30.11.2014 Views

Monza Club

Monza Club

Monza Club

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

WHAT’S ON<br />

Da sinistra<br />

Susanna Messaggio,<br />

Massimo Zanello<br />

e il presidente della<br />

Provincia Dario Allevi.<br />

A fianco Diana Bracco<br />

con Carlo Edoardo Valli.<br />

A lato l’assessore<br />

regionale, Monica Rizzi<br />

16 M C<br />

N.55<br />

difficoltà le donne sono le prime a rimboccarsi<br />

le maniche nella famiglia e nel fare impresa».<br />

E i dati della Camera di Commercio le danno<br />

ragione: se gli uomini lavorano guardando<br />

soprattutto al futuro, motivati dalla prospettiva<br />

di un miglioramento, per le donne la carriera<br />

è soprattutto fonte di affermazione sociale e<br />

stimolo continuo. In Italia, complessivamente,<br />

“<br />

Un carnet rosa per le donne<br />

che lavorano: tagesmutter,<br />

banche del tempo e Camera<br />

di Commercio insieme<br />

sono 845.245 le imprese individuali con un<br />

titolare donna, circa un’impresa su quattro, e<br />

proprio le piccole imprese al femminile sono<br />

quelle che, alla fine dei conti, hanno resistito<br />

meglio alla crisi. Dal 2008 ad oggi, infatti, le<br />

imprese guidate da una donna hanno registrato<br />

una diminuzione dell’1,8 per cento contro il<br />

2,5 per cento delle imprese maschili. Un dato<br />

significativo riguarda le aziende con titolare<br />

di origine straniera, che in due anni hanno<br />

segnato un vero boom con un’impennata del<br />

14,3 per cento. Focalizzando l’attenzione sulla<br />

Lombardia si scopre inoltre che circa il 10 per<br />

cento delle imprese a conduzione femminile<br />

si trovano proprio in questa regione e che<br />

hanno registrato una riduzione soltanto dello<br />

0,5 per cento rispetto al meno 2,7 per cento<br />

delle imprese con titolare un uomo. Eppure,<br />

nonostante il quadro incoraggiante, la situazione<br />

sotto il profilo pratico non si traduce ancora<br />

in un riconoscimento vero e proprio del ruolo<br />

assunto dalle donne nel mondo del lavoro.<br />

Tanto è vero che una delle proposte emerse<br />

dagli Stati Generali è stata lo sciopero dei<br />

lavori domestici qualora alle donne che per<br />

motivi famigliari sono costrette a scegliere un<br />

lavoro part time non sarà consentito di poter<br />

contare su uno stipendio pieno attraverso<br />

la defiscalizzazione del reddito. Sempre<br />

secondo l’analisi effettuata dalla Camera di<br />

Commercio brianzola, sono le donne ad essere<br />

le più penalizzate quando si tratta di tagli sul<br />

personale: con la crisi, in Italia circa un’impresa<br />

su quattro ha ridotto il proprio personale, ma<br />

se in media il 9,8 per cento di queste ha scelto<br />

di tagliare indistintamente uomini e donne, ben<br />

il 7,3 per cento ha licenziato solo dipendenti<br />

donne, mentre il 5,7 per cento solo uomini.<br />

Stesso discorso quando si parla di stipendi:<br />

ben il 42,5 per cento degli imprenditori, ma<br />

anche dei dipendenti, pensa che esistano ancora<br />

differenze tra i due sessi. La curiosità: se ad una<br />

donna fossero pagati anche i lavori domestici,<br />

si ritroverebbe in busta paga 440 euro in più<br />

rispetto ai colleghi maschi. Questo, nonostante,<br />

un riconoscimento quasi unanime proveniente<br />

proprio dall’universo maschile della maggiore<br />

capacità da parte delle donne di mettersi in<br />

gioco. E aggiunge Susanna Camusso di Cigl,<br />

di portare sul tavolo anche valori forti: «Se ci<br />

fossero state più donne nel mondo della finanza<br />

la crisi avrebbe avuto un impatto differente. Le<br />

donne in questi anni hanno raggiunto livelli di<br />

competenza, curriculum e formazione identici<br />

o superiori agli uomini, anche se continuano<br />

ad essere penalizzate». Eppure, investire sulle<br />

donne, come spiega Alessandra Perrazzelli non<br />

è soltanto una questione di pari opportunità:<br />

«E’ un tema economico oggi, come ci ricorda<br />

un recente articolo dell’Harvard Business<br />

School, le donne rappresentano un mercato in<br />

crescita superiore, in aggregato, ai mercati di<br />

Cina ed India insieme. Approcciare in modo<br />

vincente questo mercato diventa un vantaggio<br />

competitivo dal quale non si può prescindere, in<br />

ogni settore di business. Più donne al comando<br />

per un’industria di prodotti e servizi che sappia<br />

parlare alle donne». Anche Carlo Edoardo<br />

Valli, presidente di Camera di Commercio<br />

è d’accordo: «Sono almeno tre le ragioni<br />

per cui la presenza delle donne nell’impresa<br />

è importante: la prima è una questione di<br />

mera efficienza economica. L’imprenditoria<br />

femminile contribuisce ad alzare il tasso di<br />

attività nel mondo del lavoro. La seconda è<br />

data dal fatto che le imprese femminili sono<br />

certamente impegnate nei settori tradizionali,<br />

ma le donne che fanno azienda sono anche<br />

quelle che sperimentano i nuovi campi dove si<br />

sta affermando l’imprenditoria. E c’è un’ultima<br />

ragione per cui siamo felici ogni volta che<br />

nasce una nuova impresa femminile: perché<br />

l’economia che vede protagoniste le donne<br />

è senza dubbio un’economia reale, utile ed<br />

equilibrata». Da questo presupposto è partita<br />

anche la proposta di Dario Allevi, presidente<br />

della Provincia di <strong>Monza</strong> e Brianza: «Perché<br />

non offrire alle mamme che lavorano un<br />

carnet rosa? Mettere in un unico contenitore<br />

le Tagesmutter del Comune, le Banche del<br />

tempo, ma anche l’Osservatorio e il Comitato<br />

della Camera di Commercio, così attraverso<br />

una cabina di regia unica potremo valutare con<br />

maggiore consapevolezza i passi da mettere<br />

in campo per rendere concrete quelle pari<br />

opportunità delle quali tutti parliamo e che<br />

non possono essere ridotte a mere quote rosa».<br />

Tirando le somme: intraprendenti, brave e,<br />

perché no, pure “sgobbone”. Sperando che il<br />

futuro…sia femmina.<br />

WHAT’S ON<br />

Da sinistra Mina<br />

Pirovano, Diana Bracco,<br />

Martina Sassoli,<br />

Marina Rosa, Susanna<br />

Messaggio e il sindaco<br />

Marco Mariani<br />

N.55 M C<br />

17

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!