caratteristiche tecniche delle biomasse e dei biocombustibili - Enama
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PARTE 1 BIOMASSE ED ENERGIA CAPITOLO 1 CARATTERISTICHE TECNICHE DELLE BIOMASSE E DEI BIOCOMBUSTIBILI<br />
La trasformazione energetica del biogas in azienda può avvenire:<br />
• per combustione diretta in caldaia, con produzione di sola energia termica;<br />
• per combustione in motori azionanti gruppi elettrogeni per la produzione di energia<br />
elettrica;<br />
• per combustione in cogeneratori per la produzione combinata di energia elettrica e di<br />
energia termica.<br />
Con 1 m 3 di biogas è possibile produrre mediamente 1,8-2 kWh di energia elettrica e 2-3 kWh<br />
di energia termica.<br />
Il biogas, dopo essere stato purifi cato a biometano al 95-98% può anche essere utilizzato per<br />
autotrazione e/o immesso nella rete di distribuzione del gas naturale. Infatti, il principale vantaggio<br />
del biometano è quello di poter essere stoccato e pertanto anche trasportato all’interno<br />
della rete del gas, rendendo possibile il suo pieno sfruttamento, sia termico che elettrico.<br />
La descrizione della composizione chimica del biogas e del biometano è contenuta nel capitolo<br />
1.5.3.<br />
Il sottoprodotto della digestione anaerobica è il digestato, questo si distingue in:<br />
acidogenico e metanogenico.<br />
Il digestato acidogenico è un materiale organico stabile composto prevalentemente da lignina<br />
e cellulosa, ma anche da una varietà di componenti minerali e da una matrice di cellule<br />
batteriche morte. Questo digestato è un succedaneo al compost.<br />
Il digestato metanogenico è il terzo sottoprodotto della digestione anaerobica e, in relazione<br />
alla qualità del materiale sottoposto a digestione, può rappresentare un fertilizzante eccellente<br />
e ricco di nutrienti.<br />
Il digestato, se prodotto esclusivamente da matrici organiche agricole: effl uenti, scarti agroindustria,<br />
colture dedicate, ecc. può essere impiegato nell’azienda stessa come fertilizzante, previa<br />
operazione di stabilizzazione.<br />
1.3.4 Industria del legno (residui della prima e seconda lavorazione)<br />
Per questa categoria le tipologie <strong>delle</strong> <strong>biomasse</strong> residuali più signifi cative come possibile fonte<br />
energetica, possono essere così classifi cate:<br />
Residui della prima lavorazione del legno<br />
- Sciaveri, segatura, corteccia, trucioli, refi li, intestature ed altro.<br />
Residui della seconda lavorazione del legno<br />
- segatura, trucioli, refi li e altro.<br />
La produzione in termini di qualità e quantità varia molto a seconda del processo produttivo<br />
adottato dall’azienda e dalla tipologia del materiale legnoso lavorato, a titolo esemplifi cativo<br />
un’industria che lavora molto legno di conifera ha elevate produzioni di corteccia rispetto alle<br />
latifoglie. Inoltre alcune operazioni possono essere svolte direttamente in bosco come la scortecciatura,<br />
la refi latura o l’intestazione con l’impossibilità di recupero del sottoprodotto.<br />
Il recupero presso l’industria del legno <strong>dei</strong> residui può essere eff ettuato con sistemi di raccolta<br />
meccanica per quelli più grossolani (sciaveri, intestature, refi li e trucioli) o con sistemi di aspirazione<br />
(segatura e polveri legnose).<br />
Trattandosi di residui di una lavorazione principale tali sottoprodotti, quando non espressamente<br />
impiegati dall’azienda stessa per produrre energia di processo o trasformati in <strong>biocombustibili</strong><br />
(es. pellet e brichette), sono classifi cati secondo il seguente codice CER (Codice Europeo<br />
<strong>dei</strong> Rifi uti): Codice CER: 03 01 01 (scarti di corteccia e di sughero).<br />
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