19.06.2013 Views

novembre dicembre 2011 - Club Alpino Italiano

novembre dicembre 2011 - Club Alpino Italiano

novembre dicembre 2011 - Club Alpino Italiano

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

LA riviSTA 6 | <strong>2011</strong> 31<br />

1» Nella foresta boreale, le estati sono fresche e corte. Quando arriva,<br />

l’autunno accende letteralmente le chiome degli alberi colorando<br />

il paesaggio di mille colori. Saguenay-Lac-Saint-Jean, QC, Canada.<br />

Foto©H. Morin<br />

oriGine e diffUSione<br />

Durante il Pleistocene, circa 20.000 anni fa, le temperature medie<br />

annue erano più basse di 8-12°C rispetto a quelle attuali ed uno<br />

strato di ghiaccio di oltre 3.000 metri ricopriva quasi la metà del<br />

continente nordamericano ed eurasiatico. La trasformazione delle<br />

masse d’acqua in ghiaccio causarono un abbassamento dei mari<br />

fino a 200 metri, a tal punto che le isole britanniche apparivano<br />

unite alla terraferma. Il successivo riscaldamento del pianeta fece<br />

gradualmente recedere l’immenso ghiacciaio, consentendo agli alberi<br />

e alle piante che si erano precedentemente concentrate nelle<br />

parti più meridionali, di diffondersi verso nord. Le prime specie<br />

arboree colonizzatrici furono i pini e gli abeti del genere Picea<br />

(18.000 anni fa) e successivamente arrivarono le betulle e gli abeti<br />

del genere Abies. Fra i 12.000 ed i 9.000 anni fa, tutte queste<br />

specie coesistevano a sud del ghiacciaio che ancora ricopriva una<br />

gran parte del Canada. Intorno a 5.000 anni fa, il riscaldamento<br />

del pianeta si arrestò, delineando così definitivamente la composizione<br />

vegetazionale di quella che oggi è conosciuta come foresta<br />

boreale, dal nome del dio della mitologia greca Bòrea che rappresentava<br />

il vento del nord.<br />

Attualmente, la regione polare dell’emisfero settentrionale è cinta<br />

da una sterminata corona verde di oltre 2.000 chilometri, estesa<br />

fra la tundra glaciale artica a nord e le foreste temperate e le praterie<br />

a sud, in una zona compresa fra i 50° ed i 70° di latitudine, dalla<br />

penisola scandinava all’America settentrionale attraverso tutto il<br />

continente asiatico. Con i suoi 12 milioni di chilometri quadrati,<br />

questo ambiente rappresenta circa il 10% delle terre emerse e quasi<br />

il 30% delle foreste mondiali e costituisce uno dei più importanti<br />

ecosistemi forestali del pianeta: un vero e proprio patrimonio naturale<br />

dell’umanità.<br />

fLorA e fAUnA: come SoPrAvvivere AL freddo<br />

Vista dall’alto, la foresta boreale sembra un infinito tappeto di<br />

conifere esteso a perdita d’occhio. In realtà, queste sconfinate regioni<br />

continuano a meravigliarci per la loro straordinaria bellezza<br />

e ricchezza in componenti vegetali, che forniscono habitat e nutrimento<br />

agli animali di tutte le taglie, dai più piccoli microrganismi<br />

ai grandi mammiferi predatori.<br />

Nelle regioni boreali, gli inverni sono lunghi e freddi, ed alle maggioro<br />

latitudini decisamente bui, con un periodo disponibile per<br />

l’accrescimento piuttosto ridotto. Il terreno è ricoperto dalla neve<br />

per 6-8 mesi all’anno e nelle zone più fredde il permafrost impedisce<br />

il completo disgelo degli strati più profondi del suolo. A Ojmjakon,<br />

nella Siberia Orientale, la temperatura media annua si aggira<br />

intorno ai -16°C, con minime invernali che possono raggiungere<br />

i 70°C sotto zero. Per poter sopravvivere a questi fattori climatici<br />

estremi, la fauna e la flora si sono evolute adeguando le forme di<br />

crescita ed i ritmi vitali a questo ambiente, che all’occhio umano<br />

potrebbe apparire quantomeno poco accogliente.<br />

La foresta boreale è il regno delle conifere (abeti, pini e larici), le<br />

cui forme piramidali dei rami permettono di sopportare il peso<br />

della neve durante il lungo inverno. Solo il 25 % della copertura<br />

arborea è costituita da latifoglie a foglie piccole (betulle, pioppi,<br />

ontani e salici), associate in gruppi all’interno della foresta e riconoscibili<br />

anche da lontano per la chioma estiva verde chiaro o per<br />

i loro colori autunnali sgargianti. Le foglie aghiformi delle conifere<br />

sono ricoperte da spesse protezioni cerose che impediscono<br />

la perdita di acqua nei periodi siccitosi. Per quanto possa apparire<br />

contraddittorio che territori abbondantemente solcati da fiumi e<br />

laghi possano soffrire di stress idrici (il Canada da solo possiede<br />

il 20% delle acque dolci del pianeta), per diversi mesi all’anno il<br />

suolo è ghiacciato e l’acqua non è disponibile per le piante. I colori<br />

scuri della vegetazione facilitano l’assorbimento di calore dal sole<br />

per iniziare precocemente la fotosintesi clorofilliana in primavera.<br />

In inverno i tronchi mantengono poca linfa all’interno degli elementi<br />

di trasporto, spingendo l’acqua negli spazi intercellulari in<br />

modo da minimizzare il rischio di formazione di cristalli di ghiaccio<br />

che potrebbero danneggiare i tessuti vegetali e la sopravvivenza<br />

stessa della pianta.<br />

Il sottobosco è costituito da una miriade fra piante vascolari, muschi,<br />

licheni e funghi. La diversità in specie di questi ambienti è<br />

strettamente collegata allo spessore ed alla composizione della sostanza<br />

organica presente nel suolo che consiste principalmente in<br />

uno spesso strato muschio ed aghi di conifere in decomposizione.<br />

Se le piante possono evitare la stagione avversa interrompendo<br />

l’attività vegetativa, gli animali hanno dovuto adattare i loro ritmi<br />

naturali per sopravvivere all’inverno. Solo alcuni infatti, come gli<br />

orsi, rallentano il metabolismo e superano la stagione fredda in<br />

un profondo letargo mentre altri, come lince e coniglio, rimangono<br />

attivi tutto l’anno. Le oche e le anatre, dotate della capacità<br />

di effettuare lunghi spostamenti stagionali, volano verso sud alla<br />

ricerca di climi più miti. I castori, invece, mantengono una fervente<br />

attività nelle tane rosicchiando cortecce e rametti accumulati<br />

durante l’estate mentre renne e caribù scavano sotto la neve alla<br />

ricerca dello strato di licheni di cui sono ghiotti. Per sfuggire ai<br />

grossi predatori, la lepre delle nevi, che in estate esibisce un mantello<br />

marrone-grigiastro, diventa completamente bianca in inverno<br />

per mimetizzarsi con l’ambiente circostante.<br />

evenTi PerTUrbATori e dinAmiche di<br />

rinnovAZione<br />

La foresta boreale è soggetta a periodiche perturbazioni naturali<br />

come incendi e epidemie di insetti. Quando si verificano questi<br />

eventi, vengono colpite grandi superfici di territorio, e la vegetazione<br />

viene parzialmente o completamente distrutta. Le piante,<br />

tuttavia, hanno sviluppato efficaci meccanismi di rigenerazione a<br />

tal punto che, per alcune specie, la perturbazione naturale diventa<br />

necessaria per il completamento del ciclo di vita: nella foresta boreale<br />

quindi, il fuoco e gli insetti non significano solo distruzione,<br />

ma rappresentano un’occasione rinnovazione e rinascita.<br />

L’incendio è la perturbazione più importante e violenta. In Canada<br />

sono stati stimati 9.000 incendi all’anno mentre in Russia si verificano<br />

annualmente fra i 17.000 ed i 33.000 incendi che nel solo<br />

1987 hanno bruciato oltre 15 milioni di ettari di foresta boreale<br />

(come confronto, la superficie forestale italiana è stata stimata a<br />

8-9 milioni di ettari). Nel Québec (Canada), il 20% degli incendi<br />

è causato dai fulmini che si scaricano sul terreno ricco di aghi<br />

indecomposti di conifere. Le specie arboree hanno sincronizzato<br />

il loro ciclo vitale al periodico passaggio del fuoco sviluppando

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!