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upa<br />
riporta le donne<br />
in profumeria<br />
Valerio Gatti è l’attuale Amministratore Delegato di Micys<br />
Company, cui fa capo il brand Pupa. Micys nasce nel 1975<br />
dall’intuizione del padre Angelo Gatti di lanciare sul mercato<br />
della profumeria il cofanetto makeup, pensato per racchiudere<br />
in sé tutti i singoli cosmetici quotidiani per la donna. A<br />
supporto dell’idea viene creato il brand Pupa, che da subito<br />
diventa anche una linea di make up.<br />
Nel 2012 ha fatturato 96,5 milioni di euro.<br />
Valerio Gatti<br />
Qual è la salute del mercato del make up?<br />
In generale, il 2012 in profumeria è stato un anno sostanzialmente<br />
flat. Ciò dipende dal generale contesto macroeconomico cui si<br />
aggiunge, da qualche anno, una differenziazione dei canali distributivi<br />
con nuovi player importanti come farmacie, parafarmacie,<br />
negozi misti, retailer monomarca, o i nuovi operatori di e-commerce.<br />
Queste evoluzioni stanno generando disorientamento<br />
nell’industria e nella distribuzione, e un eccesso di tatticismo a<br />
scapito della visione strategica. Per tornare a crescere è indispensabile<br />
una visione lucida di identità e strategie di brand, anche<br />
a costo di prendersi dei rischi. In Pupa stiamo concentrando gli<br />
sforzi per trasferire il valore del brand al consumatore, rinnovando<br />
costantemente la gamma di prodotti, elevando la qualità, ma<br />
abbassando significativamente i prezzi, con l’obiettivo del miglior<br />
rapporto qualità-prezzo in profumeria. I risultati ci stanno premiando,<br />
in netta controtendenza rispetto al mercato. Nel 2012<br />
il nostro make-up è passato dalla quarta alla seconda posizione<br />
nel ranking a volume, con una crescita dell’8,7%, la piu alta tra le<br />
prime dieci marche del mercato selettivo.<br />
Secondo Unipro, canali alternativi ed erboristerie sono gli unici<br />
che mostrano segni positivi. Stiamo tornando ai vecchi modelli<br />
di acquisto? Stanno cambiando le abitudini dei consumatori?<br />
Sicuramente le abitudini dei consumatori stanno cambiando, e<br />
velocemente. Il ritorno al passato è però solo apparente, in realtà<br />
ci sono due fenomeni che avanzano in parallelo: da una parte c’è<br />
una maggiore ricchezza dell’offerta e una frammentazione dei<br />
canali distributivi, dall’altra un atteggiamento del consumatore<br />
molto piu disincantato e volubile. In questo contesto, modelli di<br />
norma considerati tradizionali possono tornare a giocare un ruolo<br />
da protagonista. Nel nostro settore, ad esempio, uno dei trend che<br />
registra segnali positivi è quello del naturale e biologico, che trova<br />
nel canale erboristeria la sua espressione più immediata. Anche la<br />
vendita porta a porta, che nel beauty è tuttora molto forte all’estero,<br />
sta iniziando a ritagliarsi un ruolo in Italia: è una formula<br />
con caratteristiche di semplicità e immediatezza che la rendono<br />
attuale e destinata a crescere ulteriormente in misura significativa<br />
nei prossimi anni.<br />
Quali i canali migliori per la vendita del make up?<br />
Qualitativamente, il canale migliore rimane senz’altro quello<br />
della profumeria, che nella maggior parte dei casi garantisce prodotti<br />
di alta qualità e un’assistenza alla vendita preparata e competente.<br />
Anche per Pupa, è questo il canale distributivo di gran<br />
lunga piu importante, anche dal punto di vista dei volumi.<br />
Avete sviluppato l’e-commerce?<br />
Al momento, la nostra strategia non prevede lo sviluppo di un<br />
e-commerce diretto di Pupa. Crediamo però molto nel web: oggi<br />
i nostri sforzi sono tesi a riportare il consumatore in profumeria,<br />
con iniziative originali e basate su una forte interazione tra<br />
mondo on-line e off-line. è questa la nuova frontiera della partnership<br />
di successo tra industria e trade, ed è un ambito nel quale<br />
vogliamo continuare ad essere pionieri e protagonisti.<br />
L’e-commerce danneggerà i canali fisici?<br />
Non è facile avere dati certi sul fatto che i fruitori di commerce<br />
siano in realtà consumatori sottratti al trade oppure aggiunti. In<br />
prospettiva, l’ecommerce diventerà un imperativo per ogni brand<br />
e il problema della possibile sovrapposizione dei consumatori<br />
apparirà senza senso. E in quel momento, anche Pupa saprà sicuramente<br />
farsi trovare pronta.<br />
76 pambianco magazine 7 maggio 2013