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portraits<br />
In apertura, la spedizione<br />
sull’Everest nel 2002.<br />
Gli alpinisti indossavano<br />
orologi Rolex.<br />
UN’OSTRICA DA PRIMA PAGINA<br />
Da subito Wilsdorf ha una doppia intuizione<br />
fondamentale. Per conquistare il<br />
grande pubblico, non solo dota i segnatempo<br />
di movimenti di altissima qualità,<br />
ma ne dimostra l’eccellenza attraverso<br />
certificazioni ufficiali e “prove di<br />
forza” reali, che comunica attraverso i<br />
media. Nel 1914 Rolex è riconosciuto in<br />
Svizzera come il primo “cronometro da<br />
polso” e nel 1918 un noto osservatorio<br />
inglese assegna un certificato di precisione<br />
di classe A, fino allora appannaggio<br />
solo dei cronometri della Marina. Dopo<br />
la fine della Prima Guerra Mondiale<br />
Wilsdorf fonda la Montres Rolex SA a<br />
Ginevra, vicino alla fabbrica dei movimenti<br />
di Bienne. Qui, nel ’26, nasce il<br />
Rolex Oyster, il primo segnatempo<br />
impermeabile ad acqua, aria e polvere,<br />
ermetico come, appunto, un’ostrica.<br />
Un anno dopo la nuotatrice inglese<br />
Mercedes Gleitze lo indossa per<br />
15 ore e 15 minuti per attraversare la<br />
Manica. L’Oyster continua a funzionare,<br />
e Wilsdorf fa pubblicare sul Daily<br />
Mail un’inserzione che annuncia il grande<br />
successo. “Rolex da sempre ha saputo<br />
abbinare la propria immagine a eventi<br />
grandiosi, dalla scalata dell’Everest al<br />
primo volo transoceanico da Londra a<br />
New York - racconta Stefano Mazzariol,<br />
AD di Vintage Watches –. All’epoca queste<br />
imprese catturavano l’attenzione del<br />
mondo intero. La gente aveva bisogno di<br />
miti da venerare”.<br />
Rolex, dunque, è pioniere dell’endorsement,<br />
e colleziona primati nell’innovazione<br />
di prodotto. Al ’31 risalgono l’invenzione<br />
e il brevetto del meccanismo<br />
di ricarica automatica a rotore Perpetual,<br />
che segna la svolta verso l’era dei segnatempo<br />
automatici e, dal secondo dopoguerra,<br />
la manifattura crea altri modelli<br />
storici che continuano a battere record.<br />
Il Datejust, primo cronometro da polso<br />
con datario, il Submariner, primo impermeabile<br />
fino a 100 metri (oggi sono 300),<br />
il Gmt Master e il Day Date, rispettivamente<br />
i primi a indicare simultaneamente<br />
l’ora di due fusi orari e il giorno della settimana<br />
in lettere e in 26 lingue.<br />
Proseguono anche le imprese che provano<br />
la reale affidabilità dei Rolex, come la<br />
scalata dell’Everest e la discesa nella Fossa<br />
delle Marianne con i cronometri Oyster,<br />
tutte documentate e comunicate al grande<br />
pubblico non solo europeo, ma globale.<br />
Sono gli anni dell’internazionalizzazione,<br />
in cui vengono aperte filiali dell’azienda<br />
nei cinque continenti.<br />
Nel 1960, alla morte di Wilsdorf, la<br />
moglie crea un fondo fiduciario di diritto<br />
svizzero prevedendo che l’azienda<br />
non possa essere venduta e che i profitti<br />
vengano reinvestiti in ricerca e in attività<br />
filantropiche. Un’unicità nel settore<br />
dell’orologeria e in quello del lusso in<br />
generale, anche se da anni si vocifera che<br />
ci sia proprio la creazione di una fondazione<br />
nel futuro di Armani. Tre anni dopo<br />
lo svizzero André J. Heiniger, già a capo<br />
della filiale sudamericana e braccio destro<br />
di Wilsdorf per anni, assume la guida della<br />
maison. È un cambio all’insegna della<br />
continuità. Il nuovo presidente mantiene<br />
l’Oyster come punto di forza dell’offerta,<br />
insiste sulla certificazione dei segnatempo<br />
e avvia il processo di concentrazione<br />
in Svizzera della produzione. E, negli<br />
anni Settanta, affronta la crisi dell’orologio<br />
svizzero dovuta all’avvento dei modelli<br />
al quarzo restando fedele al movimento<br />
meccanico e, soprattutto, indipendente.<br />
7 maggio 2013 pambianco magazine 37