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Relazione illustrativa - Provincia di Cagliari

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P ROVINCIA DI CAGLIARI<br />

PIANO URBANISTICO PROVINCIALE<br />

- Dimensione inse<strong>di</strong>ativa.<br />

– Analisi SWOT: consiste in una sintetica descrizione e <strong>di</strong>agnosi delle principali<br />

problematiche del territorio, strutturata in modo tale da mettere in evidenza i punti<br />

– Scenari <strong>di</strong> progetto: lo scenario intende prefigurare una ipotesi <strong>di</strong> sviluppo economico e<br />

territoriale che potrebbe realizzarsi in un determinato ambito territoriale in relazione alle<br />

scelte strategiche effettuate;<br />

– Schede <strong>di</strong> Campo: consistono nell’analisi dei processi riguardanti alcune tematiche<br />

specifiche del territorio in relazione all’organizzazione e gestione dei servizi e delle<br />

attività;<br />

Le Schede comunali costituiscono uno strumento <strong>di</strong> rappresentazione delle conoscenze<br />

alla scala comunale, potenzialmente utili nelle attività <strong>di</strong> gestione dei processi territoriali.<br />

La Procedura <strong>di</strong> cooperazione è strutturata sulla base del modello <strong>di</strong> cooperazione<br />

proposto nell’ambito del dal PUP/PTC come strumento per l’attuazione <strong>di</strong> piani, programmi e<br />

progetti per la <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> <strong>di</strong> rilevanza sovralocale.<br />

La procedura <strong>di</strong> cooperazione trova applicazione in tutte le situazioni caratterizzate da<br />

presenza <strong>di</strong> conflitti e mancanza <strong>di</strong> consenso sugli obiettivi e sulle strategie proposte e dalla<br />

necessità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare procedure con<strong>di</strong>vise per la gestione integrata dei processi territoriali.<br />

La procedura si sviluppa in una serie <strong>di</strong> fasi ripercorribili durante l’intero processo<br />

decisionale, in cui il grado <strong>di</strong> partecipazione, inteso come capacità <strong>di</strong> influire attivamente<br />

nelle decisioni, si accresce, assumendo modalità <strong>di</strong> coinvolgimento <strong>di</strong>fferenti: dalla semplice<br />

informazione, componente fondamentale e basilare <strong>di</strong> qualsiasi approccio inclusivo, alla<br />

collaborazione e coinvolgimento attivo, attraverso il quale assumono un peso rilevante gli<br />

interessi <strong>di</strong> ciascun attore partecipante. In realtà più che gra<strong>di</strong> <strong>di</strong>stinti nella progressione della<br />

partecipazione vanno intese come un continuum, dove mutano la modalità <strong>di</strong> interazione e<br />

l’equilibrio dei ruoli fra i <strong>di</strong>versi attori.<br />

In prima ipotesi il modello è articolato in cinque fasi strettamente connesse. Ogni fase è subarticolata<br />

in attività progettuali e attività <strong>di</strong> verifica e valutazione. Le fasi sono concepite in<br />

modo tale da consentire una loro costante riconsiderazione alla luce <strong>di</strong> nuove conoscenze, o<br />

<strong>di</strong> nuovi aspetti problematici, in un percorso <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento generativo incrementale in cui<br />

i soggetti possano rivalutare e ripercorrere le decisioni prese in precedenza. La loro<br />

articolazione è la seguente:<br />

1. Inquadramento del problema, in cui si ipotizza, come premessa <strong>di</strong> lavoro, una prima<br />

definizione del problema, una articolazione della strategia <strong>di</strong> lavoro, l’in<strong>di</strong>viduazione degli<br />

attori <strong>di</strong>rettamente interessati, una prima ipotesi <strong>di</strong> altri soggetti da coinvolgere e una<br />

prima definizione dei requisiti da perseguire.<br />

2. Costruzione del quadro territoriale delle conoscenze e degli obiettivi, in cui si definisce il<br />

fabbisogno informativo in relazione agli ambiti territoriali generali <strong>di</strong> progetto, si<br />

selezionano e strutturano i materiali (PUP/PTC e piani <strong>di</strong> settore), si definiscono e<br />

con<strong>di</strong>vidono le procedure <strong>di</strong> cooperazione. I materiali in questa fase fanno riferimento<br />

principalmente ai <strong>di</strong>spositivi spaziali del Piano, alle regole <strong>di</strong> settore sia tecniche che<br />

normative, agli in<strong>di</strong>rizzi ed i principi della GIZC.<br />

3. Definizione degli scenari alternativi <strong>di</strong> progetto e costruzione del quadro delle relazioni<br />

territoriali, in cui vengono in<strong>di</strong>viduati gli scenari progettuali (le alternative strategiche e<br />

progettuali) e le relazioni tra scenari <strong>di</strong> progetto e il contesto territoriale <strong>di</strong> riferimento<br />

nonché gli obiettivi specifici e le ipotesi <strong>di</strong> azioni e strategie da perseguire.<br />

4. Valutazione degli scenari progettuali in cui si rappresentano gli scenari come supporto<br />

alla decisione per la definizione degli obiettivi.<br />

PROPOSTA DI VARIANTE IN ADEGUAMENTO AL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE<br />

RELA Z IONE ILLUS TRATIVA<br />

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