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dossier arredo<br />
sempre a Ventura Lambrate, presentava<br />
l’anteprima di DutchDna, una collezione<br />
di mobili e gioielli che prendono spunto<br />
dal Dna. La ricerca di forme personalizzate<br />
arriva al dato estremo: dalla traduzione<br />
formale del codice genetico di una ballerina<br />
di danza contemporanea olandese è<br />
nato il tavolo Darwin, altrettanto vibrante<br />
e plastico.<br />
Non c’è Fuori Salone che si ricordi, senza<br />
riportare alla mente le realtà emergenti<br />
che lo hanno popolato. Quest’anno può<br />
valere la pena essere campanilistici, ed<br />
avidenziare i buoni segnali lanciati dal<br />
design italiano. Buone notizie e nomi<br />
emergenti arrivano dai giovani studi,<br />
dalle autoproduzioni e dalle nuove attività<br />
artigiane co-progettate con i designer.<br />
Il fermento creativo in Italia c’è, si tratta<br />
di capitalizzarlo. A offrire una scena<br />
per rappresentare lo stato dell’arte del<br />
design emergente italiano ci ha pensato<br />
PadiglioneItalia, mostra autogestita di<br />
studi di design e architettura a Ventura<br />
Lambrate riuniti attorno ai temi che per<br />
antonomasia rappresentano il Dna nazionale,<br />
il cibo, la convivialità, lo scambio<br />
di socialità e cultura intorno alla tavola.<br />
Scansando il rischio di incappare nel cliché<br />
del Food design, in questo caso i designer<br />
si sono dati il tema del Foodmade,<br />
ovvero creare oggetti dal cibo e non per il<br />
cibo. Il cibo come materia prima, formale<br />
e simbolica. Con concretezza pragmatica<br />
del collettivo Subalterno1, dopo aver<br />
esposto insieme per vari anni nel cortile<br />
di via Oslavia, da quest’anno si organizza<br />
e mette in produzione e vendita direttamente<br />
i progetti di alcuni dei nomi più<br />
belli del design italiano contemporaneo,<br />
sotto il nome di Autoproduzioni Italiane.<br />
Il 2013 ha visto anche la nascita della<br />
collaborazione tra Leonardo Talarico e<br />
Henry Timi, marchio di arredo in bilico<br />
tra arte e design. Il primo progetto<br />
è LT201, la poltrona scultorea da conversazione,<br />
giocata sul concetto della<br />
sospensione, dell’apparenza instabile. Al<br />
Chiostro della Facoltà teologica dell’Italia<br />
Settentrionale, una location che vale da<br />
inno al Fuori Salone, c’era Nodus, azienda<br />
che lancia strali di novità nel settore relativamente<br />
difficile del tappeto contemporaneo.<br />
Qui tra i nomi del design internazionale<br />
c’era Paolo Cappello, a conferma<br />
che la sua non è più una figura emergente<br />
ma un’evidenza delle risorse del design<br />
italiano. Altra risorsa che ha già fatto sensazione<br />
nella scena internazionale, tanto<br />
da aver già esposto a Design Miami/ di<br />
dicembre, è Analogia Project, coppia che<br />
si è incontrata al Royal College e che oggi<br />
indaga, a metà tra arte e pezzi in edizione<br />
limitata, sulle potenzialità delle maestranze<br />
del territorio italiano. Un progetto è<br />
nato recentemente con la collaborazione<br />
di Alessio Sarri, uno dei ceramisti italiani<br />
più abili che ha lavorato con artisti<br />
come Sottsass, Nataline Du Pasquier e<br />
Jasper Morrison. Le superfici riproducono<br />
fedelmente frammenti e resti archeologici<br />
A sinistra, un dettaglio del tavolo<br />
DuchDNA dello studio Tjep.<br />
Sotto, LT201 di Leonardo Talarico<br />
per Henry Timi.<br />
custoditi dai maggiori musei italiani, attraverso<br />
un’innovativa tecnica digitale. Altra<br />
espressione eccellente del potenziale italiano<br />
oggi è certamente Duccio Maria<br />
Gambi, ‘grande orso’ accigliato che nei<br />
tratti porta una stupefacente somiglianza<br />
con Enzo Mari. Già a Parigi, dove ha<br />
sede il suo atelier, si era fatto notare per<br />
le sue riflessioni sulle potenzialità della<br />
lavorazione del cemento, una raffinata<br />
definizione di questa materia in nobile,<br />
serica consistenza. Così come ha colpito<br />
con la bellezza dei suoi globi luminosi tra<br />
gli spazi della Galleria Luisa delle Piane.<br />
A sinistra, il tavolo in cemento con<br />
le ‘impressioni’ lasciate da oggetti<br />
quotidiani, di Analogia Project.<br />
Sotto, la lampada di Nada Se Leva.<br />
50 pambianco magazine 7 maggio 2013