caratteristiche tecniche delle biomasse e dei biocombustibili - Enama
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PARTE 1 BIOMASSE ED ENERGIA CAPITOLO 1 CARATTERISTICHE TECNICHE DELLE BIOMASSE E DEI BIOCOMBUSTIBILI<br />
1.4.2.2 Topinambur<br />
Il topinambur (Heliantus tuberosus L.), in inglese conosciuto<br />
con il curioso nome di Jerusalem artichoke,<br />
è una pianta perenne della famiglia <strong>delle</strong> Compositae,<br />
a ciclo C3, originaria della fascia meridionale degli<br />
Stati Uniti d’America. Il topinambur è caratterizzato<br />
da una grande rusticità, una elevata produttività<br />
ed una notevole facilità di riproduzione.<br />
Il topinambur è una coltura che di fatto non è<br />
presente negli ordinamenti colturali, risulta, però, interessante in relazione ai molteplici<br />
impieghi: produzione di foraggio verde e insilato, quale cover crop in terreni marginali, e<br />
soprattutto per la produzione di zuccheri. Per ciò che riguarda quest’ultimo aspetto, il topinambur<br />
accumula sia nella porzione ipogea (tuberi) sia in quella epigea (steli) zuccheri<br />
semplici (specialmente fruttosio) e fruttani (inulina), che possono essere destinati sia per<br />
l’alimentazione, sia per diverse applicazioni energetiche (es. bioetanolo o biogas), chimiche<br />
e farmaceutiche, anche in relazione al gran numero di altri composti naturali che sono<br />
estraibili da questa coltura.<br />
La pianta è costituita da una parte aerea formata da robusti steli che si innalzano anche fi no a 3<br />
e 4 metri di altezza, portanti larghe foglie a cuore appuntite e terminanti con un gruppo di fi ori<br />
gialli riuniti in un capolino. Questi steli emergono dal terreno in aprile, crescono durante tutta<br />
l’estate (salvo i periodi di forte siccità in cui il fogliame si affl oscia) e fi oriscono verso la fi ne di<br />
settembre. L’apparato ipogeo del topinambur è formato da rizomi tuberiferi, di forma molto<br />
irregolare, e da radici ramifi cate. I rizomi raggiungono il loro massimo volume solo in autunno<br />
inoltrato, perciò la raccolta si inizia solo dopo l’essiccamento <strong>dei</strong> fusti.<br />
Il topinambur resiste al freddo e al caldo ma preferisce climi caldo-temperati. Si adatta a ogni<br />
tipo di terreno, in quanto pianta estremamente rustica ed invadente, e si può coltivare con<br />
<strong>tecniche</strong> a basso input e senza irrigazione.<br />
Impianto e cure colturali<br />
La tecnica colturale è simile a quella utilizzata per la coltivazione della patata. L’impianto si fa<br />
ponendo a dimora i tuberi o pezzi di tubero (con almeno due gemme) ad una profondità di<br />
circa 5-10 cm, quando la temperatura media del terreno si stabilizza sui 10°C, generalmente<br />
dalla metà di marzo nelle regioni del Nord Italia. La densità ottimale è 4-5 tuberi/m 2 , alle stesse<br />
distanze che si usano per la patata. Anche dopo il raccolto rimangono sempre nel suolo piccoli<br />
tuberi e frammenti di tuberi che assicurano la riproduzione per l’anno seguente. La produzione<br />
di tuberi si aggira intorno alle 20-25 t/ha.<br />
La coltura del topinambur risulta particolarmente competitiva nei confronti <strong>delle</strong> erbe infestanti,<br />
dopo il primo anno, generalmente non sussistono più problemi di infestazione. Tuttavia,<br />
dato un avvio di crescita lento nei primi due mesi, richiede un adeguato controllo <strong>delle</strong><br />
malerbe nel primo periodo di sviluppo.<br />
Raccolta<br />
La raccolta <strong>dei</strong> tuberi maturi inizia solo dopo l’essiccamento <strong>dei</strong> fusti, dall’ autunno inoltrato,<br />
quando i rizomi raggiungono il loro massimo volume. Uno degli svantaggi della coltura è<br />
relativo proprio all’epoca di raccolta <strong>dei</strong> tuberi (generalmente in dicembre) caratterizzata da<br />
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