Leggi il pdf - Collegio Nazionale dei Periti Agrari » e dei Periti Agrari ...

Il lavoro, dialogo sociale nella
filiera agroalimentare
Dr. Fulvio Giacomassi
Segreteria centrale CISL
Buongiorno a tutti
e tutte grazie per
l’invito e l’opportunità
date a me
e a nome dell’organizzazione
di
CISL di portare
un contributo a
questo Congresso
di grande utilità
perché riporta al
centro della discussionel’agricoltura
e l’agroalimentare
.
Ritengo che questo
sia il momento giusto per farlo perché, dopo il
crollo del modello, negli scorsi anni tutti abbiamo
vissuto e pagato uno sviluppo economico basato
sulla finalizzazione dell’economia e l’implosione ci
sta facendo pagare una crisi che stiamo cercando di
fronteggiare basando la nostra economia sul reale, e
non su carta, che vede la necessità di un manifatturiero
innovato, servizi
moderni e avere anche
una forte agricoltura.
E’ il momento giusto
di affrontare queste
problematiche perché
si sta facendo strada
da più parti l’idea che
si debba puntare ormai
al livello internazionale
sul modello
di sviluppo che sia sostenibile
sia dal punto
di vista economico
ma anche sociale ed
ambientale.
Noi siamo interessati
28
XVII CONGRESSO NAZIONALE
Perito Agrario 2/2011
a parlare di questi problemi che coinvolgono la globalizzazione
e l’ agricoltura che in Italia occupa un
milione di persone e nell’industria alimentare cinquecentomila
occupati che, insieme, rappresentano
il 6% dell’occupazione; un dato importante che lega
le ragioni del lavoro con quelle dell’impresa .
Le ragioni del sociale con quelle dell’economia,
nell’ambito di una agricoltura forte e di una attività
agroalimentare competitiva, permettono di consolidare
il lavoro capace di affrontare le sfide importanti
per l’agricoltura, l’alimentazione e gli altri settori
ormai globalizzati che necessitano di una maggiore
cooperazione tra tutti i soggetti che si occupano di
agricoltura sia a livello nazionale che regionale, a livello
istituzionale o associativo, strutture politiche o
di tecnici come i Periti Agrari.
Oggi è necessario concentrare tutti gli sforzi e l’attenzione
nei confronti della nuova politica agricola
comunitaria, per la quale è già partito il percorso
di consultazione e di audizione da parte della commissione
europea, per costruire l’impostazione della
nuova PAC dei 27 Paesi.
Dovremmo affermare tutto il peso del sistema Italia;
le forze politiche ed istituzionali e le parti sociali devono
operare affinché l’agricoltura e l’agroalimentare
divengano parte integrante dell’agenda europea
2010- 2020.
Questo sarà il primo passo per l’uscita dalla crisi per
cui il sostegno all’agricoltura, che rappresenta il 45%
del badget comunitario, deve essere un momento di
una strategia complessiva di uscita dalla crisi e non
un sussidio fine a se stesso.
Altro rischio che occorre scongiurare è quello che
la nuova PAC adotti il parametro legato unicamente