dossier arredo a spasso per il Fuori Salone A Milano per seguire la mappa del design Nel settore dell’home interior sono sempre più evidenti gli accenti delle diverse culture. La ricerca si focalizza sulle dialettiche tra innovazione e tecnologia e le storie delle realtà emergenti. La riflessione conduce verso una nuova definizione di stile contemporaneo. Play Video 7 maggio 2013 pambianco magazine 47
dossier arredo di Patrizia Coggiola C ome un globo in miniatura, le strade di Milano hanno offerto un preziosissimo excursus sullo stato della creatività nei maggiori territori design oriented contemporanei. Un’opportunità impareggiabile, per ampiezza e vastità, per compiere un giro del mondo delle identità più interessanti, sia quelle che hanno intrapreso un rapporto con il design da lunga data, sia con le realtà che vi si affacciano ora con un patrimonio artigianale e umanistico unico. Certamente, partire per l’Africa contemporanea scendendo le scale de la Rinascente è stato uno dei momenti più suggestivi della settimana milanese: il DesignSupermarket della “Rina” è diventato il centro di una pirotecnica sequenza di performances e dibattiti dal titolo Afrofuture, capaci di scardinare buona parte dei preconcetti rispetto al design africano. In questa kermesse di visionari strumenti post-fantascientifici, curata da Beatrice Galilée, si è data voce alla straordinaria rivoluzione tecnologica africana in atto. La manualità bric-à-brac tipica sta metabolizzando i simboli del progresso tecnologico in un’infiorescenza spontanea che ha molto da dire sul ruolo del design non solo in Africa, ma in tutta la cultura odierna. Tra i fotografi, illustratori, architetti, opinionisti in mostra, c’è stata la famosa fanzine Jungle Jim, i cui autori hanno interpretato le vetrine de la Rinascente e gli occhiali cult surreali e provocatori C-Stunners del designer Nganga. In cerca di possibili definizioni e confronti con il design, la Corea si è presentata con una vetrina spettacolare sul suo artigianato tradizionale: giare laccate, metalli cesellati, decorazioni di seta e lievissime garze di lino. Promossa dal Korean Craft & Design Foundation, la mostra Constancy & Change in Korean Traditional Craft ha esibito un potenziale manifatturiero in cerca di designer e aziende in grado di interpretarle in chiave contemporanea. La mostra coreana si teneva negli spazi della Triennale, a pochi passi da Danish Chromatism, selezione fotosensibile del meglio degli ultimi 100 anni di design danese. Nelle intenzioni dell’ideatrice Signe Byrdal Terenzani, e nella presentazione ad effetto progettata da GamFratesi (studio italiano migrato con successo a Copenhagen), c’era l’obiettivo di valorizzare il filo conduttore tra aziende danesi storiche e più recenti, attraverso decenni di storia del design e rigore delle forme. Da ricordare Fredericia Furniture, Montana, Paustinian. Attraversando l’oceano, il Brasile è il capofila dei Brics, i Paesi che trainano l’economia globale. E il suo mercato vale da solo come quello di un continente. Lo sa bene chi fa design a quelle latitudini. Il Paese cresce in solidità delle proposte produttive e in maturità di linguaggi stilistici, come si è ben visto bene nella mostra Brazil S/A, finestra sulle tendenze madein-Brazil a Palazzo Affari, con i lampadari in cristallo Baccarat interpretati da dieci grandi nomi dell’architettura brasiliana, come Ana Maria Vieira Santos, Brunete Fraccaroli, Deborah Aguiar, Maithia Guedes, Patrícia Anastasiadis e Ruth Lemos, i nuovi talenti del design brasiliani (belle le lampade soft tone di Nada Se Leva, in legno autoctono). Da segnalare le operazioni di mediazione creativa come “Yawanawá – La forza della foresta”, nata dalla collaborazione tra i migliori designer brasiliani come Marcelo Rosenbaum con 78 artigiani indigeni dell’etnia Yawanawà. Nella zona Tortona si trovava raccolta la più alta concentrazione di collettivi nazionali, dalla gigantesca assemblea pansvedese Swedish Design goes Milan al Superstudio Più, con tanto di studio televisivo con collegamenti streaming giornalieri, al Beijing Design Week, che ha aperto una finestra su ciò che succede a Pechino durante la sua design week annuale, al francese Via, ente per la valorizzazione del design d’Oltralpe che tuttavia negli ultimi anni stenta a presentare progetti dotati di particolare energia. Aria decisamente più innovativa e fresca era invece quella dall’Olanda con il suo col- In apertura, un’immagine dalla mostra Foodmade di PadiglioneItalia. Chaise longue da esterni del brand danese With a View. Sopra, la lampada Mash-Up di Diederik Schneemann, mix formale di differenti elementi iconici classici, realizzata a stampa 3D. 48 pambianco magazine 7 maggio 2013
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