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Edizione del 09/06/2013 - Corriere

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CORRI R<br />

Domenica 9 giugno <strong>2013</strong><br />

Teora, ricordando Ferrer<br />

La sezione <strong>del</strong> Libero Pensiero organizzò il 13 ottobre 1910 l’intitolazione <strong>del</strong>la piazza all’anarchico spagnolo fondatore<br />

<strong>del</strong>la Scuola Moderna, laica e razionalista. L’epigrafe di Giovanni Pascoli non ebbe lo sperato successo<br />

LUCIANO LUCIANI<br />

“Teora a Ferrer”, così titolava<br />

un articolo apparso sulle<br />

colonne <strong>del</strong> Grido,<br />

(giornale fondato e diretto<br />

da Ferdinando Cianciulli a<br />

Montella), <strong>del</strong> 30 – 31 ottobre<br />

1910 a pagina 2.<br />

Era la cronaca <strong>del</strong>la cerimonia che<br />

la Sezione <strong>del</strong> Libero Pensiero di<br />

Teora organizzò il 13 ottobre 1910<br />

per la intitolazione <strong>del</strong>la piazza da<br />

Largo Tarantino a Piazza Francisco<br />

Ferrer e per lo scoprimento <strong>del</strong>la lapide<br />

a lui dedicata, per commemorare<br />

l’anniversario <strong>del</strong>la morte <strong>del</strong>l’anarchico<br />

e libero pensatore spagnolo,<br />

nato nel 1858 ad Alella in<br />

Spagna pedagogista, fondatore <strong>del</strong>la<br />

Scuola Moderna, laica e razionalista.<br />

Il pensiero di Ferrer era caratterizzato<br />

da un forte anticlericalismo dovuto<br />

anche alla situazione sociale<br />

<strong>del</strong>la Spagna di quel periodo.<br />

Per Ferrer la fondazione di scuole libere<br />

avrebbe potuto combattere sia<br />

la Chiesa e i suoi privilegi che lo<br />

Stato e il suo strapotere sui cittadini-sudditi.<br />

Già dalla rivoluzione <strong>del</strong> 1868 gli<br />

strati più evoluti <strong>del</strong>la classe operaia<br />

avevano creato <strong>del</strong>le scuole laiche,<br />

tentando così di dare un'istruzione<br />

diversa ai propri figli.<br />

La Escuela moderna si presentava<br />

diversa dalle altre scuole laiche perché<br />

aveva un carattere apertamente<br />

rivoluzionario, volto ad emancipare<br />

i bambini <strong>del</strong>le classi povere rifiutando<br />

qualsiasi principio di autorità<br />

sia da parte <strong>del</strong>lo Stato che <strong>del</strong>la<br />

Chiesa.<br />

In seguito alla dichiarazione <strong>del</strong>la<br />

legge marziale nel 19<strong>09</strong> durante la<br />

"Settimana tragica", una rivolta<br />

scoppiata il 26 luglio quando la popolazione<br />

si ribellò alla Guardia Civile<br />

che aveva il compito di far imbarcare<br />

i coscritti (per la quasi totalità<br />

appartenenti alle classi povere)<br />

mandati a combattere nelle guerra<br />

coloniali in Africa.<br />

Ferrer fu arrestato il 31 agosto con<br />

l'accusa di essere il fomentatore <strong>del</strong>la<br />

rivolta.<br />

Sottoposto ad un processo farsa da<br />

parte <strong>del</strong> tribunale militare, venne<br />

condannato a morte con prove artefatte<br />

e fucilato a Barcellona, il 13 ottobre<br />

di quell'anno, nella fortezza di<br />

Montjuich.<br />

Poco dopo la sua esecuzione, nacquero<br />

negli Stati Uniti varie "scuole<br />

moderne" sul mo<strong>del</strong>lo di quella di<br />

Ferrer, la prima e più importante<br />

<strong>del</strong>le quali fu costituita a New York<br />

nel 1911.<br />

La Sezione <strong>del</strong> Libero Pensiero di<br />

Teora si intitolava a Giordano Bruno.<br />

Fu fondata ed aperta da Pasquale<br />

Luciani, sottile politico abile organizzatore,<br />

agli inizi <strong>del</strong> ‘900, e si<br />

chiuse con l’inizio <strong>del</strong>la guerra <strong>del</strong><br />

1915-1918.<br />

Diedero incarico allo studente Emilio<br />

Stefanelli, poi ingegnere, di ottenere<br />

da un uomo illustre il testo <strong>del</strong>la<br />

lapide da dedicare a Francisco<br />

Ferrer.<br />

Scrisse al poeta Giovanni Pascoli<br />

che gli mandò questo, pubblicato<br />

dal giornale letterario “La Rana” di<br />

Bologna, col titolo “La Protesta”,<br />

però il testo non ebbe lo sperato<br />

successo:<br />

UNO SCOPPIO DI FUCILI<br />

UBBIDIENTE AD UN BREVE<br />

CENNO DI SPADA<br />

DA DENTRO UNA TORVE<br />

SOLITARIA<br />

CINTA DI MURI E DI FOSSE<br />

ECHEGGIÒ NELLE SCUOLE DEL-<br />

LA TERRA,<br />

RIMBOMBÒ’ NELLE OFFICINE<br />

DEL MONDO<br />

E I PENSATORI ALZARONO GLI<br />

OCCHI DAL LIBRO<br />

E I LAVORATORI ALZARONO IL<br />

PUGNO DALL’INCUDINE<br />

E SI VOLSERO AL TRAMONTO<br />

DOV’ERA BAGLIOR DI FIAMME E<br />

ODOR DI ROGHI<br />

FRANCISCO FERRER<br />

ERA LÀ,<br />

CADUTO IN UN TETRO FOSSATO<br />

E GLI UCCISORI INCOSCIENTI<br />

SFILAVANO DAVANTI IL<br />

CADAVERE INSANGUINATO<br />

DI COLUI CHE VOLEVA<br />

REDIMERE ANCH’ESSI INFELICI.<br />

STRINGETEVI L’UN L’ALTRO<br />

AVANTI QUESTO MARTIRIO<br />

O PENSIERO E LAVORO UMANI.<br />

QUELLO CHE FERRER<br />

NON POTÈ REDIMERE CON LA<br />

PAROLA<br />

LI REDIMA COL SANGUE.<br />

Non contento il direttivo <strong>del</strong> circolo<br />

richiese un testo al prof. Angelo<br />

Zuccarelli, docente di antropologia<br />

criminale all’Università di Napoli, e<br />

questi lo mandò e fu accettato:<br />

ATLETA DEL PENSIERO<br />

NOVATORE MODERNO<br />

AGITATORE TRA I MAGGIORI<br />

DELLA STORIA<br />

NELLA PATRIA DECADUTA<br />

SOTTO IL GIOGO OSCURANTISTA<br />

CON L’AMORE ALLA SCUOLA<br />

LA DOMENICA DEL CORRIERE<br />

Giovanni Pascoli Giordano Bruno<br />

Teora<br />

SCEVRA DA FOSSILIZZAZIONI<br />

DOMMATICHE<br />

FRANCISCO FERRER<br />

RIACCESE LA SACRA FIACCOLA<br />

DI REDENZIONE CIVILE<br />

E<br />

INCROLLABILE NELLA FEDE DEL<br />

VERO<br />

AL PIOMBO INIQUO DEI<br />

TRESCANTI CON LOYOLA<br />

PRESENTO’ INTREPIDO IL PETTO<br />

SUO<br />

---------------------------------------<br />

I GIOVANI E I LIBERI PENSATORI<br />

DI TEORA<br />

POSERO<br />

13 OTTOBRE 1910<br />

La cerimonia si svolse di sera nella<br />

Piazza Congrega, illuminata da lampade<br />

ad acetilene, testualmente leggiamo<br />

nell’articolo tratto da “Il Grido”:<br />

“Prima che oscurasse, la piazza comunale<br />

era gremita di gente.<br />

Quivi si ergeva la tribuna oratoria,<br />

ed a capo di essa, in un intreccio di<br />

bandiere, tra lumi e fiori, splendeva<br />

l’immagine <strong>del</strong> martire catalano.<br />

Alle ore diciannove circa, tra entusiastiche<br />

grida di evviva, assume la<br />

presidenza il signor Pasquale Luciani.<br />

Questi lasciando il compito agli altri<br />

di parlare degli ideali di Ferrer, e degli<br />

ammaestramenti <strong>del</strong> suo martirio,<br />

con chiarezza di espressione e<br />

con vigoria di argomenti tratta l’origine<br />

degli Dei e dei Culti. Attacca<br />

violentemente i preti e solleva il velo<br />

<strong>del</strong>la loro turpitudine.<br />

Seguono applauditi i giovani studenti:<br />

Emilio Stefanelli comincia<br />

sferzando ed attaccando di santa ragione<br />

i corvi <strong>del</strong>la Chiesa, nemici<br />

<strong>del</strong> progresso e sobillatori <strong>del</strong>le famiglie,<br />

accenna fugacemente alle<br />

condizioni <strong>del</strong>la Spagna contemporanea,<br />

indi passa a trattare il tema<br />

<strong>del</strong>l’educazione, facendo emergere<br />

la figura vivida di Ferrer come educatore<br />

e maestro.<br />

LA STORIA<br />

Francisco Ferrer<br />

Pannuti Garibaldi illustra la grandezza<br />

di Ferrer apostolo <strong>del</strong>la<br />

“Scuola Moderna”. Inneggia ai prodi<br />

e degni figli <strong>del</strong>la scienza, i quali<br />

dischiusero le porte <strong>del</strong>la verità fugando<br />

dogmi e menzogne, ed ai<br />

martiri <strong>del</strong> libero pensiero la cui memoria<br />

splende e splenderà sempre a<br />

vergogna dei loro carnefici.<br />

Vincenzo Vitellio, dopo essersi compiaciuto<br />

<strong>del</strong>la partecipazione di tutti<br />

i concittadini alla solenne commemorazione<br />

- indizio questo di<br />

progresso – illustra la vita politica<br />

<strong>del</strong>la Spagna contemporanea, collegando<br />

e facendo emergere quella di<br />

F. Ferrer dal processo Moral ai gloriosi<br />

moti di Barcellona.<br />

Inneggia all’amore libero di Soledad<br />

Villafranca, all’eroismo <strong>del</strong> capitano<br />

Galceran, fa rivivere gli orrori <strong>del</strong><br />

castello di Montiuich.<br />

Parlando poi dei nuovi ideali civili<br />

attacca e sferza la ignavia dei governanti<br />

e la intolleranza sacerdotale,<br />

<strong>del</strong> cui triste connubio molte vittime<br />

illustri registra la storia.<br />

Termina in forma lirica l’apoteosi<br />

<strong>del</strong> martirio e <strong>del</strong>la redenzione di<br />

Ferrer, interrotto da calorose ovazioni.<br />

Chiude il comizio il sig. Giuseppe<br />

Pannuti esponendo rapidamente le<br />

molte nefandezze dei gesuiti.<br />

Formatosi quindi il corteo tra lo<br />

sventolio di bandiere, tra bagliori di<br />

torce, in un unisono di evviva si<br />

muove verso il largo Tarantino, ora<br />

piazza Ferrer.<br />

Quivi Luciani inneggia ad un avvenire<br />

di pace e di fratellanza sociale,<br />

manda un saluto ed un plauso a Canalejas<br />

per la sua opera di redenzione<br />

civile, e viene scoperta la lapide.<br />

Di questo ricordo modesto nella forma,<br />

ma grande nel suo significato,<br />

parla molto applaudito e con calore<br />

F. Cianciulli.<br />

Rileva i <strong>del</strong>itti <strong>del</strong>la Santa Romana<br />

Inquisizione, che ha distrutto i corpi,<br />

ma non ha potuto sopprimere le<br />

26<br />

aspirazione dei popoli verso la luce<br />

e la libertà intera <strong>del</strong>le intelligenze,<br />

verso il diritto e la giustizia umana<br />

e sociale. Termina con dei versi <strong>del</strong><br />

Carducci, ricordando infine che tutte<br />

le infamie dei governi e <strong>del</strong>’ira<br />

clericale furono sempre pagate a caro<br />

prezzo.<br />

Ad un anno di distanza dall’assassinio<br />

di Ferrer quanto cammino per il<br />

proletariato europeo!”<br />

La targa era posta sulla casa di Giuseppe<br />

Stafanelli, in seguito fu rimossa<br />

e messa in un deposito <strong>del</strong><br />

Municipio, intorno ai primi degli anni<br />

“trenta”, perché gli ideali per i<br />

quali il Ferrer era stato fucilato contrastavano<br />

con l’ideologia fascista, e<br />

poi, andò distrutta.<br />

Comunque, il Libero Pensiero a Teora<br />

lasciò ampie tracce anche nella<br />

toponomastica <strong>del</strong>le strade: Piazza<br />

Giordano Bruno, Piazza Giovanni<br />

Bovio, Via Ruggero Bonghi, Piazza<br />

Ferrer, Piazza XX Settembre.<br />

Si parla di un’altra epigrafe che doveva<br />

essere inaugurata a Giordano<br />

Bruno come leggiamo in questo trafiletto<br />

pubblicato ne “Il Grido” <strong>del</strong><br />

24 gennaio 1913: “Teora - In questa<br />

morta gora d’Irpinia ha preso salde<br />

radici la Sezione <strong>del</strong> Libero Pensiero.<br />

Il lavoro di propaganda si svolge<br />

fra il massimo entusiasmo dei<br />

giovani.<br />

Quanto prima avremo l’inaugurazione<br />

di una epigrafe a Giordano<br />

Bruno, al martire più eminente <strong>del</strong><br />

Libero Pensiero, contro cui ancora si<br />

scaglia la bava dei preti.” Però di<br />

questa epigrafe non è stata trovata<br />

alcuna traccia.<br />

A cento anni, su proposta <strong>del</strong>l’Associazione<br />

Libero Pensiero Irpino<br />

Giordano Bruno di Castelfranci, nella<br />

veste <strong>del</strong> Presidente Felice Storti,<br />

verrà posta, a Teora, la lapide per<br />

ricordare “Giordano Bruno e i cento<br />

anni <strong>del</strong>la nascita <strong>del</strong>la Sezione<br />

<strong>del</strong> Libero Pensiero” le cui parole saranno<br />

dettate dal filosofo Aldo Masullo.

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