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novembre dicembre 2011 - Club Alpino Italiano

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» la scomparsa di bonatti<br />

addio al re delle alpi<br />

Difficile descrivere con poche parole una personalità articolata<br />

come quella di Walter Bonatti: grande alpinista, esploratore instancabile<br />

ma anche uomo di cultura capace, con i suoi reportage<br />

e i suoi libri, di irrorare amore per la montagna e una visione etica<br />

dell'alpinismo. Quanti lo hanno conosciuto concordano tutti su un<br />

punto: Walter Bonatti aveva un'arma in più, che con una brutta<br />

espressione potremmo definire 'spessore umano'.<br />

AnnibALe SALSA - antropologo e past Presidente Generale<br />

Ho conosciuto Walter, di persona, in occasione di una sua venuta<br />

in una Sezione CAI della Liguria, invitato a parlare ai Soci<br />

delle sue esperienze personali in montagna. È stata per me una<br />

grande emozione, la concretizzazione di un mito diventato realtà.<br />

Il mio immaginario alpinistico giovanile era stato intensamente<br />

alimentato da tre uomini-simbolo: Massimo Mila, Carlo Mauri<br />

e Walter Bonatti. Il filo conduttore che li accomunava era una<br />

visione dell’alpinismo come esperienza esplorativa, avventurosa,<br />

esistenziale e di respiro culturale. Un alpinismo che poteva essere<br />

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salsa, giorgetta, metzeltin e mantovani ricordano il grande alpinista e la sua grande<br />

umanità<br />

testo aa.vv. - foto walter bonatti: centro di documentazione del museo della montagna<br />

Era, quest'ultimo, più resistente del ghiaccio che Bonatti calpestava<br />

e della roccia che si lasciava alle spalle in arrampicata. È<br />

stata probabilmente questa intima consapevolezza a sospingerlo<br />

nei momenti più difficili, ampiamente riproposti dalla stampa: alla<br />

lunga la sua verità sarebbe emersa. Noi scegliamo di ricordarlo<br />

attraverso il contributo di chi, a vario titolo, ha condiviso qualcosa<br />

con lui.<br />

vissuto sia nella dimensione verticale sia in quella orizzontale:<br />

una forma di conoscenza della Terra tout court. Questo stile bonattiano<br />

ha acquistato una sempre maggiore ascendenza su di me,<br />

proprio mentre altri orientamenti in senso tecnicistico stavano<br />

per conquistare la scena della spettacolarizzazione ed il rapporto<br />

fra mezzi e fini, nell’andar-per-monti, si stava rapidamente ribaltando.<br />

Tuttavia, al di là degli aspetti tecnici dell’alpinismo, la<br />

conoscenza diretta, l’ascolto della sua parola rivolta ai Soci ma,<br />

soprattutto, il dialogo strettamente personale che ho avuto con<br />

Lui alla fine di quella serata, hanno lasciato un segno profondo<br />

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