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Aldo Bonomi<br />

parla agli<br />

industriali<br />

L’importanza<br />

di tessere reti<br />

WHAT’S ON<br />

24 M C<br />

N.55<br />

Il vicepresidente<br />

per le politiche territoriali<br />

e i distretti industriali<br />

di Confindustria<br />

“bacchetta” il ritardo<br />

dell’Italia su questo fronte<br />

di Sara Re<br />

A<br />

fare il punto su quanto è stato fatto<br />

e quanto si deve ancora fare per far<br />

comprendere l’efficacia delle reti<br />

d’impresa è stato Aldo Bonomi, vice presidente<br />

per le politiche territoriali e i distretti industriali<br />

di Confindustria. L’associazione, infatti, si sta<br />

spendendo molto per illustrare opportunità e<br />

strategie sul tema attraverso incontri mirati in tutta<br />

Italia.<br />

A che punto è l’Italia rispetto al resto<br />

dell’Europa nella comprensione e attuazione di<br />

questo modello?<br />

«Purtroppo sul tema il nostro Paese si è mosso<br />

in ritardo, non partecipando ad alto livello alle<br />

decisioni europee. Solo ultimamente stiamo<br />

cercando di recuperare. Anche noi abbiamo<br />

bisogno di fare lobby in questo senso, al fine di<br />

contribuire all’affermazione di un sistema che<br />

comprenda anche le nostre specifiche culturali<br />

e aiuti al contempo le nostre aziende ad essere<br />

competitive».<br />

Quali sono, dal punto di vista culturale, gli<br />

ostacoli che state incontrando in questo vostro<br />

viaggio lungo la Penisola per spiegare le reti<br />

d’impresa?<br />

«Notiamo che gli imprenditori temono di perdere<br />

la loro autonomia. È difficile far capire che<br />

bisogna cambiare, che piccolo non è più bello,<br />

che non si può più contare sulla propria ristretta<br />

nicchia di mercato; occorre invece far capire che<br />

si può mantenere la propria autonomia anche<br />

colloquiando con altri e stringendo allenaze prima<br />

impensabili. Si tratta di un salto culturale che gli<br />

imprenditori devono compiere per forza se non<br />

Aldo Bonomi, vice<br />

presidente<br />

per le politiche<br />

territoriali<br />

di Confindustria<br />

vogliono essere sopraffatti dalle dinamiche<br />

globali».<br />

Lei sottolinea spesso che il cuore pulsante<br />

dell’economia italiana, e quindi anche<br />

lombarda, è il settore manifatturiero.<br />

«Assolutamente sì. I dati lo dimostrano. Se<br />

l’imprenditoria italiana ha resistito meglio di<br />

altre è perché le nostre aziende manifatturiere<br />

sono solide e fortemente radicate sul territorio.<br />

Certo abbiamo assistito all’abbandono<br />

di qualche grande multinazionale, ma gli<br />

WHAT’S ON<br />

imprenditori italiani, con tanti sacrifici e con<br />

una forza di volontà estrema, hanno fatto il<br />

possibile per mantenere inalterato il numero<br />

dei dipendenti, cercando di non fare Cassa<br />

integrazione. Qualche industria del Nord ha<br />

ceduto, qualcuno non ha retto il peso e la<br />

tensione del fallimento: l’imprenditore italiano ha<br />

questa specifica caratteristica per cui tiene molto<br />

alle proprie maestranze così come alla propria<br />

immagine pubblica. L’industria manifatturiera<br />

è il cuore pulsante dell’economia italiana e<br />

dobbiamo lottare per mantenerlo vitale».<br />

N.55 M C<br />

25

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