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CORRI R<br />
Domenica 9 giugno <strong>2013</strong><br />
L’Ottocento visto da Sud<br />
Ceppaloni dipendeva “dal circondario di Altavilla per il Giudice Regio e di Avellino per i tribunali nel paese”.<br />
La difficoltà degli scambi commerciali ed economici per l’assenza di vie rotabili, la scarsa scolarizzazione<br />
I<br />
FIORENZO IANNINO<br />
Nel dizionariogeografico<br />
<strong>del</strong> Regno<br />
di Napoli pubblicato<br />
da Lorenzo Giustiniani<br />
nel 1797, a<br />
proposito di Ceppaloni<br />
si leggono note assai<br />
scarne: “Terra in Principato Ulteriore,<br />
in diocesi di Benevento, distante da<br />
Montefuscolo miglia 6, abitata inoggi<br />
da circa 2500 individui, in tutti i suoi<br />
piccioli dieci casali appellati Avella, Garemelle,<br />
Guglieri, Chianche, Manni,<br />
Picciolilli, Pipicielli, Santacroce, Valva,<br />
San Giovanni. La tassa <strong>del</strong> 1532 fu di<br />
fuochi 205, <strong>del</strong> 1561 di 290, <strong>del</strong> 1595<br />
di 5<strong>09</strong>, <strong>del</strong> 1648 di 235, e <strong>del</strong> 1669 di<br />
133”. Mancano, nel testo, quelle pur<br />
minime informazioni sull’economia, la<br />
storia e i monumenti, che di solito l’autore<br />
ci offre per molti altri paesi. Per<br />
saperne qualcosa in più, si può far ricorso<br />
ad un posteriore manoscritto<br />
“Cenno statistico, geologico, fitologico,<br />
zoologico e commerciale di Ceppaloni”,<br />
inviato nel 1853 alla Reale Società Economica<br />
di Principato Ultra dal medico<br />
Onofrio Parenti, che divenne poi direttore<br />
<strong>del</strong>l’Orto agrario provinciale di<br />
Avellino.<br />
Notizie statistiche e curiose<br />
Il documento abbonda di informazioni<br />
statistiche: sappiamo, così, che il paese<br />
dipendeva “dal circondario di Altavilla<br />
pel Giudice Regio e di Avellino pei<br />
tribunali nel paese” (dopo il 1860 sarà<br />
invece incluso nella neoistituita provincia<br />
di Benevento) e che l’amministrazione<br />
comunale era di seconda<br />
classe, con un conciliatore ed un “supplente<br />
giudiziario”. Dettagliate note sono<br />
dedicate alla “condizione zoologica<br />
popolare”, cioè alla demografia. In<br />
quell’anno Ceppaloni contava circa<br />
3400 abitanti, ulterioremente suddivisi<br />
per fasce d’età, sesso e stato civile.<br />
La media dei matrimoni annui ascendeva<br />
a trenta a fronte di trentadue<br />
morti ed ottanta nati. Curioso e comunque<br />
interessante è anche l’analitico<br />
censimento <strong>del</strong>la popolazione animale<br />
domestica, dai cavalli alle galline,<br />
con relative indicazioni sulla natalità e<br />
la mortalità (sappiamo, ad esempio,<br />
che in quell’anno erano morte 80 galline<br />
e 10 galli d’india). Leggendo le<br />
informazioni sulla “condizione popolare<br />
per stato economico”, cioè sullo stato<br />
sociale e sui mestieri esercitati in<br />
paese, apprendiamo che la gran parte<br />
degli abitanti (1251) erano genericamente<br />
indicati come possidenti (senza<br />
distinzioni di reddito, però).<br />
I cittadini ufficialmente considerati<br />
“poveri” erano soltanto dieci (cinque<br />
maschi ed altrettante femmine).Vi erano<br />
poi 407 “contadini” e 50 “individui<br />
all’attuale servizio militare”. Gli addetti<br />
alle “arti liberali” erano: tre medici,<br />
altrettanti “agrimensori” e quattro notai<br />
e legali. I cosiddetti “artisti” oggi<br />
diremmo artigiani) erano: otto muratori,<br />
dieci sarti, cinque “legnaioli”, dieci<br />
calzolai, sei barbieri e salassatori,<br />
quindici tessitrici, due sensali, dodici<br />
commercianti. L’unica nota curiosa è<br />
data dai sei suonatori di tamburo.<br />
Completavano il quadro i dodici frati<br />
(sacerdoti e laici) <strong>del</strong> convento dei<br />
Riformati e gli undici sacerdoti secolari<br />
(“incluso il Parroco, che dirige la<br />
parrocchia, e <strong>del</strong>l’economi, uno addetto<br />
alla cura <strong>del</strong>la chiesa <strong>del</strong> villaggio<br />
Cianche e l’altro a quella <strong>del</strong> villaggio<br />
S. Giovanni, fornite entrambe da Battistero”).<br />
Soffermandoci ancora sulla<br />
struttura ecclesiastica, apprendiamo<br />
che in paese vi erano un cimitero comunale<br />
e due “camposanti principiati<br />
e non finiti”. Un fugace appunto è dedicato<br />
alle opere d’arte: “ è notabile<br />
nella Chiesa Parrocchiale un quadro<br />
<strong>del</strong>la Passione, che pretendesi essere<br />
opera <strong>del</strong>li Zingari; e nella chiesa de’<br />
Riformati è degna di menzione la statua<br />
di San Francesco, di cui s’ignora<br />
l’autore. Vi è una cappella rurale poi<br />
<strong>del</strong>la famiglia Iannotti, dipendente dal<br />
Cappellano regio”.<br />
Uomini illustri e povera gente<br />
Sfiorando il tema <strong>del</strong>la “condizione<br />
onorifica” di Ceppaloni, l’autore <strong>del</strong>la<br />
memoria ricorda che “merita onorevol<br />
menzione il non guari trapassato, di<br />
cui compiangiamo per sempre la perdita,<br />
don Luigi Barone, giovane di bella<br />
riuscita nella pittura, che fissatosi in<br />
Napoli fu più volte premiato nelle<br />
esposizioni solenni per invenzione e finezza<br />
de’ suoi dipinti”.<br />
Altri personaggi illustri erano monsignor<br />
De Blasio, vescovo di Castellaneta,<br />
nato nel secolo precedente, e “l’arciprete<br />
don Domenico Iannotti, che di<br />
proprio corredò di molti ornamenti la<br />
Chiesa parrocchiale”. Infine, “per opera<br />
di beneficenza deve ricordarsi don<br />
Onofrio Parenti seniore, che nella carestia<br />
<strong>del</strong> 1764 somministrò di pane l’in-<br />
LA DOMENICA DEL CORRIERE<br />
tiero comune”.<br />
Riguardo alla “condizione sanitaria” il<br />
quadro <strong>del</strong>ineato è a suo modo ottimistico:<br />
“ la pubblica salute non va compromessa<br />
per cause miasmatiche o cosmotelluriche<br />
giacché l’aria è salubre,<br />
le acque sono pure, perlocché non si<br />
hanno a deplorare malattie di periodo,<br />
o altre da simili cagioni dipendenti.<br />
Non ho curato ancora nello esercizio di<br />
mia professione alcuna tubercolosi, ed<br />
un medico che ha 35 anni di esercizio<br />
ne ha assistito un solo in sua vita. Le<br />
malattie contagiose poco si travagliano;<br />
i morbi acuti d’indole infiammatoria,<br />
son quelli che più vi dominano. Non vi<br />
è condotta medica né cerusica, ma i<br />
medici e cerusici che vi sono si prestano<br />
per tutti, precise pei poveri gratuitamente.<br />
La inoculazione vaccinica è in buono<br />
stato, ed annualmente s’inoculano non<br />
meno di 50 fanciulli. Gli animali d’industria<br />
agricola andiedero soggetti nell’anno<br />
scorso alle afte contagiose, ma<br />
previo pochi preservativi non si ebbe a<br />
deplorare la morte di alcuno”.<br />
Qualche nota critica la ritroviamo invece<br />
nel capitolo dedicato all’istruzione:<br />
“si manca di maestro normale, ma<br />
parecchi fanciulli sono inviati nel leggere<br />
e scrivere ed altri rudimenti da’<br />
frati Rifrormati, ed altri sacerdoti secolari,<br />
ma col metodo barbaro individuale;<br />
giunti a dieci o dodici anni si spediscono<br />
in Benevento dalle famiglie comode,<br />
ed i meno agiati si danno alla<br />
agricoltura. Si manca pure <strong>del</strong>la maestra<br />
<strong>del</strong>le fanciulle, perciò poche sono<br />
quelle che si istruiscono <strong>del</strong>le arti donnesche”.<br />
Occupandosi <strong>del</strong>le istituzioni<br />
di beneficenza, Parenti lamentò che<br />
l’antica rendita annua di trecento ducati,<br />
vincolata al “mantenimento di un<br />
Ospedale pe’ poveri” era ora passata<br />
STORIA DEL TERRITORIO<br />
alle spese di culto: in poche parole, era<br />
diventata appannaggio <strong>del</strong> clero, “contro<br />
la santa ispirazione de’ fondatori”.<br />
Un’altra istituzione ritenuta particolarmente<br />
utile per la popolazione contadina,<br />
ma purtroppo anch’essa scomparsa<br />
da tempo, era il Monte frumentario:<br />
“Potrebbe il Municipio fondarlo<br />
facilmente cogli avanzi di cassa luoghi<br />
pii e comunali, nonché da significatorie<br />
provenienti dall’una o l’altra gestione,<br />
come pure dalla liberalità de’ privati,<br />
aprendo apposite soscrizioni”.<br />
Il commercio è frenato<br />
dalla rete viaria<br />
Le maggiori produzioni locali (che erano<br />
“il vino, il frutto ed il grano”) venivano<br />
acquistate dagli “incettatori napoletani<br />
e di Terra di Lavoro”. Purtroppo,<br />
però, la mancanza di strade adeguate<br />
rendeva difficoltosa la consegna<br />
<strong>del</strong>la merce, con conseguenze negative<br />
sui prezzi: “in quanto al commercio sarebbe<br />
alquanto attivo se avesse strade<br />
rotabili, poiché il comune dista quattro<br />
miglia da Benevento, sei da Montesarchio<br />
e dieci da Avellino.<br />
E’ in costruzione una traversa rotabile,<br />
che menerà sulla strada Irpina Ferdinandea,<br />
ma se ne rende trascurato il<br />
proseguimento non solo, ma ancora deperire<br />
il già costruito, colpa di nostra<br />
oscitanza”.<br />
Una soluzione poteva essere il passaggio<br />
in zona <strong>del</strong>la ferrovia, che a torto<br />
si immaginava prossimo: “Ma non<br />
lungi sarà il giorno <strong>del</strong>la costruzione di<br />
una ferrovia, che unisca il Tirreno e<br />
l’Adriatico, e che il progresso europeo e<br />
la posizione naturale <strong>del</strong> nostro regno<br />
reclamano. Dessa per condizione topografica<br />
indispensabile deve accostarsi a<br />
Benevento, corre il Calore e menarsi<br />
18<br />
nelle Puglie, per tale opera ne sentirà<br />
tutto il regno l’utile e più questo comune<br />
per esservi limitrofo”. Le fiere annuali<br />
erano due: “ La prima al 1° 2° 3°<br />
4° giorno di agosto ( detta <strong>del</strong>la Porziuncola)<br />
ed è molto accorsata, negoziandovisi<br />
di assai bovini ed altri animali<br />
ancora; ed i calzolai di Montesarchio<br />
vi fanno molto commercio di scarpe.<br />
L’altra fiera è detta <strong>del</strong>l’Addolorata,<br />
si celebra a 15 e 16 settembre, ma è<br />
poco accorsata per mancanza di zelo<br />
pubblico nelle Autorità Comunali”. Infine,<br />
ricordando che in estate per Ceppaloni<br />
passavano numerosi “abitanti di<br />
tutta la Valle Caudina, e molti paesi di<br />
Terra di Lavoro, per condursi alla Macina<br />
nei molini di Chianche e Chienchetella,<br />
messi all’est <strong>del</strong> nostro territorio”,<br />
Parenti osservò che, con strade<br />
migliori e più sicure, “farebbesi stazione<br />
di deposito nell’abitato con grande<br />
utile pubblico per i prodotti di ogni<br />
natura, che si consumerebbero”.<br />
Consigli per il vino<br />
Il rapporto di Parenti è ricco di osservazioni<br />
sull’agricoltura e sul sistema<br />
vegetale <strong>del</strong> paese: tutte le piante esistenti<br />
sul territorio sono minuziosamente<br />
censite e catalogate. Non mancano<br />
poi le tabelle dedicate alla produzione<br />
annua dei frutti. Particolare attenzione<br />
è rivolta all’uva e al sistema<br />
di vinificazione, con relativi consigli<br />
pratici: “ Di viti se ne coltivano per frutto<br />
e per vino […] Non vi ha sito <strong>del</strong> territorio<br />
comunale, che non sia coverto<br />
da vitigni, ed ogni possidente ne coltiva<br />
per uso proprio e per venderne; vi sono<br />
talune contrade, che danno vino generoso,<br />
altre poderoso ed altre finalmente<br />
leggiero. Potrebbesene migliorare<br />
la qualità, perfenzionandone la coltura<br />
nonché la manufatturazione e conservazione<br />
<strong>del</strong> vino; perlocché ho fatto<br />
costruire <strong>del</strong>le botti col metodo seguente,<br />
cioè la prima più piccola, e l’ultima<br />
più grande, onde servire gradatamente<br />
per la fermentazione e travasazione<br />
nella medesima cantina, senza deteriorazione<br />
<strong>del</strong>le qualità […]”<br />
Tra le altre piante pregiate e diffuse<br />
nell’agro di Ceppaloni vi erano le ciliege<br />
e i fichi, “di squisito gusto e ricercati<br />
ne’ mercati di Benevento, Montesarchio<br />
ed Altavilla”. Gli ulivi, invece,<br />
“vegetano e fruttificano propiziamente<br />
presso l’abitato, ma la coltura è<br />
ristretta”. Si stava intanto diffondendo<br />
l’uso <strong>del</strong>la patata, che “coltivasi ne<br />
terreni sciolti, e vi produce bene piantandosi<br />
di marzo; si ha un solo tipo,<br />
mancando <strong>del</strong>la gialla ed altre varietà<br />
ricercate”.<br />
Non mancano, infine, le notizie sulla<br />
caccia e la pesca, che integravano l’economia<br />
ed il regime alimentare dei<br />
ceppalonesi: “Gli animali che ordinariamente<br />
di cacciano sono i quadrupedi<br />
ed i volatili suddetti, ed a chi ammazza<br />
una volpe, gli statuti municipali<br />
accordano un premio di carlini dieci<br />
dal fondo <strong>del</strong>le multe, atteso il danno<br />
che arreca all’industria agricola un tale<br />
animale. Di certe epoche, gli uccelli<br />
di transito sono eccellenti, come la beccaccia,<br />
tordo, lodola, beccafico. La pesca<br />
più ordinaria si fa nel fiume Sabato<br />
di rane, gamberi, anguille, trotte ecc,<br />
taluni proprietari ne hanno nelle vasche<br />
o peschiere; riprovo l’uso di materie venefiche<br />
che ne distruggono cento per<br />
averne uno”.