Edizione del 09/06/2013 - Corriere

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CORRI R Domenica 9 giugno 2013 IL BALLOTTAGGIO 8 IL PRIMO TURNO I RISULTATI DEL VOTO DEL 26 E 27 MAGGIO Prima tornata, Avellino alle urne. E’ subito sfida a due tra Foti e Preziosi. Primato conteso fino all’ultimo, il colpo di coda è del primo: al fotofinish è avanti il candidato democratico con il 25.32% (9026 voti) contro il 23.03% (8210 voti) del candidato centrista. Flop del Pdl: Battista si ferma al 16.55% inseguito da Festa all’11.01%. Cicalese non sfonda il muro del 10% (8.95%), Giordano col Sel va poco oltre il 6% (6.1%), deludono i grillini della Guidi (5.71%) e Trezza (3.33%). Primo dato, ancor prima del voto, l’esclusione di Quintarelli a capo della lista «Movimento Sociale - Destra nazionale»: il suo ricorso contro l’utilizzo di nome e logo, senza autorizzazione della fondazione Alleanza Nazionale, viene respinto dal Tribunale di Avellino e rigettato dal commissione elettorale. Vane, dunque, anche le modifiche in corsa del simbolo incriminato (la fiamma tricolore che richiama quella dell’Msi per l’accusa), il rischio COSÌ I VOTANTI AL PRIMO TURNO LE TENSIONI DOPO IL VOTO Il Pdl resta indietro, gli sfidanti si presentano senza apparentamenti di spostare gli election days è scongiurato. Dei 47.706 aventi diritto votano 36.718 avellinesi, alta la percentuale (76.97%) in confronto al trend nazionale ma il calo c’è rispetto al 2009: è del -5%. All’epoca tra gli sfidanti Galasso e Preziosi il primo turno finì con un sostanziale pareggio: 42.08% dei consensi per l’allora sindaco uscente esponente del centrosinistra, poco meno del candidato del centrodestra che portò a casa il 42,90%. E fu ballottaggio. Preziosi raggiunse il 38,42%, Galasso fece il botto: un plebiscito segnato da un roboante 61.58% e città riconquistarla. A cinque anni di distanza è ancora il Pd a salire sul gradino più alto del podio con 6845 preferenze (19.79%). Foti vince il “primo tempo” della partita, democratici primo partito, bene per l’Udc: 5533 preferenze e 16%. Alle sue spalle si piazza il Pdl votato da 2513 elettori (7.27%). Subito dopo, la storia racconta di una caccia aperta alle liste civiche per catturare il consenso. Scontri duri, botta e risposta tra i due competi- tors che, inizialmente, escludono apparentamenti ufficiali. E così è stato. Foti e Preziosi al bivio: allargare la coalizione per tentare di vincere oppure evitare possibili malumori interni col rischio plausibile di non farcela. Soluzione? Gli appoggi esterni. «Resto disponibile a confrontarmi con tutto coloro che hanno a cuore il rinnovamento di Avellino», così parlò Foti. «Non chiudiamo le porte al dialogo a nessuno ma eventuali accordi saranno costruiti solo sulla base del programma», il pensiero di Preziosi. Ad oggi è fatto notorio come i due eserciti si sono schierati per il secondo tempo, quello decisivo. Infine, un ultimo dato. Tra i candidati eletti consiglieri a furor di popolo, Livio Petitto del Pd bissa il successo del 2009 ed è ancora il “re delle preferenze” con 834 voti. Per Luca Cipriano, sempre del Pd, secondo posto con 651 preferenze. Chiude il podio Raffaele Pericolo dell’Udc che ottiene 613 consensi dal responso delle urne. LISTE VOTI %
CORRI R Domenica 9 giugno 2013 Valle Caudina, no all’estradizione in Canada per il narcos irpino Perrotta VALLE CAUDINA- Luigi Perrotta, accusato di essere un narcotrafficante italo venezuelano, tratto in arresto all'aeroporto di Malpensa nel 2007, rimasto in cella per oltre 5 anni, fino al giorno in cui il Tribunale di Napoli – VIII sezione riesame, con una decisione che il suo legale Dario Vannetiello ha definito «coraggiosa, condividendo le argomentazioni del penalista Dario Vannetiello del foro di Napoli, ha concesso gli arresti domiciliari che sconterà nella Valle Caudina».L’ inchiesta che lo ha coinvolto è una di quelle che può definirsi storica per la direzione nazionale antimafia e per la D.D.A. napoletana, caratterizzata dalla transnazio- Assalto in villa, ore contate per il terzo uomo della banda Gli agenti della Mobile sono a caccia dell’ultimo malvivente che ha preso parte al raid di Ariano REDAZIONE CRONACA ARIANO IRPINO – La polizia è sulle tracce del terzo uomo sfuggito alla operazione conclusa all’alba di venerdì scorso con l’arresto di due dei tre rapinatori che quindici giorni fa fecero irruzione nella villa della famiglia Sampietro di Ariano Irpino. Le indagini si stanno tuttavia concentrando sul basista, la cui figura è ritenuta fondamentale dagli inquirenti, e l’ipotesi più accreditata è che sia proprio di Ariano Irpino. Le modalità con le quali il commando agì in occasione della rapina dimostrerebbero che furono guidati da chi conosceva il luogo e tutte le circostanze: difficilmente i rapinatori, tutti del napoletano, si sarebbero potuti muovere con decisione e rapidità se non fossero stati guidati. E questo rileva anche in occasione dell’acquisto dell’utensili utilizzato per violare la cassaforte che si trovava in casa dell’imprenditore. Insomma, i rapinatori si sarebbero mossi con una disinvoltura ritenuta sospetta. Si analizzano tabulati telefonici di utenze intestate ad alcuni esponenti della malavita locale e si incrociano testimonianze per verificare se le ipotesi appena costruite possano essere compatibili con la rapina. Nella giornata di ieri e nella notte scorsa la Polizia ha continuato a svolgere le attività di controllo sul territorio con posti di blocco lungo le principali vie di comunicazione alla ricerca dell’errore o di quel passo falso che potrebbe incastrare il basista. La sensazione è che le indagini siano complessivamen- nalità e dell’essere il narcotraffico realizzato per favorire numerose consorterie camorristiche e mafiose . I fatti risalgono all’anno 2004, allorquando l’insospettabile Perrotta viveva in Venezuela, nella esotica Maracaibo e si occupava di import/export di capi di abbigliamento prodotti nella sua azienda, la società “Corto Maltese” che realizzava jeans per la nota azienda “Replay” nonché abiti da lavoro. Al Perrotta viene contestato il ruolo di cerniera tra i trafficanti sudamericani e quelli italiani, questo anche grazie alla sua conoscenza delle lingue spagnola ed italiano ed alla scaltrezza di “muoversi” e ed alla capacità di intessere te ad una svolta, anche perché ad Ariano Irpino nell’ultimo anno sono stati registrati decine di furti in appartamenti che, nei fatti, sono rimasti impuniti e che potrebbero essere riconducibili almeno CRONACA 9 solidi rapporti commerciali con l’estero.L’accusa è gravissima ed ha come protagonisti, oltre al Perrotta, ben 112 indagati accusati di traffico internazionale di stupefacente proveniente dal Venezuela e destinato alle piazze europee. Al Perrotta è attribuito il ruolo di capo e promotore dell'associazione dedita al traffico transnazionale di stupefacenti che avrebbe acquistato in tutto il mondo la droga con la quale si riforniscono i clan della camorra. Il suo nome compare decine di volte. Secondo quanto emerse all’epoca dalle indagini, il Perrotta, secondo gli inquirenti, avrebbe svolto con i Venezuelani un' opera di mediazione finalizzata a far arrivare a in parte ad una banda di professionisti che agisce dietro indicazioni partite da Ariano Irpino. Ecco perché anche i carabinieri della locale compagnia, che pure stanno indagando su alcuni furti denunciati in passato, hanno rafforzato le attività di controllo su tutto il territorio. Il consigliere comunale di Ariano Irpino, Antonio Ninfadoro, voleva esprimere il compiacimento alle forze di polizia per la brillante operazione compiuta nei giorni scorsi e rinnovare la fiducia nei confronti delle istituzioni, la cui incisività dipende anche, come è stato dimostrato nel caso della rapina, dalla collaborazione da parte dei cittadini». Domani l’interrogatorio di convalida per i due fermati davanti al Gup ARIANO IRPINO- E mentre gli agenti della Squadra Mobile continuano a dare la caccia al terzo uomo, probabilmente anche lui originario del napoletano, si prepara il primo atto giudiziario collegato alla brillante operazione messa a segno dagli agenti della Mobile, agli ordini del vicequestore Paolo Iodice, coordinati dalla Procura della Repubblica di Ariano Irpino. Domani mattina alle nove e trenta, nel carcere di Ariano Irpino, i due fermati, Angelo Annunziata e Claudio Quattroventi, dovranno infatti comparire davanti al Gip del Tribunale di Ariano Irpino Gelsomina Palmieri. E’ molto probabile che, anche per una scelta strategica a livello processuale, i due decidano di fare scena muta. Ma i gravi indizi raccolti da parte degli inquirenti e condensati nel decreto di fermo disposto dal pm Arturo De Stefano, dovrebbero servire a convincere il Gip sulle esigenze cautelari. Carabinieri, Papa lascia Avellino De Alescandris nuovo comandante AVELLINO- Cinque anni alla guida di una delle Compagnie più importanti del Comando Provinciale di Avellino, quella della città capoluogo. Decine di stazioni, da Atripalda a Cervinara, passando per Solofra ed indagini che spesso hanno assunto anche rilevanza nazionale, ad esempio la strage degli indiani a Solofra. Da domani però il capitano Gabriele Papa, classe 80, due lauree, allievo dell'Accademia di Modena e già giovanissimo comandante della Compagnia di Roma Piazza Dante, lascerà l'Irpinia. Un nuovo e prestigioso incarico, a Firenze, quello che attende l’ufficiale, contraddistintosi nella sua permanenza in Irpinia, anche per la sobrietà e soprattutto per la discrezione. Mai sopra le righe, anche nei rapporti con l’informazione. Ma sempre al fianco dei suoi militari. Quelli finiti nel mirino delle intimidazioni della camorra, come la stazione di San Martino Valle Caudina, o quelli quotidianamente attaccati per le delicate indagini sostenute. Negli ultimi due anni, Papa ha creato una perfetta sinergia con il suo «vice», il tenente Paolo De Alescandris. Basti pensare a tutte le attività su rapine, furti, spaccio di droga e omicidi, quello efferrato di Galyna Dotsyak ne è un esempio, che insieme hanno portato a termine. Sarà proprio il tenente Paolo De Alescandris, infatti, a guidare da domani la Del resto l’identificazione di Annunziata da parte dei titolari del negozio e soprattutto da altri cittadini che hanno collaborato e non solo, anche quella di Quattroventi, il capo, a causa di una menomazione alla mano, dovrebbero bastare insieme ad altri indizi a far restare in carcere i due malviventi. Compagnia di Avellino, in un passaggio di testimone ormai collaudato ed in perfetta continuità-. E l’ultima immagine del comandante della Compagnia di Avellino resta quella dell’ufficiale che solo qualche giorno fa, in Via Pennini, insieme al sindaco di Mercogliano e ad un vigile del Fuoco del Comando Provinciale di Avellino, ha convinto un precario a scendere da una gru da cui aveva minacciato di lanciarsi poco prima. Napoli ingenti quantitativi di cocaina. Questo, almeno, stando all' interpretazione delle moltissime telefonate allegate agli atti, dove si parla, ad esempio, di “muchachas” ritenuto un riferimento a grossi quantitativi chili di cocaina. Nel corso delle indagini il Perrotta avrebbe comunicato a mezzo posta elettronica, intercettata pure quella. Ascoltando le conversazioni che vengono eseguiti arresti e sequestri scattati nelle fasi intermedie dell' inchiesta, compreso il rinvenimento di ben 200 chili di cocaina nascosti su una nave, la "Alkman" salpata dal Venezuela e bloccata nel porto di Rostock, in Germania. Nonostante le gravissime accuse, nonostante 100 capi di imputazioni afferenti i delitti di varia natura previsti dal testo unico in materia di stupefacenti, il Perrotta, grazie all’incisiva attività difensiva, fu in primo grado assolto dall’accusa di capo e promotore dell’associazione nonché assolto da due dei tre episodi di importazio- L’OPERAZIONE DEI CARABINIERI A MIGLIANO Piantine di droga nell’ex asilo, blitz e sequestri dell’Arma LAURO- I bagni dell’ex asilo di Migliano, abbandonato da anni, trasformati in un «incubatore» per piantine di cannabis. Quelle scoperte nel corso di una vera e propria operazione antidroga dai militari della Stazione di Quindici e quelli di Lauro. I militari agli ordini del capitano Iacuzio da tempo stavano controllando quella struttura, insieme ad un terreno in località Cupa, dove pure sono state ritrovate piantine di cannabis. Appostamenti durati giorno e notte, che comunque non avrebbero sortito effetto. La zona in cui si trova l’ex asilo è al centro della piccola frazione di Lauro e quindi non è stato possibile secondo qualche ipotesi, sfuggire alle «vedette» che magari vigilavano anche su eventuali presenze di militari o di forze dell’ordine nella zona.Così si è deciso di intervenire. Con un’irruzione all’interno della struttura, in parte di proprietà del Comune, in altra parte assegnata alla Provincia, che nel 2004 vi aveva anche distaccato una sede della Protezione Civile ed un nucleo che si trovava sul campo per i primi interventi. Evidentemente, anche in ragione del completo abbandono da cui era ormai segnata, la struttura era diventata un luogo ideale per impiantare l’incubatore di piantine di droga. Quelle che i militari sapevano, grazie ad un lavoro di indagine, che potessero trovarsi proprio in quella struttura. ne di sostanza stupefacente, riportando condanna ad anni 14 di reclusione, decisione confermata in appello. La recente decisione assunta dai giudici del riesame appare clamorosa , se si considera anche che al Perrotta residuerebbero allo stato da scontare ulteriori 9 anni circa di Infatti, nulla è certo in quanto vi è molta attesa per l’esito del giudizio di legittimità che si discuterà il 28 novembre 2013 innanzi alla IV sezione della Corte di cassazione, giorno nel quale la difesa invocherà l’annullamento della sentenza di condanna. Il dato singolare è che proprio il giorno successivo alla concessione dei domiciliari, il Perrotta è stato “liberato” anche da un ulteriore titolo custodiale La Corte di Appello ha revocato la custodia cautelare applicata, questa volta, dall’Autorità Canadese che ne aveva chiesto anche l’estradizione per sottoporre a giudizio il Perrotta per diversi ed ulteriori traffici di stupefacenti tra il Venezuela ed il Canada. E hanno anche scoperto che all’interno dei bagni della struttura, erano depositate le venti piantine, all’interno di altrettante bottigliette di plastica tagliate a metà, alte una ventina di centimetri. Non sarebbe stato quello dell’ex asilo, comunque, l’habitat definitivo dove le piantine sarebbero diventate semi. Anche perchè, come in altri casi, gli ignoti detentori della piantagione si preparavano a spostarle altrove. Come speravano almeno i Carabinieri, che comunque avevano come priorità quella di evitare anche che le piante potessero produrre la sostanza cannabinoide. Ovviamente, prima che raggiungessero un metro e mezzo, cioè la completa fioritura, sarebbero stati necessari almeno altri due mesi. Tra le piantine sequestrate dai Carabinieri, anche una «maschio», quella indicata appunto per favorire la fioritura. In un terreno poco distante dal luogo dove è avvenuto il sequestro, sono state rinvenute altre due piantine di droga, che avevano le stesse caratteristiche di quelle nella scuola. Non è la prima operazione che i militari della Compagnia dei Carabinieri di Baiano compiono sul fronte della lotta alla droga, non solo nella zona del Vallo di Lauro, ma anche ed in modo particolare nel Baianese, dove non sono mancati anche arresti e sequestri di sostanze stupefacenti dai militari agli ordini del capitano Raffaele Iacuzio.
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