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il Salvagente/23 dicembre 2010-6 gennaio 2011<br />
39 dir<strong>it</strong>ti consumi scelte<br />
residenziali). Attorno alla c<strong>it</strong>tà<br />
infine viveva il resto della popolazione<br />
per lo più contadini<br />
e artigiani che, oltre a produrre<br />
ceramiche di ogni tipo, hanno<br />
ricoperto gli edifici di p<strong>it</strong>ture<br />
murali raffiguranti divin<strong>it</strong>à e<br />
simboli della cultura teotihuacana<br />
(tra gli altri: serpenti, giaguari,<br />
coyote, uccelli).<br />
Molte le incogn<strong>it</strong>e sulla forma<br />
di governo della c<strong>it</strong>tà: non<br />
è chiaro se fosse concentrato<br />
nella mani di un singolo sovrano<br />
o di più persone. Fatto sta<br />
che le personal<strong>it</strong>à più potenti e<br />
rispettate erano i sacerdoti, al<br />
vertice della piramide sociale, i<br />
guerrieri, che difendevano la<br />
c<strong>it</strong>tà dalle aggressioni esterne,<br />
e i mercanti, che assicuravano<br />
l'approvvigionamento delle<br />
materie prime (conchiglie, pelli,<br />
pietre pregiate) svolgendo<br />
spesso il ruolo di ambasciatori<br />
presso le popolazioni vicine.<br />
Uno degli eventi cardine della<br />
sfera religiosa e culturale di<br />
Teotihuacan era il sacrificio umano,<br />
quasi sempre di più individui, spesso prigionieri<br />
di guerra. Attraverso questo ri-<br />
Un vaso con felino e altri reperti in mostra.<br />
Dall’alto: ciotola policroma; p<strong>it</strong>tura murale; due<br />
sculture antropomorfe. Sopra, al centro, maschera<br />
di guerriero.A sinistra, vaso zoomorfo.<br />
tuale si offriva alla divin<strong>it</strong>à<br />
l’omaggio necessario<br />
per godere di terra da<br />
coltivare, acqua da bere,<br />
animali da cacciare e<br />
fuoco, ossia le basi<br />
del sostentamento.<br />
Il recupero<br />
azteco<br />
Secondo le ricostruzioni,<br />
al suo massimo<br />
splendore Teotihuacan<br />
si estendeva su un’area<br />
di ben 30 chilometri<br />
quadrati con una popolazione<br />
che oscillava fra le<br />
150 e le 200mila persone,<br />
a dimostrazione di come<br />
rappresentasse in quell’epoca<br />
il vero ombelico della<br />
regione mesoamericana<br />
grazie anche a rotte commerciali<br />
con diverse c<strong>it</strong>tàregioni<br />
circostanti quali Oaxaca,<br />
Guerrero e Michoacàn.<br />
Se l’origine di Teotihuacan è avvolta nel<br />
mistero, lo è anche la sua fine. Di certo<br />
c’è che l’intera c<strong>it</strong>tà venne devastata da un<br />
incendio e molte sculture e decorazioni arch<strong>it</strong>ettoniche<br />
finirono distrutte. Forse la<br />
causa fu una rivolta della popolazione, o<br />
forse l’eccessivo aumento demografico<br />
oppure il blocco delle rotte commerciali<br />
che affossarono l’economia. O forse la fine<br />
di Teotihuacan la si deve alla combinazione<br />
di tutti questi fattori.<br />
Come che sia, l’ered<strong>it</strong>à di Teotihuacan,<br />
la C<strong>it</strong>tà degli Dei, venne raccolta nei secoli<br />
successivi dagli Aztechi, che ne fecero un<br />
luogo sacro, riprendendone parte della<br />
simbologia e degli elementi religiosi e arch<strong>it</strong>ettonici,<br />
e tramandandone lo spir<strong>it</strong>o.<br />
La mostra romana è allest<strong>it</strong>a con l’obiettivo<br />
di ricreare questo spir<strong>it</strong>o e ha il mer<strong>it</strong>o<br />
di far entrare il vis<strong>it</strong>atore in un contesto<br />
storico antico e poco conosciuto, ma<br />
straordinariamente interessante. ●<br />
Il gioco della<br />
palla che piace<br />
anche in cielo<br />
G<br />
li<br />
ab<strong>it</strong>anti di Teotihuacan sono stati fra i<br />
primi giocatori di calcio della storia<br />
Sebbene nel s<strong>it</strong>o non siano stati rinvenuti costruzioni<br />
in muratura che delim<strong>it</strong>avano lo spazio di gioco<br />
- presenti invece in molti s<strong>it</strong>i archeologici mesoamericani<br />
- gli esperti concordano nel r<strong>it</strong>enere che il gioco<br />
della palla fosse ampiamente diffuso come ab<strong>it</strong>udine<br />
e attiv<strong>it</strong>à di svago e che fosse anche collegato a particolari<br />
eventi religiosi. Lo testimoniano le numerose p<strong>it</strong>ture<br />
di Tepant<strong>it</strong>la da cui si evincono due modal<strong>it</strong>à di<br />
gioco: una in cui la palla viene calciata e un’altra in cui<br />
viene colp<strong>it</strong>a con una mazza.<br />
Tra i reperti rinvenuti dagli archeologi ci sono i marcatori,<br />
che corrispondono a grandi linee alle nostre odierne<br />
porte a rete. Per lo più realizzati in pietra (alcuni sono presenti<br />
nell’allestimento al Palazzo delle Esposizioni), i marcatori<br />
- il più celebre è la Stele de La Ventilla - venivano<br />
probabilmente piazzati ai lati degli spazi aperti utilizzati<br />
per le part<strong>it</strong>e. A oggi, tuttavia, non è possibile conoscere<br />
nel dettaglio le regole del gioco a Teotihuacan visto che, essendo<br />
molto diffusa fra numerosi popoli della mesoamerica<br />
precolombiana, quest’attiv<strong>it</strong>à assumeva in ciascun caso<br />
connotazioni differenti.