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Autorità, gentili Colleghi, Signore e Signori, a nome del Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati Vi ringrazio della presenza alla celebrazione del XVII Congresso Nazionale della Categoria e, da questa Terra di Sicilia da dove 150 anni fa è partita l’azione che ha portato all’Unità d’Italia nel luogo in cui le eccellenze delle produzioni agricole sono vive e testimoniano l’amore per la Terra porgo a Tutti il benvenuto della Categoria. Salutiamo anche coloro che, pur non presenti, hanno inviato messaggi augurali per i lavori congressuali. Due anni fa, quando il CNPA decise il tema del Congresso, avevamo già avvertito le vene degli agricoltori pulsare di fronte ad un mercato che, per ragioni di prezzo, non accettava le loro produzioni. Ed oggi, purtroppo, la situazione sta precipitando. E per questo la Categoria prova preoccupazione per le sorti dell’agricoltura, territorio ed ambiente ed il CNPA, attento ai momenti che coinvolgono il sistema nel suo insieme, ha voluto affrontare questa importante tematica, senza la presunzione di esaurirne i problemi, ma con la consapevolezza di poter fornire un qualifica- 8 XVII CONGRESSO NAZIONALE LA GLOBALIZZAZIONE 10 ANNI DOPO Il contributo dei Periti Agrari RELAZIONE DI APERTURA DEL XVII CONGRESSO NAZIONALE Andrea Bottaro Presidente CNPA Perito Agrario 2/2011 to contributo e mettendo a disposizione della collettività il nostro entusiasmo e competenza. Prima di iniziare la trattazione è opportuno intendere che con il termine “globalizzazione si indica il fenomeno di crescita progressiva delle relazioni e degli scambi a livello mondiale in diversi ambiti, il cui effetto principale è una decisa convergenza economica e culturale tra i Paesi del mondo.” m Le L ragioni del tema: come Categoria siamo presenti in i tutta la filiera dell’agroalimentare, a del territorio e dell’ambiente d e, nel 2000, proprio p in questi giorni, a Port El Kantoui nella nostra n prima uscita internazionale n abbiamo voluto affrontare a il tema della globalizzazione g dei mercati. c Argomento delicato perché, p sull’onda dello stimolo s del WTO, molti ipotizzavano i che, grazie a questo potenziale strumento m si potevano risolvere v alcuni dei pressanti problemi p del sociale. Dalla D Categoria, non condividendo d l’euforia del momento, m in modo pragmatico m fu pronosticata la difficile d coesistenza tra i buoni b propositi dei tanti addetti a ai lavori e l’innato t affarismo speculativo proprio p del commercio internazionale. i Le L tradizioni culturali ru-
ali , la biodiversità, il cibo, l’acqua, e tutti i mezzi di esistenza sono ridotti a livello di mercato. L’utilizzo di strumenti agricoli più capaci e potenti ha aumentato quantitativamente le produzioni saturando i mercati dei paesi consumatori, erodendo le risorse naturali e, a volte determinando guasti ambientali di grande portata sconvolgendo il rapporto tra agricoltura, territorio ed ambiente. Prova ne è la formidabile opportunità fornita dalle energie alternative che però stanno operando in sistema di sostituzione non sufficientemente attento all’ambiente e all’agricoltura estensiva. La “globalizzazione” avrebbe dovuto risolvere i problemi delle popolazioni dei Paesi in Via di Sviluppo liberandole da fame e miseria e, nei paesi consumatori, la riduzione del costo delle derrate alimentari. Questi buoni propositi non hanno considerato fenomeni che hanno minato l’equilibrio ecologico del pianeta (desertificazione avanzante, cementificazione ecc) ed altri fenomeni determinanti la caduta dei prezzi dei prodotti agricoli con il conseguente impoverimento dei territori rurali. Pur appartenendo a una storia antica risalente alle scoperte geografiche, il mercato globale nell’ultimo decennio ha avuto un’accelerazione che, nel settore agroalimentare, ha determinato un aumento del divario esistente tra i paesi in via di sviluppo e quelli industrializzati, sui problemi inerenti alla fame nel mondo. Alla grande disponibilità di prodotti alimentari non corrisponde, per basso reddito pro/capite di circa due miliardi di persone, la possibilità di acquistarli. Quindi non è peregrino affermare che la globalizzazione non ha risposto alle attese di maggiore disponibilità di cibo accessibile. XVII CONGRESSO NAZIONALE Per solidarietà siamo vicini alle popolazioni che nonostante il maggior impegno produttivo sono ancora nella soglia di povertà ma dobbiamo anche proiettare quello che accade nelle cose di casa nostra. E cosa troviamo? Prima di tutto una delocalizzazione dei centri di produzioni agro-zootecniche in altri Paesi ove i salari più bassi consentono costi di produzione inferiori a quelli delle nostre imprese agricole con conseguente maggiore interesse dell’industria di trasformazione e dei commercianti interni. I prodotti agricoli e derrate alimentari che, grazie alla politica dei prezzi più convenienti riescono ad entrare nel nostro circuito commerciale di fatto escludono buona parte dei prodotti della nostra agricoltura dalla filiera produzione-consumatore perché scontano i maggiori costi di produzione. In estrema sintesi le produzioni agricole italiane, rispetto a quelle similari di altri Paesi, costano di più all’origine e quindi sono fuori mercato con conseguente crisi dell’impresa agricola che rischia di chiudere i battenti. Quale politica è stata finora attuata per garantire le produzioni italiane che sono minate da similari prodotti ottenuti a basso costo in altri Paesi dove le produzioni agricole, seppur aumentate di quantità, non hanno aumentato i redditi pro/ capite? I nostri tecnici, in questo difficile contesto hanno consentito, con i loro studi e ricerche di sviluppo, di ottenere il massimo delle produzioni sia in termine di quantità che di qualità. Il problema, quindi, non è tecnico ma economico. Se nei PVS le quantità di produzioni agricole non hanno effetto sull’aumento dei redditi pro/capite nei nostri mercati, i grandi numeri, come impone la legge della domanda e Perito Agrario 2/2011 9
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