milano - PambiancoNews
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dossier arredo<br />
A sinistra, ‘Yawanawá – La forza della<br />
foresta’ per la mostra Brasil S/A.<br />
In basso a sinistra, le vetrine de<br />
laRinascente interpretate con lo stile<br />
della fanzine Jungle Jim. Qui sotto,<br />
Attico Design di Cristina Celestino.<br />
lettivo TuttoBene, assemblea di 27 talenti<br />
caratterizzati dalla visione ecologica e<br />
sociale dei loro progetti. Spettacolari i<br />
tappeti lavorati a mano di Lizan Freijsen<br />
ottenuti dalle forme di pietre marmoree o<br />
riproduzioni di muffe e licheni al microscopio.<br />
Affascinante la proposta di Vacant<br />
Nl, di creare degli spazi temporanei per<br />
il lavoro, con vere e proprie stanze/cubo<br />
attrezzate in tessuto tecnico, magari all’interno<br />
di grandi loft o aree post industriali.<br />
Altro tema che con decisione ha attraversato<br />
gli eventi della Milano Design<br />
Week è l’high-tech e tutto ciò che rappresenta<br />
la frontiera delle innovazioni<br />
contemporanee. Tecnologia che è stata<br />
rappresentata dai grandi player mondiali<br />
della produzione dell’elettronica e dei<br />
materiali innovativi dall’Estremo Oriente,<br />
ma anche tecnologia che è sperimentata<br />
negli studi dei designer geek e smanettoni<br />
di tutto il mondo. Nella prima categoria<br />
c’è Lenovo che ha ricevuto uno dei<br />
maggiori riconoscimenti internazionali: il<br />
colosso cinese leader nella produzione di<br />
pc, tablets, smartphones, smart tv è stata<br />
premiata con il Red Dot Design Award,<br />
nel corso di una serata al Bulgari Hotel.<br />
Il prestigioso premio di design, tra i più<br />
ambiti soprattutto in termini di comunicazione,<br />
è stato assegnato al Design &<br />
User Experience team di Lenovo per<br />
l’attenzione alla user experience e per<br />
l’eccellenza nelle performance dei materiali<br />
usati nelle sue produzioni recenti.<br />
Sempre a Oriente, la giapponese Kaneka<br />
ha affascinato con le poetiche istallazioni<br />
frutto della tecnologia Oled, evoluzione<br />
dell’ormai quotidiano Led. Gli Oled<br />
attivano la diffusione di luce su foglio<br />
e quindi rendono possibile l’emissione<br />
luminosa “a zona”. Se la mostra (In)visible<br />
design, sotto la direzione scientifica<br />
di Susanna Legrenzi e Stefano Maffei,<br />
provava a dimostrare quale lato il design<br />
avrà nel futuro (tra le opere in mostra, la<br />
3D printer record, di Amanda Ghassaei<br />
che converte file audio digitali in dischi di<br />
vinile a 33 giri e le No place like home,<br />
di Dominic Wilcox, scarpe integrate a un<br />
navigatore Gps, che battendo i tacchi guidano<br />
verso la meta desiderata), il set creato<br />
dall’olandese Diederik Schneemann<br />
in un’Autofficina dismessa di Lambrate<br />
attivava tutte le più aperte riflessioni in<br />
materia di stampa 3D e delle frontiere del<br />
copyright. “I Steal, Copy, Compose And<br />
Print” è il titolo con cui presenta la sua<br />
collezione Mash-Up creata unicamente<br />
grazie a stampanti che rilasciano getti di<br />
materia plastica in progressione tridimensionale.<br />
Diederik pone la provocatoria<br />
domanda su quale sarà il prossimo destino<br />
della paternità creativa e della regolamentazione<br />
all’era di internet, visto che è già<br />
possibile (anche se con costi proibitivi)<br />
clonare qualsiasi design circolante. “Sono<br />
convinto che non ci sarà alcun modo di<br />
fermare la stampa 3D”, spiega Diederik,<br />
“Sempre più disegni emergeranno su<br />
Internet, rendendo difficile, forse impossibile<br />
controllare i diritti d’autore su ogni<br />
nuova creazione. Stiamo andando verso la<br />
prossima Napster del Design?”. Sull’onda<br />
di questa domanda ci mostra la sua algida<br />
poltroncina nata assemblando le parti<br />
più belle di sedute di padri del design e<br />
archistar contemporanee, un ibrido che<br />
sfida e sabota le leggi del copyrigh. Lo<br />
studio olandese Tjep, poco più distante,<br />
7 maggio 2013 pambianco magazine 49