i ricorsi elettorali e la recente giurisprudenza della v sezione del ...

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« Quando la tinta è tale da dare al colore della carta un nome proprio
« diverso dal bianco, non si può ritenere che la scheda sia in carta
« bianca, e ciò indipendentemente da ogni altra considerazione, in
« niun caso potendosi i colori che il nome distingue avere per uguali ».
{Giusi, amm., 1915, pag. 283).
Della piegatura, poi, la Sezione V ebbe a riconoscere che la legge
né la vieta né la governa in maniera assoluta. Essa si limita a stabilire
che l'elettore presenti la scheda piegata in quattro (art. 76,
prima parte). Ma da ciò non si può dedurre che la piegatura in più
di quattro importi nullità (decisione 14 maggio 1915, n. 217, Dal
Conte e. Baldassarre, in Giusi. amm.y 1915, pag. 241).
Inoltre fu ritenuto: che non può considerarsi come segno di riconoscimento
la intestazione a stampa contenuta nelle schede « nomina
dei consiglieri provinciali » specie quando identica intestazione si
trovi nelle schede del partito avversario e quando le elezioni provinciali
sieno avvenute contemporaneamente a quelle comunali ; che nemnieno
può considerarsi segno di riconoscimento la indicazione del nome
della cartiera contenuta nell'impasto della carta adoperata per le
schede (decisione innanzi cit. 23 aprile 1915, n. 183).
b) Peraltro questi principi hanno sempre un valore relativo,
e perdono efficacia quando sia da ravvisare la frode alla legge, che va
esaminata caso per caso con i criteri suggeriti dalle circostanze della
specie. Infatti è stato ritenuto che, se la scheda è di dimensioni
troppo piccole e di formato strano e se i nomi dei candidati vi sono
stampati in modo da rimanere così l'uno all'altro aderenti, che la
loro sostituzione con altri nomi scritti a mano riesce impossibile o
fnolto difficile, essa è da annullare (decisione 30 luglio 1915, n. 330,
Emina e. Jacono). Xel caso esaminato da questa decisione, si trattava
di schede di dimensioni speciose (era. 4y2 per 16^), in cui i nomi
dei candidati erano stampati in modo che fra essi quasi non rimaneva
spazio bianco. In genere, la Sezione suole annullare le schede,
che appaiano «artificiosamente preparate, ravvisando in ciò una violazione
della segretezza e della libertà del voto. Così ha riconosciuto
un artificio, che importa nullità, anche nella speciosa distribuzione
dei nomi dei vari candidati come capilista nelle diverse schede (decisione
25 giugno 1915, n. 285, Bellini e. Scavazza; decisione 10 dicembre
1915, n. 456, Baldi e. dee. G. P. A- di Siena). E parimenti ha
r *tennto che il fatto che in più schede sia stato aggiunto un nome
»* più, riferentesi a persona non candidata,, può costituire artificio
a scopo di riconoscimento e importare la nullità delle schede (decisione
2« marzo 11)15, n. 130, Grillo e. del. Cons. prov. di Girgcnti, in Giust.