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Gli effetti della globalizzazione sul paesaggio I periti agrari studiano le nuove problematiche fitosanitarie Per. Agr. Leonardo Perronace I cambiamenti climatici e l’arrivo di nuove specie invasive stanno determinando un incremento delle emergenze fitosanitarie forestali. Inoltre alcuni parassiti, condizionati da fattori ambientali che esaltano la loro aggressività e riducono la resistenza delle piante, si sono mostrati in grado di modificare anche i loro areali di diffusione e i biocicli. Emblematici sono i casi di Phytophthora spp. nei castagneti, del Tarlo delle città risente di tali invasioni. Soprattutto perché la forestazione urbana è un mezzo per mitigare il fenomeno dell’isola di calore e dell’inquinamento in ambiente urbano. Oltre la perdita delle alberature e quindi della modifica del paesaggio bisogna tener conto della sicurezza di cose e persone: infatti molti di questi parassiti oltre al danno biologico infliggono anche un danno meccanico che pregiudica la stabilità. Per questi motivi non si può fare a meno di intervenire mettendo in atto tutte le pratiche conosciute e stimolando la ricerca per la soluzione ai problemi creati. Le emergenze maggiori in termini di attacco vengono da : 5. Rhynchophorus ferrugineus. sis crea delle cavità all’interno del fusto che rendono precaria la stabilità meccanica della pianta. nematode che preoccupa molto per le - 18 XVII CONGRESSO NAZIONALE Perito Agrario 2/2011 chamus spp., riesce ad infiltrarsi ed a riprodursi fino alla morte di numerosi esemplari. spp. pone problemi alla stabilità degli alberi oltre al disseccamento di interi boschi di Pinus spp. Per quanto riguarda il Rhynchophorus ferrugineus possiamo ricordare quanto già evidenziato sulla rivista il possono garantire una protezione efficace delle palme. I trattamenti effettuati su circa 200 Palme del Comune di Roma nel 2010 hanno avuto un effetto positivo del 100%: dove sono stati effettuati i trattamenti non si sono avute infestazioni. Le sfide che la globalizzazione dei mercati pone oggi sono anche quelle fitosanitarie. volta i problemi relativi all’ambiente ed al paesaggio. Solo con l’osservazione dei fenomeni e la riflessione costante, con la sperimentazione audace ma ragionata, con la rete potremo dare il nostro contributo efficace e determinante alla difesa del nostro ambiente.
La professione del perito agrario al servizio delle energie alternative rinnovabili Dr.ssa Valeria Coco Tra le fonti rinnovabili, il solare fotovoltaico e l’eolico sono quelle che hanno avuto il tasso di crescita più elevato e che potranno, in futuro, contribuire, in maniera sostanziale, al soddisfacimento della domanda di energia ed alle richieste di energia “pulita”. Proprio oggi, in conseguenza degli incidenti verificatisi in Giappone, la realizzazione di impianti che sfruttano le fonti naturali di energia, acquista una sempre maggiore importanza tra quelli che producono energia da fonti rinnovabili. Tuttavia , è stato dimostrato che, anche se a livello generale vi è un considerevole supporto alle politiche di promozione delle fonti rinnovabili di energia, a livello locale, spesso le comunità percepiscono l’installazione di impianti alimentati ad energia rinnovabili da fonti rinnovabili come limitativi della qualità della vita o impattanti sul paesaggio naturale; per tale motivo, tra gli studi propedeutici alla realizzazione di impianti alimentati a da fonti rinnovabili, la valutazione degli impatti sul territorio, sulle comunità e sulla flora e la fauna, rappresentano dei supporti decisivi ed importanti nell’iter di approvazione degli stessi. L’impatto di un qualsiasi impianto alimentato da fonti rinnovabili può essere valutato considerando le tre distinte fasi : 1. impatto durante la fase di realizzazione; 2. impatto nel periodo in cui l’impianto rimane installato; 3. impatto allo smantellamento dell’impianto. Lo studio degli impatti ambientali di un impianto di tale genere coinvolge una serie di competenze, tra cui quella più importante è rappresentata dalla professione del perito agrario, il quale, per formazione professionale e capacità acquisite sul campo, è in grado di dare un contributo non indifferente in relazione agli studi che debbono essere prodotti, in merito agli impatti sul terreno , sulle specie tipiche dell’area, sull’effettivo impiego dei XVII CONGRESSO NAZIONALE terreni, e dal punto di vista agricolo ed, in alternativa, per la produzione “industriale” di energia. Poiché le valutazioni non si fermano al solo impatto visivo, ma vanno oltre, analizzando le influenze sulle forme di vita caratteristiche dei territori, ben si comprende come la professione che meglio si presta alla realizzazione di studi che abbiano come scopo li contenimento dei carichi sul territorio sulla flora e la fauna caratteristici dei terreni, siano quelle direttamente coinvolte nella conduzione, direzione e gestione di attività sterramene legate all’agricoltura. Dal momento che impianti di tal genere rappresentano una fonte alternativa di “sfruttamento” delle risorse naturali e di riqualificazione delle attività economiche legate al territorio, nell’ottica dello sviluppo di nuove fonti di guadagno deve essere considerata, non solo la fattibilità, ma anche la continuità di tali attività, che rappresentano una nuova fonte di lavoro, a volte in aggiunta a quello già condotto presso le aziende agricole, a volte di supporto e miglioramento alle stesse, a volte di sviluppo e realizzate allo scopo di soppiantare attività non più produttive; in linea con gli obiettivi europei, che, offrendo gli strumenti a livello nazionale e regionale, promuovono, attraverso canali di finanziamento alle aziende coperture parziali dei costi di realizzazione di tali impianti. Il principale scopo, infatti del Piano di Sviluppo Rurale, è quello di dare un tangibile imput alle attività agricole, offrendo anche gli strumenti per migliorare le aziende esistenti sfruttando le fonti di energia “pulita”, che possono aiutare questo settore in crisi a rientrare di alcuni costi di gestione, relativi ai consumi energetici o affiancare all’attività agricola quella relativa alla produzione di energia , che, se in esubero rispetto ai consumi dell’azienda agricola, può essere messa in rete . Se consideriamo il contesto di un’azienda agricola come il punto di inizio e quello attorno al quale debbono esse- Perito Agrario 2/2011 19
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