Monza Club
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FASHION<br />
Le It bags di Roberta di camerino<br />
BAGONGHI.<br />
Questa è senza dubbio la borsa che ha permesso anche all’Italia di avere il suo primo pezzo cult nell’Olimpo delle it bags.<br />
La Bagonghi fu la prima borsa realizzata in velluto “soprarizzo”, precedentemente usato esclusivamente per realizzare i<br />
paramenti del Vaticano, e la sua forma, che sembra un richiamo al bauletto da medico, ne ha ispirato il nome: Giuliana infatti<br />
disse che le ricordava il nano cavallerizzo un po’ tozzo, il Bagonghi appunto, che tanto l’aveva divertita da piccola.<br />
È uno dei modelli più famosi e riconoscibili da cinquant’anni a questa parte, anche se non ha avuto la stessa forza commerciale<br />
che ha invece spinto la Kelly di Hermes o la Speedy di Vuitton, rendendola di fatto un esemplare davvero stimato e apprezzato<br />
per la sua bellezza e non perchè un fenomeno di massa.<br />
La sua fortuna universale la si deve alla sua prima apparizione pubblica, al braccio di Grace Kelly nel 1959 mentre era in<br />
visita ufficiale a Roma: una sola foto, comparsa sull’Europeo, fece fare alla Bagonghi il giro del mondo, elevandola a “borsa<br />
della principessa”.<br />
CARAVEL - CARAVEL V<br />
Altro modello celebre di RdC, che ancora oggi si attesta nelle classifiche delle borse più ricercate del pianeta.<br />
Gli elementi chiave che la contraddistinguono sono la forma a trapezio e la classica apertura a scatto, la presenza delle R<br />
metalliche come pendenti laterali e l’utilizzo dei velluti a contrasto. La Caravel V si differenzia per la particolare lavorazione<br />
dei tessuti, attraverso cui si forma l’immagine della V che taglia trasversalmente tutta la borsa. Altro particolare inconfondibile<br />
della collezione Camerino, è la presenza di fibbie disegnate o realizzate con impunture.<br />
BIGNÈ<br />
È la vera e propria “doctor bag” rivisitata in chiave luxory. Dalla forma arrotondata, è diventata una vera e propria borsa di<br />
culto, come anche testimoniato da un articolo del Times che ne celebrò, nel 2008, lo status di it bag italiana.<br />
È senza dubbio il modello più rivisitato, in termini di varianti di dimensioni e di tessuti, sia dalla stessa Roberta di Camerino<br />
che da altri designers che a essa si sono ispirati per le proprie collezioni.<br />
La Signora Coen nello stabilimento di produzione<br />
114 N.55<br />
CM