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Causa per il Maggiorasco di Cristoforo Colombo - Cuccaro e Colombo

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Angélica Valentinetti Men<strong>di</strong><br />

A li 6 del sopra scritto mese <strong>di</strong> febraio<br />

Constituto come sopra <strong>il</strong> reverendo messer prete Francesco Schiarra, vicecurato <strong>di</strong> San Pietro del<br />

luogo <strong>di</strong> Felizano, Diocesi <strong>di</strong> Casale et del statto <strong>di</strong> M<strong>il</strong>lano, testimonio come sopra nominato, prodotto,<br />

cittato, monito et giurato, essaminato et interrogato come infra et primo sopra <strong>il</strong> primo capitolo,<br />

me<strong>di</strong>ante <strong>il</strong> suo giuramento risponde:<br />

Io ho conosciuto <strong>il</strong> fu signor Baldessare <strong>Colombo</strong> delli signori <strong>di</strong> Cucaro, avo paterno del<br />

signor capitulante, et parimente <strong>il</strong> fu signor Bonifacio suo figliuolo et hora conosco <strong>il</strong><br />

signor Don Baldessar 344 capitulante; li quali signori Baldessare et Bonifacio, mentre sono<br />

vissuti, si nominavano, trattavano (233r) [104r] et reputavano come padre et figliuolo,<br />

chiamandosi l’uno l’altro padre et figliuolo, et <strong>il</strong> sim<strong>il</strong>e ho vedutto fare in questo castello<br />

<strong>di</strong> Cucaro al detto signor Bonifatio con esso signor capitulante; et <strong>per</strong> tali sono sempre<br />

statti tenuti et reputati tutti li sopra nominati da tutti quelli che gl’hanno conosciuti, tanto<br />

nel castello et luogo <strong>di</strong> Cucaro quanto in altri luoghi dove hanno pratticato et pratticano.<br />

Dico ancora haver oldutto <strong>di</strong>re già più d’anni quaranta otto passati – tanto in questo castello<br />

<strong>di</strong> Cucaro quanto altrove 345 , delli fu signori Giovanni Ricardo <strong>Colombo</strong>, signor Giovanni<br />

Giorgio et dal signor Baldessar primo, et in Felizano, Nizza, Acqui, Incisa et altri luoghi<br />

dove ho pratticato – publicamente che fu al mondo uno qual si a<strong>di</strong>mandava Lancia<br />

<strong>Colombo</strong> delli signori <strong>di</strong> Cucaro, dello quale nacquero tre figliuoli, cioè Franceschino,<br />

Dominico et Henrioto. Et che dal detto Franceschino nacque Bonifacio et da Bonifacio<br />

nacque Baldessare, avo del signor capitulante, et da Baldessare Bonifacio, qual fu padre<br />

come sopra. Et che dal detto Dominico nacquero tre figliuoli: Christofero, Bartholomeo<br />

et Giacomo o sia Diego, li quali tre figliuoli, essendo fanciulli et vivendo ancor Dominico<br />

luoro padre, si partireno dal castello <strong>di</strong> Cucaro et andoreno <strong>per</strong> sua ventura, né mai più sono<br />

rittornati in queste bande, ch’io sappia. Et <strong>per</strong> quanto io ho inteso <strong>di</strong>re publicamente et<br />

come sopra, detto signor Don Christofero et suoi fratelli fureno li primi inventori delle<br />

In<strong>di</strong>e et quelli che le conquistoreno. (233v) [104v] Et <strong>di</strong> ciò era et è publica voce et fama<br />

tanto in Cucaro quanto in Felizano et altri luoghi <strong>per</strong> me sopra nominati presso tutti quelli<br />

che gli hanno conosciuti et sentito nominare.<br />

Et ciò l’ho oldutto <strong>di</strong>re come sopra nel lugo <strong>di</strong> Cucaro dalli <strong>per</strong> me già deposto; in Felizano<br />

dal nob<strong>il</strong>e fu messer Gioseppe Carbonazo, messer Antonio Carbonazzo, Biaggio Schiarra,<br />

dal signor Giacomo Caffarello; in Nizza dal signor Constantino dalla Piazza 346 , <strong>il</strong> qual<br />

signor Constantino era mercante et pratticava in <strong>di</strong>verse parti del mondo; in Acqui in casa<br />

del signor Franceschino Aynardo, Vicario dell’Episcopo <strong>di</strong> detta citta, da detto signor<br />

Vicario. Et in tutti detti luoghi da molti altri publicamente et 347 come sopra et come cosa<br />

notoria et manifesta a tutti, ancorché non mi raccor<strong>di</strong> precise del nome de tutti quelli de’<br />

quali ho oldutto <strong>di</strong>re quanto ho deposto <strong>di</strong> sopra né delli anni, mesi et giorni né delli<br />

presenti.<br />

Et detti signori de’ Colombi quali io ho conosciuto, cioè signor Baldessar primo, era <strong>di</strong><br />

stattura me<strong>di</strong>ocre, <strong>di</strong> collore olivastro, non assai grasso in volto et haveva la barba canuta,<br />

et quando io lo conobbe poteva essere d’ettà d’anni cinquanta. Et detto signor Bonifacio<br />

era huomo parimente d’honesta stattura, <strong>di</strong> collore olivastro, con barba negra, et quando<br />

lo conobbe poteva esser d’ettà d’anni quaranta in circa. Et questo è quanto <strong>di</strong>co sa<strong>per</strong>e del<br />

contenuto in detto capitolo.<br />

344 Segue depennato “et Bonifacio”.<br />

345 Aggiunto nell’interlinea con richiamo nel testo “quanto altroue”.<br />

346 Piazza,] piazza in Nizza.<br />

347 Aggiunto nell’interlinea “et”.<br />

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