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WHAT’S ON Ecologia Dalle sorgenti brianzole sgorga il risparmio Rinunciare alle bottiglie di plastica a favore delle più ecologiche caraffe. Questa l’iniziativa di Brianzacque che sta riscuotendo nelle scuole del territorio un ottimo successo. La filosofia: basta sprechi e attenzione all’ambiente di Simona Calvi Sindaci, presidi e soprattutto studenti, uniti con un obiettivo comune: ridurre gli sprechi e diffondere una cultura ambientalista. Una filosofia che si sta rivelando vincente quella lanciata da Brianzacque con l’iniziativa “L’acqua del sindaco” che lo scorso 26 maggio ha portato alla premiazione di nove istituti del territorio. La cerimonia di premiazione si è svolta a Seregno nelle aule dell’Istituto comprensivo “Gianni Rodari”. Sul podio i rappresentanti di Brianzacque, il presidente Filippo Carimati e la vicepresidente Francesca Gavazzi, l’assessore provinciale all’Ambiente, Fabrizio Sala e i sindaci di Seregno, Giacinto Mariani e di Desio, Giampiero Mariani, oltre ai presidi delle nove scuole premiate. Per tutti un “Certificato blu”, riconoscimento a chi ha deciso di abbattere l’utilizzo delle bottiglie di plastica a favore della più ecologica caraffa. Quello che potrebbe sembrare solo un piccolo gesto, in realtà, rappresenta un vero risparmio. In totale, infatti, il mancato uso dei contenitori in plastica ha portato ad un risultato importante: l’abbattimento di 103.797 chilogrammi di anidride carbonica. Per effettuare la stima Brianzacque ha considerato l’intero ciclo di vita della bottiglia, dall’acquisizione delle materie prime fino alla fine. In particolare, il Servizio qualità, ambiente, sicurezza della local utility brianzola ha tenuto conto del consumo energetico associato alla formazione del prodotto, alla lavorazione, al trasporto, all’utilizzo e al consumo. Parametri che, insieme, hanno consentito di stabilire che ogni bottiglia da un litro e mezzo di acqua comporta l’emissione in atmosfera di circa 800 grammi di anidride carbonica. Partendo da questo dato, è stata poi realizzata la stima per la mensa di ogni scuola valutando il numero di alunni e il rapporto allievi/bottiglia. È così che l’istituto Rodari ha risparmiato 11,8 chilogrammi di anidride carbonica, il Paccini di Sovico 16 chili, l’istituto Prati e il Tolstoj di Desio rispettivamente 9,7 e 8,2 chilogrammi, il Mazzini di Gorgonzola ben 13 chili, il Rodari di Macherio 17,2, il Don Rivolta di Ceriano Laghetto è arrivato a 7,5 e il comprensivo di Albiate – Triuggio circa 17 chilogrammi. In totale gli studenti che hanno partecipato a questa iniziativa sono stati 3.745. L’assessore provinciale Sala ha annunciato l’intenzione di estendere il progetto a tutti e 55 i Comuni della Provincia. «Con questa nuova iniziativa – spiega Carimati – vogliamo mettere in risalto e valorizzare le buone pratiche locali di sostenibilità ambientale. Non c’è classifica di arrivo. Qui hanno vinto tutti». N.55 M C 47
Finanza etica La nuova anima del commercio Vendita solidale e produzione rispettosa dei valori della persona. Anche in Brianza i concetti di responsabilità sociale e di economia sostenibile stanno acquistando sempre più terreno. E sempre più “appassionati” WHAT’S ON - FOCUS 48 M C N.55 di Simona Calvi Una poltrona per due. Chi ricorda questo celebre film, ricorderà certamente anche le figure di Randolph e Mortimer Duke che per un dollaro scommettono sulla vita dei protagonisti, il giovane rampante Dan Ackroyd e il povero Eddie Murphy, costretto a vivere di espedienti. E ricorderà soprattutto la lezione (leggi bancarotta) impartita alla fine della pellicola dalle vittime alla coppia di perfidi finanzieri. Degli stereotipi? Forse, ma non troppo. I casi recenti la dicono lunga sulle capacità di tenuta del mercato e la crisi mondiale ha sfornato più Eddie Murphy che Mortimer Duke. Ma da qualche anno la tendenza si sta invertendo e anche la Brianza ha iniziato ad interrogarsi sui temi della sostenibilità, della responsabilità e della possibilità di produrre senza danno. In una parola, di eticità applicata all’economica e alla finanza. Una realtà che di recente ha trovato anche un luogo fisico dove ritrovarsi grazie ad un’iniziativa organizzata da Caritas <strong>Monza</strong>. La prima edizione della Fiera dell’Altra Economia, progetto inserito nella più vasta campagna di Caritas Europa intitolata “Zero Poverty”, ha attirato centinaia di visitatori e soprattutto decine di aziende, piccoli negozi e realtà che da tempo operano seguendo questi criteri. Una carrellata che, citando Sergio Venezia del Distretto di Economia Solidale della Brianza, è anche un “arcobaleno di colori”. «L’economia solidale – spiega Fabrizio Annaro, responsabile Comunicazione per Caritas <strong>Monza</strong> – è un movimento che vuole rivoluzionare l’odierno pensiero economico per invertire la rotta e abbandonare il postulato della massimizzazione del profitto per sostituirlo con la massimizzazione della giustizia, giustizia che può nascere e consolidarsi solo con scambi equi e solidali». Un assunto fondamentale per comprendere questo cambio di visuale è che non si tratta della demonizzazione del mercato, ma del richiamo ad un principio che anche Papa Benedetto XVI ha inserito nell’enciclica “Caritas in Veritate”: la fiducia. Fiducia tra operatori, tra produttori e clienti, tra imprenditori e lavoratori. C’è anche un altro sostantivo che può fare al caso: sobrietà. Parola di don Roberto Davanzo, direttore di Valori, una rivista dedicata proprio alla finanza etica: «Sobrietà – spiega – non significa negare le gioie della vita oppure votarsi ad una vita di stenti e sacrifici, ma condivisione, disponibilità di beni e pari opportunità, non solo per se stessi, ma anche per gli altri, in una parola – conclude don Davanzo – uscire da un’idea egoistica, individualistica dell’esistere». E guardando alla varietà delle realtà che popolano la Brianza si scopre che l’idea di economia etica sfugge anche ad un altro stereotipo, ossia al fatto che possa maturare soltanto o addirittura esclusivamente in settori come i servizi alla persona. Al contrario, nel nutrito panorama brianzolo si scoprono aziende artigiane, cooperative agricole, ma anche società per lo sviluppo e la gestione aziendale, la ricerca di fonti di energia alternative o vere e proprie finanziarie. Un esempio della filosofia che sta alla base di questa nuova forma di economia è l’esperienza maturata da Mina Volpe, titolare di “Le calze natura”, un’azienda di Brugherio che produce calze unicamente con cotone biologico: «La nostra è una produzione limitata – racconta – all’incirca 20mila paia di calze l’anno. Ma il nostro obiettivo è quello di lavorare solo con materiali naturali, prodotti in un contesto rigorosamente etico». La produzione brugherese partecipa al progetto promosso dalla Fondazione Biore che a sua volta fa capo alla multinazionale svizzera Remei: «Remei è una delle imprese mondiali più impegnate – precisa Mina Volpe – la coltivazione del cotone, in India, avviene nel rispetto delle persone e dell’ambiente. Non c’è utilizzo di pesticidi, che avvelenano la salute dei contadini e nessun bambino viene utilizzato per la raccolta. Personalmente so che quando compro questo filato, metto un soldino in questo bellissimo progetto». La scelta di Mina Volpe è stata in un certo senso un coup de foudre e senza dubbio non è maturata sulla base di interessi principalmente economici: «Diciamo che non ci arricchisce e quando si intraprende questa strada ne si è consci. È piuttosto un lavoro che dà piacere, che non è facile perché la gente deve ancora entrare in questa mentalità. I margini di chi fa produzione in questo modo sono di norma > WHAT’S ON - FOCUS N.55 M C 49
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