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milano - PambiancoNews

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DOSSIER ARREDO<br />

in cina SÌ MA OCCHIO AI FALSI<br />

In futuro le iniziative per portare le imprese italiane dell’arredamento all’estero,<br />

soprattutto in Oriente, dovrebbero moltiplicarsi. Aprire “la via della seta” è<br />

un’opportunità da cogliere, ma potrebbe rivelarsi anche un rischio. Per la prima<br />

tappa ipotizzata a Shanghai (per ora a livello di progetto), alcune aziende hanno<br />

espresso dei timori circa la possibilità che i loro stand diventino una ghiotta<br />

occasione per riprodurre low cost il design italiano. I prodotti contraffatti da parte<br />

di aziende cinesi sono stati addirittura racchiusi in un dossier consegnato durante<br />

il Salone a Changling Zhu, presidente delle imprese cinesi del Legnoarredo. Solo<br />

se la reazione dell’associazione cinese alla “lotta ai falsi” si rivelerà adeguata (per<br />

esempio, tramite l’espulsione dei colpevoli), l’appuntamento di Shanghai potrà<br />

trasformarsi in realtà. Ma, intanto, anche in Italia c’è chi si comincia ad attrezzare<br />

contro i plagi: in occasione della design week, alcune aziende hanno allestito<br />

aree ad accesso riservato proprio per contenere il fenomeno delle copie. Tra la<br />

presentazione di aprile e l’arrivo dei prodotti sul mercato passano alcuni mesi: un<br />

lasso di tempo troppo rischioso per non tenerli lontani da occhi indiscreti.<br />

La lampada Ascent, Luceplan<br />

La poltroncina Diana,<br />

di Giorgetti, design<br />

Carlo Colombo.<br />

Sotto, il divano<br />

Valancourt di<br />

Visionnaire.<br />

ALLA RICERCA DEL RISCATTO<br />

Se nessuno mette in dubbio l’eccellenza<br />

delle maestranze italiane del design in<br />

termini di tecnica ed inventiva, celebrate<br />

come è giusto che sia durante la Fiera, il<br />

momento di difficoltà impone però<br />

di fare investimenti sostanziali con<br />

un occhio sul futuro. Sul fronte<br />

interno potrebbe aiutare, come<br />

chiesto più volte dagli imprenditori<br />

del settore, estendere all’arredo<br />

gli incentivi fiscali per le<br />

ristrutturazioni, o ridurre l’Iva al<br />

4 per cento. Ma al momento ogni<br />

appello alla politica è rimasto inascoltato,<br />

e allora le aziende devono<br />

guardare altrove. La domanda<br />

globale, infatti, non si è affievolita,<br />

ma si è semplicemente spostata.<br />

Certo il Salone ha dato una sferzata di<br />

energia di cui il settore aveva bisogno e<br />

non solo all’interno dei padiglioni, ma<br />

anche in tutta la città, come confermano<br />

i player non presenti in Fiera, da B&B<br />

Italia a Venini o De Padova, che hanno<br />

registrato una grande affluenza nei loro<br />

showroom.<br />

La design week si è insomma confermata<br />

l’evento più importante per Milano,<br />

capace di generare un indotto di 204<br />

milioni di euro, in crescita del 5% rispetto<br />

all’anno scorso. Ma una volta che i buyer<br />

hanno lasciato Milano, resta da risolvere<br />

da una parte la falla del mercato interno<br />

e dall’altra il nodo dell’espansione oltre<br />

confine. Il mercato globale rimane una<br />

potenzialità enorme che bisogna “solo”<br />

iniziare a sfruttare.<br />

44 pambianco magazine 7 maggio 2013

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