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Edizione del 09/06/2013 - Corriere

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CORRI R<br />

Domenica 9 giugno <strong>2013</strong><br />

Quei disertori <strong>del</strong>l’esercito di Annibale<br />

Si fermarono in una vallata dei Pirenei e fondarono un paese che chiamarono Vulturaria. Quando le unità cartaginesi arrivarono<br />

in Italia e risalirono la Campania per attaccare Roma, alcuni si stabilirono in una valle e fondarono l’attuale Volturara Irpina<br />

EDMONDO MARRA<br />

Il viaggio alla ricerca <strong>del</strong>la fondazione<br />

e <strong>del</strong>le origini di Volturara<br />

Irpina ha inizio con la<br />

lettura di un libro scritto nel<br />

1700 sulla storia di Montpellier<br />

in Francia.<br />

Si parla <strong>del</strong>la spedizione di Annibale<br />

che nel 218 avanti Cristo parte da Cartagena<br />

in Spagna con 100.000 uomini<br />

e 37 elefanti alla volta <strong>del</strong>l’Italia per<br />

distruggere Roma.<br />

Durante il percorso molti soldati disertano<br />

ed in una vallata dei Pirenei<br />

fondano un paese che chiamano Vulturaria,<br />

per la numerosa presenza di<br />

avvoltoi, richiamati dalle carcasse di<br />

animali che gli aborigeni gettavano in<br />

quel posto. Indubbiamente fu una<br />

sorpresa scoprire che esiste o esisteva<br />

un’altra Volturara, ma che fosse in<br />

Spagna poi fu ancora più inaspettata.<br />

Sapevo <strong>del</strong>l’esistenza di Volturara Appula<br />

in Puglia, ma non immaginavo<br />

nemmeno lontanamente che in un’altra<br />

nazione, con un‘altra lingua, potesse<br />

esserci un paese che nei tempi<br />

remoti <strong>del</strong> medioevo era chiamata<br />

Vulturaria, come le altre due Vulturariae<br />

italiane.<br />

Nel viaggio alla ricerca di prove storiche,<br />

dalla Francia centrale scendo sulla<br />

costa atlantica ed affronto i Pirenei<br />

in trasversale per arrivare al Mediterraneo.<br />

La prima tappa è Lourdes per ritrovare<br />

un poco di serenità interiore e a seguire<br />

Andorra, mondo sospeso nel<br />

tempo, misterioso ed intrigante.<br />

Si parte quindi alla volta <strong>del</strong>l’antica<br />

VULTURARIA, attraverso montagne e<br />

vallate, che assomigliano molto alle<br />

nostre.<br />

Le sorprese iniziano quando, vicini alla<br />

meta, mi imbatto in un paese che<br />

si chiama MONTELLA.<br />

Incomincio a fare strane supposizioni,<br />

e vado alla ricerca di conferme,<br />

per una ipotesi suggestiva, ma molto<br />

opinabile e forse non giustificabile.<br />

Preso dal desiderio di ritrovare la gemella<br />

<strong>del</strong> mio paese, non ci fermiamo,<br />

ma continuiamo il viaggio.<br />

Arrivati nel luogo dove doveva sorgere<br />

il paese, di Volturara nessuna traccia,<br />

ma alla fine qualcuno si ricorda<br />

di un castello diroccato che anticamente<br />

si chiamava così e che oggi è<br />

chiamato di ULTRERA.<br />

Le ipotesi diventano nella mia mente,<br />

di parte, una suggestiva realtà. Anche<br />

Volturara Irpina in dialetto si chiama<br />

OTRALE, ed i due nomi si assomigliano<br />

foneticamente ed il castello è una<br />

dimensione comune a tutte e due.<br />

Quindi partiamo alla ricerca <strong>del</strong> castello<br />

che si trova a circa 700 metri sopra<br />

di noi.<br />

Man mano che saliamo il paesaggio<br />

diventa un incubo. Dirupi immani e<br />

con la strada larga giusto per far passare<br />

la macchina. Si ha paura di guardare<br />

di lato per i precipizi che si affacciano<br />

dal ciglio.<br />

Ma arrivati alla vetta lo spettacolo che<br />

ci si pone davanti è qualcosa di veramente<br />

eccezionale.<br />

Davanti a me il Golfo <strong>del</strong> Leone con il<br />

Mediterraneo ed il Sud <strong>del</strong>la Francia<br />

con una miriade di paesi e città, dietro<br />

una vallata piena di alberi, sospesa<br />

tra le montagne , identica alla val-<br />

lata che sta a Volturara Irpina dietro il<br />

castello di San Michele.<br />

Le stesse profondità, le stesse curve<br />

sinuose dei monti, le stesse salite. Mi<br />

sembra di stare al mio paese.<br />

Ultrera, l’antica Vulturaria spagnola,<br />

stava là, in quella valle e l’ambiente è<br />

uguale alla antica Vulturaria irpina.<br />

Dopo le foto di rito, scendiamo verso<br />

il mare con le stesse paure <strong>del</strong>l’andata,<br />

ma con la soddisfazione di aver<br />

forse scoperto le origini <strong>del</strong> mio paese.<br />

Arriviamo al mare e ancora una sorpresa<br />

sembra confermare le mie ipotesi<br />

dopo un centinaio di chilometri.<br />

A confine tra Spagna e Francia mi imbatto<br />

in un paese che si chiama Baynuls,<br />

che può essere tradotto in Bagnoli.<br />

Sorbs (Sorbo) lo incontriamo<br />

dopo 200 chilometri vicino a Montpellier<br />

sulla strada che porta verso l’Italia,<br />

ma è un sovrappiù che trascri-<br />

viamo solo per nota, mentre Salse<br />

(Salza) si trova vicino a Baynuls.<br />

Alla fine l’ipotesi suggestiva che mi<br />

aveva condotto nei Pirenei non perde<br />

la sua validità, anzi si rafforza e diventa<br />

nella mia mente una certezza<br />

inconfutabile.<br />

E’ il 218 avanti Cristo, l’ultimo giorno<br />

LA DOMENICA DEL CORRIERE<br />

di maggio.<br />

L’esercito cartaginese al comando di<br />

Annibale, partito da Cartagena in Spagna,<br />

vuole arrivare alla conquista di<br />

Roma, passando i Pirenei e le Alpi ed<br />

attaccando i romani alle spalle. Sono<br />

in centomila e hanno innanzi a loro<br />

come onda d’urto 37 elefanti africani<br />

addestrati alla guerra.<br />

Arrivano ai Pirenei verso la metà d’agosto,<br />

dopo aver perso per strada<br />

45.000 uomini, per diserzione o combattimenti.<br />

In una valle si accampano, per riprendere<br />

fiato in attesa di scendere in<br />

pianura e costruiscono un punto di<br />

guardia in legno, castellum, sopra la<br />

collina sovrastante la vallata per difendersi<br />

da eventuali attacchi <strong>del</strong>le<br />

popolazioni indigene.<br />

Le diserzioni continuano ed Annibale<br />

decide allora di lasciare liberi coloro<br />

che non hanno più intenzione di se-<br />

guire il suo esercito.<br />

Vuole uomini motivati e pronti a tutto<br />

pur di distruggere Roma.<br />

Se ne vanno in centinaia e centinaia,<br />

e molti preferiscono restare in quella<br />

valle piena di avvoltoi, usata dagli indigeni<br />

per buttarvi le carogne degli<br />

animali morti, facile preda dei rapaci.<br />

LE ORIGINI<br />

Annibale con gli elefanti Volturara Irpina Ruderi castello Volturara Irpina<br />

Castello di Ultrera nei Pirenei, antica Vulturaria<br />

Montella Pirenei<br />

Vallata dei Pirenei dove sorgeva Volturaria<br />

I nuovi abitanti la chiamano “Vulturaria”,<br />

ossia rifugio di avvoltoi (dal libro<br />

“la Societè archeologique de<br />

Montpellier” <strong>del</strong> 1700).<br />

Annibale arriva in Italia, evita di attaccare<br />

Roma e dopo alterne vicende<br />

sconfigge il 2 Agosto <strong>del</strong> 216 a.C. l’esercito<br />

romano nella pianura di Canne<br />

in Puglia. Per avvicinarsi a Roma<br />

risale in Campania e si dirige verso<br />

Capua in attesa <strong>del</strong>lo scontro finale.<br />

Decidono di fermarsi e chiamano il posto con lo stesso nome <strong>del</strong> luogo<br />

che avevano lasciato nei Pirenei, ossia “ Vulturaria”, oggi Volturara<br />

Irpina. Esiste ancora nella parte alta <strong>del</strong> nostro territorio un sentiero<br />

chiamato passo di Annibale, che indica la strada percorsa dall’esercito<br />

cartaginese diretto a Capua, come nei pressi di Vulturaria<br />

spagnola esiste ancora un luogo chiamato la rupe di Annibale<br />

Durante il tragitto molti soldati, stanchi<br />

<strong>del</strong>la guerra e dei tanti sacrifici,<br />

scappano in ogni direzione. Alcuni di<br />

loro trovano una valle isolata, piena<br />

di rapaci e di avvoltoi.<br />

E’ molto simile alla valle che due anni<br />

prima hanno lasciato in Spagna,<br />

con la stessa collina che la sovrasta.<br />

22<br />

Decidono di fermarsi e<br />

chiamano il posto con<br />

lo stesso nome <strong>del</strong> luogo<br />

che avevano lasciato<br />

nei Pirenei, ossia “Vulturaria”,<br />

oggi Volturara<br />

Irpina.<br />

Esiste ancora nella parte<br />

alta <strong>del</strong> nostro territorio<br />

un sentiero chiamato<br />

passo di Annibale,<br />

che indica la strada percorsa<br />

dall’esercito cartaginese<br />

diretto a Capua,<br />

come nei pressi di<br />

Vulturaria spagnola esiste<br />

ancora un luogo<br />

chiamato la rupe di Annibale.<br />

Il primo insediamento<br />

poteva essere dietro la<br />

collina <strong>del</strong> castello vicino<br />

alla località Serra,<br />

poi nei secoli l’abitato è stato spostato<br />

nella posizione attuale.<br />

Gli altri paesi menzionati durante il<br />

viaggio (Montellà, Baynuls, Salse,<br />

Sorbs ...) possono essere <strong>del</strong>le pure<br />

coincidenze oppure hanno dato il nome<br />

ai paesi vicini a Volturara Irpina.<br />

Non bisogna dimenticare che le loro<br />

origini risalgono guarda caso allo stesso<br />

periodo in cui fu fondata Volturara<br />

e che gli stessi soldati, vedendo la somiglianza<br />

tra le montagne <strong>del</strong>l’Irpinia<br />

ed dei Pirenei abbiano voluto ricordare<br />

i paesi fondati due anni prima in<br />

Spagna, ripetendone i nomi.<br />

Occorre precisare anche che potrebbero<br />

esserci altri nomi di paesi dal nome<br />

simile tra la Spagna e l’Irpinia,<br />

paesi chi io non ho incontrato durante<br />

il viaggio e che andrebbero a rinforzare<br />

questa ipotesi che non sembra<br />

tanto lontana dalla realtà. Un ultimo<br />

dato suggestivo può essere dato dal<br />

fatto che Irpinia è quasi un anagramma<br />

di Pirenei.<br />

In definitiva la venuta di Annibale di<br />

Italia che durò quindici anni portò<br />

cambiamenti epocali e diede origine<br />

ad una sorta di modernizzazione e di<br />

trasformazioni che ridisegnarono l’Italia<br />

meridionale nei secoli successivi<br />

e contribuirono al progresso dei popoli<br />

interessati.

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