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il Salvagente/23 dicembre 2010-6 gennaio 2011<br />
29 dir<strong>it</strong>ti consumi scelte<br />
VIOLENZE: I NUMERI E LE POSSIBILI SOLUZIONI IN UNA RICERCA EMILIANA<br />
Badanti e anziani, tutti v<strong>it</strong>time e carnefici<br />
AL DI LA DEI CASI CHE FINISCONO<br />
SUI GIORNALI, LA REALTÀ MOSTRA<br />
MALTRATTAMENTI “INCROCIATI”.<br />
•ANTONIO ZOLLO<br />
Q<br />
uanta violenza si consuma nei nuclei<br />
familiari dove c’è un anziano<br />
da assistere Ogni tanto la cronaca<br />
apre qualche squarcio, ma prevale la prurigine<br />
per il caso grottesco e/o lascivo: l’anziano un<br />
po’ rimbamb<strong>it</strong>o che sposa la giovane badante o<br />
quello che si fa prosciugare i risparmi. Ora, a<br />
svelare quel mondo, c’è una ricerca condotta in<br />
Emilia nell’amb<strong>it</strong>o del progetto Diade promosso<br />
dalla Provincia di Reggio Emilia con la<br />
Ausl, l’associazione Nondasola e Anziani e<br />
non solo, e il supporto finanziario del dipartimento<br />
delle Pari opportun<strong>it</strong>à.<br />
I ricercatori sono part<strong>it</strong>i dal presupposto che<br />
nel lavoro di cura entrano in relazione due fragil<strong>it</strong>à:<br />
quella degli anziani non autosufficienti e<br />
quella delle donne migranti. A questo si aggiunge<br />
la condizione dei congiunti che si fanno carico<br />
della cura del familiare e hanno enormi<br />
difficoltà a conciliare questo comp<strong>it</strong>o con la v<strong>it</strong>a<br />
di figlie, madri, mogli, lavoratrici.<br />
Dalle interviste sono emerse 219 segnalazioni<br />
classificabili come atti di abuso e di violenza:<br />
nel 35% dei casi si tratta di violenza commessa<br />
da badanti verso gli anziani. Ma nel 29%<br />
la violenza è eserc<strong>it</strong>ata sulle badanti dai familiari<br />
dell’assist<strong>it</strong>o e, nel 25% dei casi, dagli stessi<br />
anziani assist<strong>it</strong>i.<br />
La tipologia delle violenze sulle badanti riguarda<br />
la sfera fisica e sessuale (“Il mar<strong>it</strong>o della<br />
signora mi ha picchiato… mi ha chiesto di<br />
entrare nel letto con lui”); psicologica: lavoro<br />
coatto, segregazione, minacce, insulti a sfondo<br />
etnico o sociale, intromissioni nella v<strong>it</strong>a privata;<br />
dei dir<strong>it</strong>ti: “Per 8 mesi mi hanno dato poco<br />
da mangiare… non avevo una mia stanza”;<br />
economico-finanziaria: mancato versamento<br />
dei contributi, mancato rispetto dei minimi salariali,<br />
orario di lavoro effettivo due volte quello<br />
segnato in busta paga. Gli anziani sono v<strong>it</strong>time,<br />
nel 40% dei casi, di omissioni e negligenze:<br />
atti di cura impropri, scarsa igiene, malnutrizione,<br />
disidratazione, abbandono; nel 30%<br />
dei casi si tratta di maltrattamenti fisici. E: violenza<br />
psicologica, economico-finanziaria.<br />
Dalle risposte degli intervistati emergono altri<br />
fattori di rischio che espongono a forme di<br />
I PASSAGGI<br />
DEL PROGETTO DIADE<br />
Il<br />
progetto Diade si è svolto attraverso<br />
la realizzazione di: 52 interviste a badanti,<br />
caregiver (familiari impegnati nell’assistenza<br />
e nella cura degli anziani), referenti<br />
dei servizi sociali, san<strong>it</strong>ari, dei servizi per l’impiego,<br />
dell’associazionismo, del volontariato,<br />
della cooperazione sociale, dei patronati, dei<br />
sindacati; otto focus interprofessionali; due<br />
incontri di presentazione dei risultati dell’indagine;<br />
quattro incontri formativi per dirigenti<br />
e quadri dei servizi socio-san<strong>it</strong>ari.<br />
E ancora: una ricerca sulle buone prassi europee;<br />
la messa a punto di elementi per linee<br />
guida; la realizzazione di una campagna di<br />
comunicazione,di una newsletter e di un convegno<br />
conclusivo.<br />
maltrattamento: la convivenza forzata; fenomeni<br />
di alcolismo e uso di psicofarmaci tra le<br />
badanti; l’isolamento sociale; la debolezza<br />
(lontananza o assenza) delle reti familiari degli<br />
assist<strong>it</strong>i; la condizione di clandestin<strong>it</strong>à di tante<br />
badanti; la mancanza di formazione e il carico<br />
assistenziale sovente eccessivo; le patologie<br />
cogn<strong>it</strong>ive di molti degli assist<strong>it</strong>i; il burn out, vale<br />
a dire le s<strong>it</strong>uazioni che diventano insopportabili<br />
e, letteralmente, scoppiano.<br />
Individuare le cause, che generano indici così<br />
alti di violenza, aiuta a definire rimedi e soluzioni.<br />
I ricercatori hanno messo a fuoco 5 fattori<br />
scatenanti: le differenze culturali tra assist<strong>it</strong>o<br />
e assistente; la scarsa competenza delle<br />
badanti rispetto al tipo di cura richiesta, specialmente<br />
nel caso di anziani con patologie cogn<strong>it</strong>ive;<br />
la cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à ins<strong>it</strong>a in questo tipo di lavoro:<br />
non soltanto la convivenza spesso forzata,<br />
ma l’assenza di controlli, di tutele, di supporti;<br />
le difficoltà derivanti dal contesto familiare: famiglie<br />
distanti, impreparate a gestire queste s<strong>it</strong>uazioni;<br />
le carenze e i lim<strong>it</strong>i dei servizi che dovrebbero<br />
dare supporto alle persone bisognose<br />
di cura e alle loro famiglie.<br />
Come rimuovere queste condizioni Tre le<br />
proposte formulate: 1) la formazione professionale<br />
dell’assistente familiare; formazione<br />
obbligatoria, accessibile, con l’approntamento<br />
di Albi e corretta gestione della domanda e dell’offerta;<br />
2) la regolarizzazione contrattuale,<br />
con definizione di orari e funzioni, in un quadro<br />
certo di dir<strong>it</strong>ti e doveri; 3) la possibil<strong>it</strong>à di scegliere<br />
l’assistente familiare sulla base di un corretto<br />
rapporto tra competenze professionali ed<br />
esigenze dell’assist<strong>it</strong>o, avendo come referente<br />
un soggetto pubblico che supporti le famiglie<br />
nell’individuazione dei bisogni assistenziali,<br />
nella determinazione del mix di servizi idonei e<br />
che regoli l’incrocio tra domanda e offerta.