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Causa per il Maggiorasco di Cristoforo Colombo - Cuccaro e Colombo

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Angélica Valentinetti Men<strong>di</strong><br />

nodari et <strong>per</strong> luoro debitamente sottoscritti se li dava et dà intiera et indubitata fede in<br />

giu<strong>di</strong>tio et fuori; né mai ho olduto <strong>di</strong>re che si sij dubitato della fede, integrità et lealtà de<br />

detti nodari. Et se altrimenti si fosse detto l’haveria inteso, sì come non 190 ho fatto né<br />

olduto, salvo come ho detto <strong>di</strong> sopra.<br />

Sopra <strong>il</strong> 9 capitolo risponde:<br />

Io ho sempre, <strong>per</strong> <strong>il</strong> tempo <strong>per</strong> me già deposto, olduto <strong>di</strong>re dalli sopra nominati et altri,<br />

come ho già detto, che <strong>il</strong> detto Lancia hebbe quel figliuolo che si <strong>di</strong>mandava Dominico<br />

nominato nel capitolo, <strong>il</strong> qual Dominico hebbe tre figliuoli maschi legitimi et naturali,<br />

cioè <strong>il</strong> detto Don Christoforo Amirante, Don Diego et Bartholomeo, <strong>il</strong> qual Don<br />

Christofero, sì come ho veduto et letto <strong>per</strong> l’Istoria <strong>di</strong> Don Ferrando suo figliuolo, fu <strong>il</strong><br />

primo inventore delle In<strong>di</strong>e, et <strong>per</strong> veneratione del nome <strong>di</strong> Dominico suo padre, posse<br />

nome S. Dominico la provincia <strong>di</strong> San Dominico, qual hora si chiama nella Nova Ispagna.<br />

Sopra <strong>il</strong> Xº capitolo responde:<br />

Io so del contenuto nel capitolo quel tanto ch’io ho deposto <strong>di</strong> sopra. Et quanto alle<br />

investiture et altre scritture, mi rimetto come sopra.<br />

(177v) [48v] Sopra <strong>il</strong> XIº capitolo responde:<br />

Io ho parimente olduto <strong>di</strong>re dalli prenominati et come sopra che <strong>il</strong> detto signor Don<br />

Christofero et suoi fratelli nominati nel capitolo, essendo ancora putti et vivendo Dominico<br />

luoro padre, si partirono dal castello <strong>di</strong> Cucaro <strong>per</strong> le <strong>di</strong>scensioni ch’erano allhora in detto<br />

castello, né mai – ch’io sappi né habbi olduto <strong>di</strong>re – sono rittornati in queste parti, et <strong>per</strong>ciò<br />

non furano investiti della luoro portione <strong>di</strong> detto castello et feudo come fu investito <strong>il</strong> detto<br />

Domenico luoro padre.<br />

Sopra <strong>il</strong> XIIº capitolo responde:<br />

Quanto al contenuto nel capitolo, <strong>di</strong>co havere olduto <strong>di</strong>re più e più volte nel castello <strong>di</strong><br />

Cucaro et altrove in <strong>di</strong>versi luogi dalli <strong>per</strong> me sopra nominati et da altri i nomi de’<br />

quali non mi raccordo al presente che un signor Delfino <strong>Colombo</strong> delli signori del detto<br />

castello <strong>di</strong> <strong>Cuccaro</strong> hebbe doi figliuoli, de’ quali uno haveva nome Perino et l’altro<br />

Ferrarino, <strong>il</strong> quale Perino andò ad habbitare nella città <strong>di</strong> Piacenza, et che <strong>per</strong> la morte <strong>di</strong><br />

Delfino luoro padre, <strong>il</strong> detto Ferrarino tolse l’investitura dall’<strong>il</strong>lustrissimo signor Marchese<br />

<strong>di</strong> Monferrato tanto a nome suo come del detto Perino suo fratello absente et habitante in<br />

Piacenza come sopra, et qual investitura la vi<strong>di</strong> dell’anno 1550 andando a Roma et<br />

passando <strong>per</strong> Piacenza, dove presentai una lettera qual scrivevano li signori Giovanni<br />

Giorgio et Bonifacio, padre del signor capitolante, a uno gent<strong>il</strong>huomo della casa de’<br />

Colombi habitante in detta città <strong>di</strong> Piascenza. Il qual gent<strong>il</strong>huomo, havuto detta lettera, mi<br />

raccolse amorevolmente in casa sua con grande carezze et mi tratene ivi <strong>per</strong> doi giorni. Et<br />

così, stando et parlando della casa et parentella sua, lui mi <strong>di</strong>sse che luoro signori de’<br />

Colombi <strong>di</strong> Piacenza erano <strong>di</strong>scesi da quelli signori <strong>di</strong> Cucaro, et mi mostrò allhora detta<br />

investitura nella quale si legeva che detto Ferrarino fu investito della luoro portione del<br />

feudo <strong>di</strong> Cucaro a nome suo et <strong>di</strong> detto Perino suo fratello <strong>per</strong> la morte <strong>di</strong> Delfino luoro<br />

padre. Et questo fu (178r) [49r] dell’anno 1550, del mese <strong>di</strong> maggio; del giorno non mi<br />

raccordo. Et gli erano presenti quando facevano tali raggionamenti et vedute dette<br />

investiture <strong>il</strong> nob<strong>il</strong>e Nicolao Gatto ed Ottaviano Gatto, suo nepote, tutti doi <strong>di</strong> Felizano,<br />

quali erano in mia compagnia <strong>per</strong> andare a Roma, né si pocho al presente mi raccordo del<br />

nome <strong>di</strong> detto gent<strong>il</strong>huomo.<br />

190 Scritto nell’interlinea con richiamo nel testo “non”.<br />

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