novembre dicembre 2011 - Club Alpino Italiano
novembre dicembre 2011 - Club Alpino Italiano
novembre dicembre 2011 - Club Alpino Italiano
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
» la scomparsa di bonatti<br />
addio al re delle alpi<br />
Difficile descrivere con poche parole una personalità articolata<br />
come quella di Walter Bonatti: grande alpinista, esploratore instancabile<br />
ma anche uomo di cultura capace, con i suoi reportage<br />
e i suoi libri, di irrorare amore per la montagna e una visione etica<br />
dell'alpinismo. Quanti lo hanno conosciuto concordano tutti su un<br />
punto: Walter Bonatti aveva un'arma in più, che con una brutta<br />
espressione potremmo definire 'spessore umano'.<br />
AnnibALe SALSA - antropologo e past Presidente Generale<br />
Ho conosciuto Walter, di persona, in occasione di una sua venuta<br />
in una Sezione CAI della Liguria, invitato a parlare ai Soci<br />
delle sue esperienze personali in montagna. È stata per me una<br />
grande emozione, la concretizzazione di un mito diventato realtà.<br />
Il mio immaginario alpinistico giovanile era stato intensamente<br />
alimentato da tre uomini-simbolo: Massimo Mila, Carlo Mauri<br />
e Walter Bonatti. Il filo conduttore che li accomunava era una<br />
visione dell’alpinismo come esperienza esplorativa, avventurosa,<br />
esistenziale e di respiro culturale. Un alpinismo che poteva essere<br />
6 | <strong>2011</strong> 6<br />
salsa, giorgetta, metzeltin e mantovani ricordano il grande alpinista e la sua grande<br />
umanità<br />
testo aa.vv. - foto walter bonatti: centro di documentazione del museo della montagna<br />
Era, quest'ultimo, più resistente del ghiaccio che Bonatti calpestava<br />
e della roccia che si lasciava alle spalle in arrampicata. È<br />
stata probabilmente questa intima consapevolezza a sospingerlo<br />
nei momenti più difficili, ampiamente riproposti dalla stampa: alla<br />
lunga la sua verità sarebbe emersa. Noi scegliamo di ricordarlo<br />
attraverso il contributo di chi, a vario titolo, ha condiviso qualcosa<br />
con lui.<br />
vissuto sia nella dimensione verticale sia in quella orizzontale:<br />
una forma di conoscenza della Terra tout court. Questo stile bonattiano<br />
ha acquistato una sempre maggiore ascendenza su di me,<br />
proprio mentre altri orientamenti in senso tecnicistico stavano<br />
per conquistare la scena della spettacolarizzazione ed il rapporto<br />
fra mezzi e fini, nell’andar-per-monti, si stava rapidamente ribaltando.<br />
Tuttavia, al di là degli aspetti tecnici dell’alpinismo, la<br />
conoscenza diretta, l’ascolto della sua parola rivolta ai Soci ma,<br />
soprattutto, il dialogo strettamente personale che ho avuto con<br />
Lui alla fine di quella serata, hanno lasciato un segno profondo<br />
1