono Baldassarre <strong>Colombo</strong> e suo figlio Bonifacio, <strong>per</strong>ché <strong>il</strong> cognome<br />
<strong>Colombo</strong> (o Colom) è estraneo alla città e che <strong>di</strong> ciò egli ha avuto conferma leggendo gli Annali<br />
genovesi.<br />
Alla terza domanda, Poggio risponde che Baldassarre <strong>Colombo</strong> giunse alla Su<strong>per</strong>ba verso <strong>il</strong><br />
1566 25 , e che a Genova egli esercitava la me<strong>di</strong>cina; <strong>di</strong>chiara inoltre che tre o quattro anni dopo <strong>il</strong> suo<br />
arrivo, Baldassarre aveva sposato una delle figlie <strong>di</strong> Raffaele Oliva, madre <strong>di</strong> Bonifacio. Proseguendo,<br />
Bartolomeo Poggio afferma che sia Baldassarre sia Bonifacio sono sempre stati reputati stranieri, e che,<br />
dato che non esiste a Genova <strong>il</strong> casato dei <strong>Colombo</strong>, egli deduce che Domenico <strong>Colombo</strong> doveva aver<br />
vissuto <strong>per</strong> alcuni anni a Genova dove nacque <strong>Cristoforo</strong>.<br />
Alla quarta domanda, Poggio conferma che a Genova esiste la consuetu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> registrare negli<br />
Annali i nomi <strong>di</strong> tutti i genovesi <strong>il</strong>lustri che abbiano compiuto fatti memorab<strong>il</strong>i, e che inoltre, viene<br />
eretta <strong>di</strong> norma in sua memoria una statua nella “sala grande della Signoria”. Premesso ciò, egli è<br />
certo che, se l’Ammiraglio non è stato immortalato in tale sede, è unicamente <strong>per</strong>ché non era genovese.<br />
La sua risposta al quinto quesito è ironicamente lapidaria: nessuna delle sue <strong>di</strong>eci sorelle porta<br />
<strong>il</strong> suo cognome né quello <strong>di</strong> sua madre.<br />
Dopo Bartolomeo Poggio testimonia <strong>il</strong> giovane genovese Stefano Oliva. La sua deposizione<br />
riveste una grande importanza poiché, <strong>per</strong> quanto riguarda la seconda domanda, egli <strong>di</strong>chiara che nei<br />
ventitré anni che ha vissuto a Genova (al momento della testimonianza ne ha ventisei) non ha mai<br />
sentito <strong>di</strong>re che esistesse un solo citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> cognome <strong>Colombo</strong> o Colom. Dichiara inoltre che egli<br />
stesso, nel 1584, <strong>per</strong> or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Davide Vacca 26 , che era stato doge durante <strong>il</strong> biennio 1587-1589,<br />
“trasladó” 27 <strong>il</strong> Liber Nob<strong>il</strong>itatis Genuensis, ossia, <strong>il</strong> libro d’oro dove vengono elencate tutte le famiglie<br />
nob<strong>il</strong>i <strong>di</strong> Genova e dove sono registrati tutti coloro che <strong>per</strong> i servizi prestati alla Repubblica si siano<br />
resi meritevoli <strong>di</strong> benemerenze particolari, e dove, conclude Oliva, non compare <strong>il</strong> cognome <strong>Colombo</strong>.<br />
Alla terza domanda, <strong>il</strong> testimone risponde <strong>di</strong> aver sentito <strong>di</strong>re che Baldassarre si era sposato a<br />
Genova e che ivi era nato Bonifacio, ma che <strong>per</strong> la ragione sopraddetta, cioè <strong>per</strong> <strong>il</strong> fatto <strong>di</strong> aver trascritto<br />
o tradotto <strong>il</strong> Liber Nob<strong>il</strong>itatis può escludere categoricamente che Baldassarre o Bonifacio compaiano<br />
nel suddetto libro.<br />
Alla quarta domanda Oliva <strong>di</strong>chiara che è fin troppo manifesto che Genova immortala i suoi<br />
concitta<strong>di</strong>ni <strong>il</strong>lustri, innalzando un monumento od un busto corredato da una targa commemorativa, e<br />
23 Potrebbe trattarsi <strong>di</strong> Ambrogio Spinola (1527), sposato con Battina Lomellini o del suo più noto nipote (1569-1630), <strong>il</strong><br />
primogenito <strong>di</strong> F<strong>il</strong>ippo Spinola e Polisena Grimal<strong>di</strong>, figlia del Principe <strong>di</strong> Salerno.<br />
24 All’ottava domanda, come detto in precedenza, Canova si rimette alle scritture, dove risulterà quanto in esse è contenuto.<br />
25 “Deve haver cosa de veynte y ocho años poco más o menos que vino a la ciudad de Génoba”. Cfr. infra, p. 527.<br />
Bartolomeo Poggio è l’unico testimone che dà <strong>il</strong> nome e cognome del suocero <strong>di</strong> Baldassarre <strong>Colombo</strong>.<br />
26 Effettivamente Davide Vacca o Vaccari era stato <strong>il</strong> doge della Repubblica durante <strong>il</strong> biennio 14 novembre 1587 - 14<br />
novembre 1589, <strong>per</strong>ché durante <strong>il</strong> <strong>per</strong>iodo a cui fa riferimento Stefano Oliva <strong>il</strong> doge era Gerolamo Chiavari (4 novembre<br />
1583 - 4 novembre 1585).<br />
27 Il significato rimane ambiguo, poiché potrebbe trattarsi <strong>di</strong> trascrivere o <strong>di</strong> tradurre. Cfr. <strong>il</strong> Diccionario de Autoridades<br />
(Madrid 1739).<br />
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