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novembre dicembre 2011 - Club Alpino Italiano

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» ambiente<br />

A cura della cctam - testO di Carlo Brambilla e Giorgio Maresi (Operatori Naz. TAM)<br />

il bidecALoGo:<br />

trent’anni e non sentirli?<br />

La tutela dell'ambiente montano nel documento del 1981<br />

il 4 ottobre 1981 l’assemblea<br />

straordinaria dei delegati<br />

approvò un documento programmatico<br />

per la protezione<br />

della natura alpina articolato in<br />

venti punti, che gli valsero il nomignolo<br />

di ‘bidecalogo’.<br />

rileggendolo a trent’anni di distanza,<br />

quel documento conserva<br />

una sua validità sostanziale,<br />

perché basato su criteri ineludibili<br />

di tutela del patrimonio naturale,<br />

paesaggistico e sociocul-<br />

turale delle nostre montagne. in<br />

molti punti, il ‘bidecalogo’ ha<br />

dimostrato una capacità notevole<br />

di intercettare le problematiche<br />

della tutela dell’ambiente<br />

montano, nonché una<br />

grande conoscenza della realtà<br />

del territorio montano, tutti fattori<br />

che lo rendono unico anche<br />

nella realtà europea. di fatto è<br />

il primo documento di politica<br />

ambientale espresso da un club<br />

alpino e, riletto nel contesto,<br />

1<br />

1» Val Campo di Dentro,<br />

Dolomiti di Sesto.<br />

Foto©M. Vianelli<br />

mostra una maturità ed una visione<br />

completa della montagna<br />

che rimane inimitabile.<br />

tuttavia, successivi documenti<br />

quali la Charta di verona, le<br />

Tavole di Courmayeur ed altri,<br />

nonché alcune novità intervenute<br />

nella fruizione turisticosportiva<br />

ma anche energetica<br />

dell’ambiente montano, hanno<br />

indotto il comitato centrale di<br />

indirizzo e controllo a promuoverne<br />

un aggiornamento, incaricando<br />

a ciò la propria commissione<br />

per le politiche socio<br />

ambientali. la necessità di un<br />

documento integrativo nasce<br />

anche dai risultati attuativi<br />

degli indirizzi e linee d’azione<br />

assunti nei decenni scorsi, di<br />

fronte alle nuove problematiche<br />

emergenti.<br />

i lavori per questo aggiornamento<br />

stanno procedendo<br />

anche con il contributo della<br />

cctam, che ha tenuto proprio<br />

su questo tema un proprio aggiornamento<br />

per gli operatori<br />

a gemona il 2 aprile ed ha coordinato<br />

il lavoro delle singole<br />

commissioni regionali.<br />

si ritiene utile, a tal fine, valutare<br />

quale incidenza hanno<br />

avuto finora il ‘bidecalogo’, ed i<br />

documenti da esso derivati, nelle<br />

pratiche cai. perciò, considerando<br />

che le norme attuative di<br />

quest’ultimo sono praticamente<br />

quelle contenute nella Charta di<br />

verona (documento conclusivo<br />

del congresso nazionale cai<br />

1990) è interessante verificare<br />

nel seguito come è stato recepito,<br />

o quali effetti ha fallito<br />

quest’ultimo documento<br />

6 | <strong>2011</strong> 72<br />

con riferimento ai vari punti<br />

della Charta, a partire dalla<br />

dichiarazione contenuta nei<br />

fondamenti: “le norme del ‘bidecalogo’<br />

sono vincolanti per<br />

ogni socio cai e devono essere<br />

intese come impegno attivo per<br />

l’intero sodalizio”, sarà bene<br />

tener conto che oggi, dopo alcuni<br />

decenni, soltanto una esigua<br />

parte di soci ne conosce i<br />

contenuti. Questa carenza di<br />

informazione è particolarmente<br />

pesante soprattutto per chi nel<br />

cai ha compiti istituzionali ed è<br />

stata causa di fraintendimenti e<br />

contrasti.<br />

la successiva dichiarazione dice<br />

anche che “l’esimersi dal prendere<br />

posizione, laddove l’ambiente<br />

subisca o rischi di subire<br />

aggressione… è da considerarsi<br />

incompatibile con le indicazioni<br />

e l’etica del cai”; ma non è raro<br />

il caso che il cai brilli per la sua<br />

assenza o per le sue lentezze di<br />

fronte alle prese di posizione che<br />

altre associazioni ambientaliste<br />

assumono a difesa dei territori<br />

montani. sotto questo aspetto,<br />

la complessità dei problemi<br />

ambientali e la loro interdipendenza<br />

(ad es. cambiamento<br />

climatico – energie rinnovabili<br />

– crinali eolici) non aiuta, così<br />

come le forti contrapposizioni<br />

che rendono spesso difficile la<br />

comprensione dei fattori in gioco<br />

(vedi problema tav).<br />

che le cause di quanto sopra<br />

siano i lunghi tempi decisionali<br />

degli organismi cai, oppure disattenzioni,<br />

o difetti di organizzazione<br />

e comunicazione, dovrà<br />

comunque tenersi in debito<br />

conto, anche considerando che

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