Leggi il pdf - Collegio Nazionale dei Periti Agrari » e dei Periti Agrari ...
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Gli effetti della Globalizzazione<br />
nel settore vitivinicolo<br />
Prof. Mario Fregoni – Presidente onorario dell’OIV –<br />
Università Cattolica S.C. Piacenza<br />
La viticoltura, mondiale e<br />
italiana, causa la globalizzazione,<br />
ha subito modifiche<br />
epocali. Come in ogni<br />
attività umana e culturale<br />
gli effetti hanno introdotto<br />
l’uniformità e la standardizzazione<br />
viticola e<br />
enologica.<br />
La superficie mondiale<br />
della vite negli ultimi decenni<br />
è passata da 10 m<strong>il</strong>ioni<br />
di ettari a 7,8 m<strong>il</strong>ioni<br />
di ha e in parte si è trasferita<br />
nei nuovi impianti <strong>dei</strong> Paesi del Nuovo Mondo. I<br />
Paesi che maggiormente hanno perso superficie sono<br />
la Spagna, l’Italia e la Francia, oltre ad altri Paesi euro-<br />
22<br />
XVII CONGRESSO NAZIONALE<br />
Perito <strong>Agrari</strong>o 2/2011<br />
pei. L’Italia un secolo fa possedeva 3,5 m<strong>il</strong>ioni di ha (di<br />
cui 900.000 in viticoltura pura), mentre oggi si aggira<br />
sui 600.000 ha. La viticoltura mista (promiscua) é praticamente<br />
scomparsa e comunque non è più censita.<br />
Un altro fenomeno verificato ha riguardato lo slittamento<br />
della viticoltura della montagna e della collina<br />
verso la pianura, più meccanizzab<strong>il</strong>e, ma più fert<strong>il</strong>e e<br />
più dotata di acqua. La viticoltura si è altresì sv<strong>il</strong>uppata<br />
nelle zone tropicali e subtropicali,dove la vite produce<br />
anche tre volte all’anno. Attualmente abbiamo,<br />
pertanto vendemmie in tutti i periodi dell’anno, specie<br />
per le uve da tavola.<br />
La produzione mondiale di vino degli ultimi 30 anni è<br />
passata da 350 m<strong>il</strong>ioni di hl ai 280 m<strong>il</strong>ioni di hl attuali.<br />
I consumi mondiali di vino si sono mantenuti abbastanza<br />
stab<strong>il</strong>i negli ultimi decenni, restando sui 240 m<strong>il</strong>ioni<br />
di hl. Il surplus attuale è quindi di 40 m<strong>il</strong>ioni di hl,<br />
ma circa 20-25 m<strong>il</strong>ioni di hl vengono assorbiti dagli usi<br />
industriali. Comunque <strong>il</strong> mondo dispone di molto vino<br />
e le cantine sono piene, nonostante la dist<strong>il</strong>lazione di<br />
sostegno dell’U.E. I consumi mondiali si sono in parte<br />
trasferiti dall’Europa ai Paesi del Nuovo Mondo. Nel<br />
vecchio continente i consumi continuano a ridursi per<br />
cause sanitarie e complesse. In Italia nel 1976 si consumavano<br />
120 litri/procapite/anno, mentre attualmente<br />
<strong>il</strong> consumo è di circa 40 l. e le previsioni sono per<br />
un’ulteriore diminuzione. Di conseguenza dobbiamo<br />
puntare su altri mercati e su altri<br />
consumatori, con esigenze diverse,<br />
che vanno approfondite.<br />
Le esportazioni mondiali di vino<br />
sono fortunatamente passate da<br />
40 m<strong>il</strong>ioni di hl a 86 m<strong>il</strong>ioni di hl<br />
all’anno e <strong>il</strong> fenomeno rappresenta<br />
la salvezza della viticoltura<br />
europea. Per quanto concerne<br />
l’Italia le esportazioni sono passate<br />
da circa 15 m<strong>il</strong>ioni di hl ai<br />
22 M di hl del 2010, per quasi 4<br />
m<strong>il</strong>iardi di euro. Un successo eccezionale<br />
che deve superare la<br />
fortunata situazione del rapporto<br />
favorevole fra euro (più debole)<br />
e dollaro (che si è rivalutato).<br />
Indubbiamente vanno attentamente<br />
seguite le esportazioni nel<br />
gruppo <strong>dei</strong> Paesi Brics (Bras<strong>il</strong>e,<br />
Russia, India, Cina, Sud Africa),<br />
che presentano prospettive di<br />
sv<strong>il</strong>uppo economico nettamente<br />
superiori al livello europeo.