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38 diritti consumi scelte il Salvagente/23 dicembre 2010-6 gennaio 2011 LA “CITTÀ DEGLI DEI” IN MOSTRA AL PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI Nuovo mondo a Roma Fascino e misteri LORENZO STRACQUADANIO Piramidi maestose, teste di serpente, divinità del fuoco e della pioggia. E ancora: maschere di pietra lavica, sacrifici umani, manufatti di nera ossidiana. Frammenti di una civiltà precolombiana ancor più antica degli Aztechi che fino al 450 dopo Cristo fu l’epicentro di quello che gli spagnoli chiamarono solo un millennio più tardi il Nuovo mondo. Teotihuacan, simbolo di uno degli imperi più importanti dell’area mesoamericana, è oggi il più grande sito archeologico precolombiano ed essendo in buona parte ancora avvolto nel mistero, ha il merito di conservare intatto tutto il suo fascino. A descriverlo e raccontarlo, fino al 27 febbraio, è una mostra allestita presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma dal titolo suggestivo: “Teotihuacan. La Città degli Dei”. Mistero divino Oltre 300 pezzi - molti dei quali straordinariamente conservati - composti da sculture animali e antropomorfe, frammenti architettonici, pitture murali, statuette in ossidiana e pietra verde, vasi di terracotta, bracieri, altari votivi e altro ancora. L’esposizione è articolata in 7 sezioni (Architettura, Politica economia e guerra, Sacrificio, Religione, Vita nei palazzi e nei complessi residenziali, Artigianato, Mondo mesoamericano) che hanno lo scopo di fornire al visitatore un quadro il più organico possibile, anche se sono molti i punti ancora da chiarire visto che solo una parte del sito è stata scavata dagli archeologi. I primi anni della fondazione di Teotihuacan sono ancora pieni di interrogativi per gli storici, che si chiedono quale è stato il vero popolo (i Toltechi, i Totonac, gli Olmec) che ha dato vita a questa civiltà. Per nostra fortuna, gli elementi certi sono comunque numerosi. A partire dalle imponenti piramidi a gradoni - quella del Sole (150 a.C.) e quella della Luna (tra il TEOTIHUACAN. La Città degli Dei Dove: Roma, Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194. Quando: fino al 27 febbraio. Orari: martedì, mercoledì, giovedì e domenica dalle 10 alle 20.Venerdì e sabato dalle 10 alle 22.30. Lunedì chiuso. Biglietti: 12,5 euro. Ridotti, 10 euro. Gratis, bambini fino a 6 anni e altri. Informazioni: tel 06/39967200, www.palazzoesposizioni.it Catalogo: Skira 100 e il 400 d.C.) - costruite secondo il sistema chiamato talud-tablero che prevede la messa in posa di un pannello rettangolare su un piano inclinato, e che rappresenta il meccanismo con cui poi vennero realizzate le successive costruzioni in epoca Azteca e Maya. Dopo averle a lungo considerate delle tombe, alla maniera delle piramidi egiziane, ora gli storici concordano nel ritenerle altari cerimoniali per i sacrifici votivi alle divinità. Accanto alle piramidi sorgevano il Tempio del Serpente Piumato, principale edificio religioso, e i palazzi appartenuti alle classi più ricche e agiate (sono stati rinvenuti i resti di circa 2mila complessi
il Salvagente/23 dicembre 2010-6 gennaio 2011 39 diritti consumi scelte residenziali). Attorno alla città infine viveva il resto della popolazione per lo più contadini e artigiani che, oltre a produrre ceramiche di ogni tipo, hanno ricoperto gli edifici di pitture murali raffiguranti divinità e simboli della cultura teotihuacana (tra gli altri: serpenti, giaguari, coyote, uccelli). Molte le incognite sulla forma di governo della città: non è chiaro se fosse concentrato nella mani di un singolo sovrano o di più persone. Fatto sta che le personalità più potenti e rispettate erano i sacerdoti, al vertice della piramide sociale, i guerrieri, che difendevano la città dalle aggressioni esterne, e i mercanti, che assicuravano l'approvvigionamento delle materie prime (conchiglie, pelli, pietre pregiate) svolgendo spesso il ruolo di ambasciatori presso le popolazioni vicine. Uno degli eventi cardine della sfera religiosa e culturale di Teotihuacan era il sacrificio umano, quasi sempre di più individui, spesso prigionieri di guerra. Attraverso questo ri- Un vaso con felino e altri reperti in mostra. Dall’alto: ciotola policroma; pittura murale; due sculture antropomorfe. Sopra, al centro, maschera di guerriero.A sinistra, vaso zoomorfo. tuale si offriva alla divinità l’omaggio necessario per godere di terra da coltivare, acqua da bere, animali da cacciare e fuoco, ossia le basi del sostentamento. Il recupero azteco Secondo le ricostruzioni, al suo massimo splendore Teotihuacan si estendeva su un’area di ben 30 chilometri quadrati con una popolazione che oscillava fra le 150 e le 200mila persone, a dimostrazione di come rappresentasse in quell’epoca il vero ombelico della regione mesoamericana grazie anche a rotte commerciali con diverse cittàregioni circostanti quali Oaxaca, Guerrero e Michoacàn. Se l’origine di Teotihuacan è avvolta nel mistero, lo è anche la sua fine. Di certo c’è che l’intera città venne devastata da un incendio e molte sculture e decorazioni architettoniche finirono distrutte. Forse la causa fu una rivolta della popolazione, o forse l’eccessivo aumento demografico oppure il blocco delle rotte commerciali che affossarono l’economia. O forse la fine di Teotihuacan la si deve alla combinazione di tutti questi fattori. Come che sia, l’eredità di Teotihuacan, la Città degli Dei, venne raccolta nei secoli successivi dagli Aztechi, che ne fecero un luogo sacro, riprendendone parte della simbologia e degli elementi religiosi e architettonici, e tramandandone lo spirito. La mostra romana è allestita con l’obiettivo di ricreare questo spirito e ha il merito di far entrare il visitatore in un contesto storico antico e poco conosciuto, ma straordinariamente interessante. ● Il gioco della palla che piace anche in cielo G li abitanti di Teotihuacan sono stati fra i primi giocatori di calcio della storia Sebbene nel sito non siano stati rinvenuti costruzioni in muratura che delimitavano lo spazio di gioco - presenti invece in molti siti archeologici mesoamericani - gli esperti concordano nel ritenere che il gioco della palla fosse ampiamente diffuso come abitudine e attività di svago e che fosse anche collegato a particolari eventi religiosi. Lo testimoniano le numerose pitture di Tepantitla da cui si evincono due modalità di gioco: una in cui la palla viene calciata e un’altra in cui viene colpita con una mazza. Tra i reperti rinvenuti dagli archeologi ci sono i marcatori, che corrispondono a grandi linee alle nostre odierne porte a rete. Per lo più realizzati in pietra (alcuni sono presenti nell’allestimento al Palazzo delle Esposizioni), i marcatori - il più celebre è la Stele de La Ventilla - venivano probabilmente piazzati ai lati degli spazi aperti utilizzati per le partite. A oggi, tuttavia, non è possibile conoscere nel dettaglio le regole del gioco a Teotihuacan visto che, essendo molto diffusa fra numerosi popoli della mesoamerica precolombiana, quest’attività assumeva in ciascun caso connotazioni differenti.
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