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novembre dicembre 2011 - Club Alpino Italiano

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» itinerari<br />

e si mimetizza con il chiarore del<br />

ghiaccio e il pallore della notte australe.<br />

il rifugio, postazione di ricerca<br />

dell’università cilena, si trova a nW<br />

rispetto al passo, ai piedi della gorra<br />

blanca. realizzato su una palafitta<br />

è ampio e confortevole, ma non<br />

troviamo l’ingresso! facciamo 3 giri<br />

intorno e mentre già ipotizzavamo<br />

di essere in una “candid camera”,<br />

un alpinista argentino che dormiva<br />

all’interno, svegliato dal nostro<br />

baccano, ha aperto: la porta è una<br />

botola posta sul pavimento! È inutile<br />

negare la figuraccia. per fortuna<br />

il pio alpinista è tornato subito a<br />

dormire senza infierire, lasciandoci<br />

armeggiare in silenzio con i fornellini<br />

per la cena. È dura riconoscerlo, ma<br />

eravamo così cotti che senza l’aiuto<br />

avremmo girato lì intorno fino alla<br />

mattina successiva!<br />

GIOrnO 4<br />

dA rIfUGIO “GArCIA sOtO”<br />

(1.587 M) A CIrCO de lOs<br />

AltAres (1.345 M)<br />

dislivello in discesa: 242 m<br />

difficoltà: f+/Pdtempo:<br />

10 ore<br />

6 | <strong>2011</strong> 40<br />

5 6<br />

giornata di cammino duro, ma ripagato<br />

dall’immensa bellezza dello<br />

hielo continental sur, la terza superficie<br />

ghiacciata del mondo lunga<br />

oltre 350 km e larga fino a 100 km.<br />

dal rifugio procediamo verso sud<br />

mantenendo sulla sinistra il cordon<br />

marconi e facendo attenzione<br />

a tracciare la linea giusta per non<br />

sprecare energie con eventuali saliscendi.<br />

una volta scesi in pieno<br />

hielo il percorso è tutto a vista diretta.<br />

pur non individuando evidenti<br />

segni di crepacci procediamo legati<br />

in una unica cordata: a metà mattina<br />

la neve si fa molle e gli inevitabili<br />

ponti di neve potrebbero non tenere.<br />

la progressione è tecnicamente semplice,<br />

non faticosa fisicamente ma<br />

onerosa psicologicamente. la vastità<br />

dell’ambiente annulla la confortante<br />

abitudine per la quale camminando<br />

il paesaggio cambia, i punti di vista<br />

variano e la dimensione del punto<br />

di arrivo aumenta; invece le ore di<br />

cammino si sommano senza che nulla<br />

cambi in modo sensibile.<br />

adottiamo la contromisura: turnazione<br />

di 30 minuti alla guida della<br />

cordata. il tempo assume una<br />

cadenza visibile e ai nostri occhi<br />

qualcosa cambia con confortante<br />

frequenza. oltretutto godiamo del<br />

vantaggio di distribuire equamente<br />

la fatica di fare la traccia sulla neve<br />

che diventa sempre più molle.<br />

a metà giornata un vento improvviso<br />

e l’acqua di scioglimento che copre<br />

buona parte della superficie del<br />

ghiacciaio rendono il cammino disagevole<br />

rallentando la marcia.<br />

giunti in prossimità del circo de los<br />

altares pieghiamo sulla sinistra ed<br />

entriamo nell’anfiteatro. ci sentiamo<br />

più protetti dal vento, ma un’improvvisa<br />

raffica spezza la paleria e strappa<br />

il telo esterno di una tenda. con il<br />

nastro adesivo ripariamo alla meglio<br />

il danno ed ad ogni buon conto approfondiamo<br />

le piazzole nella neve.<br />

facciamo rapida conoscenza con 4<br />

giovani alpinisti belgo-austriaci che<br />

fanno il nostro stesso percorso e che<br />

già avevamo incrociato al rif. soto.<br />

il circo de los altares è il posto più<br />

bello e affascinante della vuelta del<br />

hielo, il cerro torre si mostra in tutta<br />

la sua bellezza da un punto di vista<br />

inusuale, circondato da una corte di<br />

altri pinnacoli.<br />

GIOrnO 5<br />

dA CIrCO de lOs AltAres<br />

(1.345 M) A lAGUnA ferrArI<br />

(1.200 M)<br />

dislivello complessivo in discesa:<br />

145 m<br />

difficoltà: f+/Pdtempo:<br />

10 ore<br />

partiamo e, continuando ad ammirare<br />

il cerro torre, rientriamo sullo hielo.<br />

il gruppetto di ragazzi parte con noi<br />

ma usando le ciaspole e senza legarsi<br />

sono più veloci e presto ci distaccano.<br />

procedendo in cordata ci teniamo<br />

lontani dalle rocce per evitare le<br />

confluenze di ghiacciai laterali che<br />

provocano la formazione di crepacci<br />

quando incontrano quello principale.<br />

con il bel tempo e le temperature<br />

miti il manto nevoso si assottiglia e<br />

non è sufficiente a coprire i crepacci.<br />

È impossibile evitarli tutti, alcuni<br />

vanno saltati.<br />

raggiungiamo i ragazzi fermi sul<br />

ghiacciaio perché una di loro è caduta<br />

in un crepaccio, bloccata 5 m<br />

sotto. iniziamo subito le manovre di<br />

recupero, riportandola in superficie<br />

incolume. la caduta poteva essere<br />

evitata se il gruppo avesse proceduto

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