21.11.2014 Views

Iconologia del cavaliere Cesare Ripa, perugino

Iconologia del cavaliere Cesare Ripa, perugino

Iconologia del cavaliere Cesare Ripa, perugino

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

TOMO SECONDO,<br />

che tali T^no le mondane <strong>del</strong>izie, e diletti , fpine acute che trafiggono, e<br />

benché facciano apparenza di qualche gullo , sì è peróne' lembianti folo;<br />

ma nel vero giungono le punture fino all'olTa, e danno vieppiù difgullo,<br />

che piacere, oltre di quello eterno <strong>del</strong>l' Inferno, che fovente fogliano celare<br />

. Parmi di farle fomiglievoli al Fiume Ipano nella Scizia , il qualt^-»<br />

nel principio è dolce , e nel fine è amaro , pel Fonte Exampeo , clie difcende<br />

da' Monti appennini » che vi sbocca , cambiando la dolcezza di<br />

quello in amarezza grande , come dice Solino . Così appunto è il Fiume-»<br />

de' mondani contenti e piaceri ; fui principio in quefta vita fembra eiTere<br />

dolce, ed apportare gullo, ma mifchiandofi col Fonte Exampeo <strong>del</strong>la morte<br />

, ohimè che fi muta in etern' amarezza di fempitcme pene , che acquiftanfi<br />

per la cagione di lui, ficcome fi dice nell' Apocaliile : iS.v.y. ^;<br />

cofcienza , e 1' Anima , né fi vede la mina propria , e a fomiglianza<br />

di queil' animale e accecata la mente umana da cotali piaceri . Il Leone<br />

parimente nalce cieco , che denota 1' ilteifa cecità , e fembra ancora le_><br />

forze , che hanno quelli mondani diletti di trarre gli Uomini alla loro fequela<br />

, e far che ponghino in obblivione le vere <strong>del</strong>izie <strong>del</strong> Paradifo , da<br />

cui , qual da finiffima calamita dovrebbero elfer tratti .<br />

17^<br />

Alla Scrittura Sacra . Si dipingono da Giovane , che ili fedendo coli' origliere<br />

fotto il gomito le Delìzie mondane , che così vivacemente divisò Ezecchiello<br />

. cap. 13. v. x^.FehcjAi confu.tnt p'ihiUos fé omni cubito man ts . Et faciunt<br />

cervicalia<br />

fé<br />

capite miverfi ittatis ad capiendas animas . A bbraccia le fpine , e<br />

lì punge , che fono le mondane Delizie , nomando il Salvatore le ricchezze<br />

, ed altri piaceri , fpine pungenti , come dille Giobbe il Paziente : ^i<br />

i-iter<br />

huJHfcemodi Utahuntur , 'lìr effe fé fenjibus <strong>del</strong>icltts computabant . Job.-^o. v. j. L*<br />

abbraccia, e fiegue volentieri, come narrò l' iilefso , chiamandola iniquità<br />

da fchifarfi: Caie ne declines ad iniq'titatem ; hanc enim cxpifti feqti po!l miferiam<br />

. E 1' Ecclefialle le chiamò moleUe cure : M.dtas cnras fequ:mtur<br />

fomnia . Ofea 21. v. i. le nomò vento: Ephraim pafcit verUiim t & feq:àt:ir<br />

xftim ì eh' è appunto il caldo <strong>del</strong>l' Inferno che fiegue il peccatore .<br />

Gli

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!